19 Ottobre 2009

I GD al Cie di Gradisca: si rispetti la Costituzione su immigrazione e accoglienza

dal Messaggero Veneto del 19 ottobre

Presidio simbolico davanti al sito di via Udine. Marco Zanolla: per la nostra cittadina questa realtà è un peso gravissimo. La campagna Stranieri di nome, italiani di fatto

«Il Cie sia reso più a misura d’uomo»

I Giovani democratici: si rispetti la Costituzione su immigrazione e accoglienza

GRADISCA. Non la chiusura come il punto fermo su cui costruire una revisione nazionale delle leggi su immigrazione e accoglienza, ma il rispetto della Costituzione italiana e delle direttive internazionali sui diritti delle persone: è la richiesta avanzata ieri mattina dai circoli regionali dei Giovani democratici a Gradisca.

I giovani del Pd si sono riuniti per un presidio simbolico davanti al Cie di via Udine, organizzato nell.ambito di una manifestazione articolata su tre tappe regionali (Pozzuolo e Azzano X le altre due mete) sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza e per presentare la campagna nazionale “Stranieri di nome, italiani di fatto”.

Presente anche la candidata alle primarie per la segreteria regionale del Pd, Maria Cristina Carloni, che ha precisato come la sua presenza sia «un atto doveroso, in una manifestazione simbolica davanti a un luogo simbolico che dice chi siamo, appunto democratici e assolutamente contrari alle leggi del centro-destra sull’immigrazione. Noi rispettiamo l.articolo 38 della Costituzione e vogliamo sia rispettato, perché al documento cardine della nazione ci teniamo e nessuno può permettersi di non tenerne conto,

soprattutto la legislazione. Per la Provincia di Gorizia e la Regione il Cie di Gradisca, che noi abbiamo subìto in quanto voluto e costruito dal Governo Berlusconi, è un insulto a quello che siamo: una terra di accoglienza e di integrazione, di multietnicità e di multiculturalità. Noi siamo quelli che abbiamo chiuso i manicomi e quel principio di umanizzazione è tradito da questa struttura, perché qui ci sono persone che vivono dentro le gabbie. Tutto ciò senza dimenticare l’enorme spreco di risorse pubbliche».

Il Cie come il simbolo «delle condannabili politiche del Governo sull.immigrazione », invece, per il consigliere regionale del Pd,FrancoCodega. «Il Cie di Gradisca è il simbolo della filosofia del rifiuto, del respingimento e della segregazione, figlia di uno Stato .drogato. dai disvalori della televisione, una cultura malata che contrasta anche con l’enorme internazionali: al di là del muro ci sono persone, uomini come noi». A prendere la parola anche il presidente del circolo dei Giovani democratici di Gradisca, Marco Zanolla: «Per Gradisca il Cie è un peso gravissimo, una cittadina che sembra ormai dimenticata da tutti e lasciata sola in una battaglia troppo grande per lei: delle grandi manifestazioni degli anni scorsi non è rimasto più nulla. Non chiediamo la chiusura, ma umanizzazione, che siano rispettati i diritti di chi è trattenuto».

«Questo è un luogo di razzismo e di ghettizzazione – è l’attacco di Alessandro Grandi, consigliere comunale dell.Italia deivalori – Il fenomeno dell’immigrazione va affrontato con regole precise, che vanno stabilite anche in un.ottica comunitaria europea».

Marco Ceci

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