30 Luglio 2010

Sui dirigenti: per dare premi c’è bisogno di misura e di merito.

Accanto a questo è però giusto osservare che i premi, data la loro natura di valore aggiunto, per essere giustificati agli occhi dei cittadini, vadano commisurati alla situazione. Sono anni questi in cui tutti devono fare sacrifici. Per fare un esempio, nessuna famiglia con la testa sulle spalle dopo una promozione, si sognerebbe mai di regalare uno scooter ad un figlio nell’anno in cui il papà si trova in cassa integrazione; al massimo premierà i risultati conseguiti con una bicicletta! Il figlio stesso, se maturo e responsabile, capirà bene questa decisione.

Una considerazione in più si può fare per il merito: i premi infatti vanno collegati al risultato individuale. Per restare all’esempio scolastico, nessun insegnante darebbe dieci a qualche allievo solo perché la classe nel suo insieme si è ben comportata. I premi, per essere autentici, si attribuiscono sempre in misura proporzionale agli effettivi risultati di merito. Questo dunque io e tanti cittadini ci aspettiamo: che i buoni dirigenti vengano premiati in misura proporzionale alle possibilità attuali e che non si premino dirigenti che non sono stati capaci di conseguire risultati adeguati. Ben venga dunque un’operazione di trasparenza che aiuti i cittadini a farsi un’idea di dove e come riformare anche la pubblica amministrazione.

Giorgio Zanin

In primo piano