24 Novembre 2016

Un SI’ che rafforza l’Italia e il Fvg

Di seguito il testo sul referendum costituzionale scritto dalla segretaria Pd Fvg Antonella Grim e pubblicato oggi dal quotidiano Il Piccolo, nella sezione “L’intervento”, nella pagina delle Segnalazioni.

Il 4 dicembre saremo chiamati a esprimerci democraticamente sulla modifica della nostra Costituzione, per renderla più forte e più attuale. Semplificare l’organizzazione delle Istituzioni e migliorare l’ordinamento della Repubblica, intervenendo sulla seconda parte della Costituzione, è ormai indispensabile per realizzare i principi fondamentali e intoccabili della prima parte, che contiene i diritti e i doveri delle persone. Questa parte, la prima, non verrà minimamente sfiorata dalla riforma costituzionale ed è ovvio che sia così, perché la sua ricchezza, grandezza e bellezza ci rendono la comunità che siamo. 

La riforma costituzionale incide esclusivamente sulla seconda parte dalla Carta fondamentale, quella che regola il funzionamento e l’organizzazione delle nostre Istituzioni. La loro efficienza è un aspetto cruciale, perché rende uno Stato capace di rispondere ai problemi dei suoi concittadini: è questo ciò a cui servono le leggi ed è questo il motivo per cui la riforma costituzionale non poteva attendere ancora. Istituzioni più efficienti e meno costose, più snelle e moderne, renderanno l’Italia più competitiva e più forte, anche sullo scenario internazionale e in Europa. Il superamento del bicameralismo perfetto, l’eliminazione delle Province e del Cnel, ma anche il riordino delle competenze tra Stato e Regioni va esattamente in questa direzione: sono scelte che miglioreranno il funzionamento della macchina istituzionale italiana.

Mettere ordine tra le tematiche di cui si occuperanno lo Stato e le Regioni è, ad esempio, un grande risultato, dopo anni di conflitti in Corte Costituzionale. Porto a esempio una vicenda che mi ha riguardata da vicino come assessore all’Educazione a Trieste, un paio d’anni fa: a quel tempo rischiammo, a causa di una legge regionale dichiarata nulla dalla Corte Costituzionale, di mandare a casa, dall’oggi al domani, circa 250 educatrici ed educatori degli asili nido e scuole dell’infanzia comunali e di chiudere intere sezioni dello 0-6 comunale. La riforma costituzionale elimina, o comunque riduce drasticamente, le “risse” tra Governo centrale e Governi regionali e, nel contempo, offre alle Regioni spazi importanti di autonomia. Se, infatti, diventano protagoniste a livello nazionale grazie al nuovo Senato, Camera di rappresentanza per 74 consiglieri regionali e 21 sindaci dei nostri territori, vedono anche confermata, nel nuovo IV comma dell’art.116, la possibilità di chiedere nuove competenze e risorse da esercitare, se danno prova, con i bilanci in ordine, di poterlo fare. Con una scelta di fondo: il mantenimento delle Regioni a Statuto speciale, come il Friuli Venezia Giulia.

Nell’ottica della semplificazione va letto il superamento del bicameralismo perfetto. Se vincerà il sì, le due Camere non saranno più un doppione ma avranno finalmente funzioni distinte; il Senato diventerà l’assemblea di rappresentanza di Comuni e Regioni, la Camera l’organo politico che dà la fiducia al Governo ed esercita il potere legislativo.

Partecipazione e trasparenza vengono rafforzate: discutere in Aula le leggi di iniziativa popolare diventa un obbligo, non sarà più una scelta in mano ai parlamentari. I referendum abrogativi avranno una possibilità in più: se i cittadini raccoglieranno 800mila firme, infatti, il quorum verrà abbassato (il 50% di chi ha votato alle ultime elezioni). Nasce finalmente lo strumento del referendum propositivo.

Dalle parole ai fatti, quindi: è dalla commissione Bozzi del 1983 che a ogni legislatura si costituiscono commissioni parlamentari oppure di saggi, ultimi quelli del governo Letta, per modificare e ammodernare la seconda parte della Costituzione. Oggi il tempo è maturo. Non per Matteo Renzi, non per il Partito Democratico. Per dare più valore alla Costituzione, ai principi che sono contenuti nella sua prima parte e che la riforma punta a rafforzare. La nostra democrazia sarà più forte se le Istituzioni diventeranno più efficienti e in grado di rispondere alle sfide del presente e del futuro.

Votare sì il 4 dicembre è un’occasione che aspettiamo da decenni e che non può, non deve, essere sprecata e finire vittima del fuoco incrociato delle battaglie partitiche. In ballo c’è il futuro del Paese, le opportunità per i giovani. Non sprechiamoli.

Antonella Grim

Segretaria regionale Pd Fvg

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