18 Giugno 2018

“Pacchia finita” anche in FVG? Sì, ma per i Comuni

L’operazione di propaganda leghista “pacchia finita” è cominciata anche in Friuli Venezia Giulia. L’assessore regionale Roberti la proclama, Salvini ne va fiero, Fedriga non ha bisogno di dire nulla, tanto ha già incassato e può mandare avanti gli altri. Con una delibera di giunta, è stato dato un taglio di oltre un milione ai fondi per l’accoglienza diffusa dei migranti in Fvg, e già dicono che ne faranno altri. Una buona notizia per chi? Non per i Comuni. Un’operazione coerente? Non pare proprio, ma vediamo perché.

“Nell’ansia di far propaganda – spiega la deputata del Pd Debora Serracchiani – la Lega in Friuli Venezia Giulia è arrivata al punto di tagliare fondi deliberati dalla precedente Giunta di centrodestra per l’integrazione di stranieri regolari, atti approvati dalla stessa Lega. Quel milione in meno non porterà via un solo profugo dal Friuli Venezia Giulia, ma anzi renderà più difficile per i Comuni, anche di centrodestra, gestire i migranti che ci sono già, anche quelli che non hanno nulla a che fare con gli sbarchi. Bel risultato – conclude – se queste sono le soluzioni rivoluzionarie del Governo del cambiamento” .

Nel frattempo, sono cominciate ad emergere le posizioni dubbiose dell’Anci e di sindaci che quelle risorse le utilizzavano per tenere in ordine i loro Comuni, evitando al contempo che i profughi se ne stessero con le mani in mano. Il segretario del Pd Salvatore Spitaleri ha allora posto in evidenza la contraddizione del provvedimento voluto dalla Lega:

“Dopo il taglio dei finanziamenti fatto dalla Giunta leghista – ha fatto notare Spitaleri – i sindaci e gli amministratori, che hanno aderito ai progetti di accoglienza e d’integrazione, dovrebbero portare tutti i profughi in piazza Unità sotto il balcone di Fedriga, chiedendogli di occuparsene direttamente. Le scelte della Giunta sono nella miglior tradizione “chiacchiere e distintivo”, scelte-manifesto, prive di una qualsiasi valutazione sui loro effetti reali. In questi anni, impegno della Regione e coinvolgimento delle Amministrazioni locali hanno portato ad affrontare a viso aperto un problema assai complicato, per conciliare umanità e sicurezza. In moltissimi casi ci siamo riusciti, in tutti quei casi che non sono diventati titoli di giornali, perché – ha sottolineato – le cose che funzionano non fanno notizia“.

“Al contrario, proprio in alcune Amministrazioni rette dal centrodestra non si è fatto niente, usando talvolta un pugno di profughi per imbracciare i megafoni e accentuare i problemi. L’operazione ha pagato e la destra ha vinto le elezioni, ma i profughi – chiede Spitaleri – adesso dove sono e che fanno?”.

Ma Roberti non ci sta e, con una nota ufficiale della Regione, alle 19:53 di domenica 17 giugno, replica duramente: parla di “mancette” che avrebbero ricevuto “i più fortunati”, e annuncia che quello effettuato “è solo il primo taglio ad un sistema che di soldi pubblici ne ha visti girare decisamente troppi”.

Accuse che il segretario Spitaleri rimanda subito al mittente: “se la risposta alle esigenze dei comuni consiste in sempre più tagli, si conferma che la Lega mostra i denti ma non ha soluzioni vere. Inoltre – ammonisce – Roberti non inventi favole: la Regione non ha mai imposto nulla a nessun Comune, ma ha voluto sostenere chi si faceva carico di un’accoglienza minima. Roberti forse non sa che è lo Stato attraverso le Prefetture a gestire i richiedenti asilo, ma lo imparerà presto”.

“Quanto ai soldi dei contribuenti vedremo cosa costerà di più ai cittadini: un’accoglienza diffusa sul territorio oppure – conclude Spitaleri – una dozzina di centri blindati e sorvegliati da guardie armate divise su tre turni”.

Tutto questo, per il ministro dell’Interno Matteo Salvini, è un esempio di “buongoverno della Lega”.

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