8 Aprile 2010

Paolo Menis: graduatorie, da sempre chiara la posizione del PD

Un atto importante che aveva come obiettivo quello di porre fine alla instabilità di gran parte dei precari.
Il decreto prevedeva la possibilità di iscriversi anche in altre tre Provincie ma solo in terza fascia, ovvero in coda, garantendo così i diritti acquisti degli insegnanti locali che erano in graduatoria. Poi, con la caduta del Governo Prodi, la maggioranza di centro destra, oltre a dimezzare il numero delle assunzioni previste dal piano di stabilizzazione e a prevedere 8 miliardi di euro di tagli nel comparto scuola aveva pensato bene di prevedere, con un decreto, l’inserimento cosiddetto “a pettine”. All’ultimo la norma fu accantonata ma nel frattempo alcuni ricorsi erano già stati avviati con tutto il seguito che ben conosciamo.
Adesso siamo tutti chiamati ad una collaborazione nell’interesse della scuola e degli insegnanti ma per favore, prosegue Menis, sia abbia almeno l’onestà intellettuale di non scaricare il disastro, fatto e disfatto frutto della sconsideratezza del Ministro Gelmini, sul Partito Democratico. Noi abbiamo sempre avuto una posizione chiara, la cui attuazione avrebbe garantito, oltre ai diritti degli insegnanti locali anche il perseguimento di una decisa azione di lotta al precariato, vero male della scuola italiana.
La mozione sulla regionalizzazione proposta dalla LN nasceva invece con ben altri obiettivi, alimentare polemiche strumentali e fare propaganda su un problema, quello appunto del precariato, per cui solo la soluzione prospettata da Fioroni era quella risolutiva. A questo punto la Lega sbandiera la “regionalizzazione” come la panacea del problema cercando di offuscare le colpe di una maggioranza di cui essa stessa fa parte.
Credo che i docenti precari residenti nelle loro regioni, conclude Menis, qualche diritto lo debbano avere, se non altro per aver creduto che nella propria terra è possibile investire in formazione e cultura. Perciò. mentre si attende alla risoluzione di un problema complesso, che riguarda a livello nazionale tutta la procedura di reclutamento del personale e che avrà tempi lunghi, il ministro Gelmini potrebbe fare un passo avanti importante consentendo ai Dirigenti scolastici l’assegnazione delle supplenze brevi-brevissime (10-15 giorni) con priorità ai docenti residenti. Ma se la maggioranza di governo non fa nemmeno questo allora è inutile che la LN agiti sui territori bandiere vuote.

Paolo Menis
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