11 Marzo 2008

Veltroni: tifo Illy, con lui cambieremo il Paese

UDINE «Ho un’antica amicizia e profonda stima per Riccardo Illy: è stato e sarà un grande presidente per questa regione». Walter Veltroni parla per un’ora e un quarto della sua partita ma non trascura sul palco del Giovanni Da Udine quella del governatore. Lo incoraggia: «E’ una candidatura molto forte e carica di quel senso di innovazione e concretezza e dello spirito positivo di cui parliamo anche nel resto del Paese». Gli si pone idealmente a fianco: «Non solo tifo per lui ma, se posso fare qualcosa per sostenerlo, lo farò». Crede nella vittoria bis: «Spero che il 13 e 14 aprile si possa vincere anche in Friuli Venezia Giulia». E’ un passaggio ottimista quello su Illy, come tutto l’intervento nel teatro udinese (domenica prossima il candidato premier sarà a Trieste, ndr). Veltroni dice di aver trovato «partecipazione e grandissimo entusiasmo» in tutti gli incontri nordestini. Ed è sicuro che si può vincere anche qui, dove la Lega Nord ha posizioni molto forti. E lancia anche l’idea di un fisco «a sostegno della crescita» con un programma «che prevede più sgravi di quelli proposti dal Pdl».
«C’è un clima di grande novità – spiega il candidato premier del Pd – perché abbiamo corretto e innovato. E perché appariamo una forza in sintonia con quello che il Nordest chiede: uno Stato più leggero, un fisco meno opprimente e al tempo stesso una capacità di innovazione e una promozione del lavoro vero delle persone, a cominciare da quello dei piccoli e medi imprenditori, con lo spirito di solidarietà che questa gente ha sempre avuto». La corsa solitaria e le novità programmatiche, prosegue, «ci mettono naturalmente in una nuova relazione con il Nordest produttivo». Parla anche di Corridoio 5, Veltroni: «E’ un’opera strategica, decisiva per il collegamento dell’Italia all’Europa. Un passaggio fondamentale che il Pd si impegna a realizzare anche perché questo territorio ne ha urgente bisogno». Ma parla, soprattutto, della “pagina nuova” che il centrosinistra vuole regalare all’Italia. Ripete per sei volte la parola “speranza”.
Insiste, davanti a 2mila persone che lo applaudono a ripetizione, sul senso della sfida «di chi ritiene la vittoria non un fine ma un mezzo, un mezzo per avere la possibilità di cambiare questo Paese. Tutto il contrario di chi schiera un candidato premier che sin d’ora assicura che non si ricandiderà perché non crede nella possibilità di aprire un ciclo». Cita Zapatero, le amministrative francesi, le primarie dei democratici negli Usa – «Il pendolo della storia sta tornando ad oscillare verso la direzione che noi rappresentiamo» –, il leader del Pd, alla trentasettesima tappa di provincia, accolto a teatro dalle note di «Mi fido di te». Lui ripete «Si può fare». Il pubblico gli risponde «Vai Walter». E lui ringrazia: «La gente che incontro sorride, è l’immagine della serenità. Siamo fuori dalla politica delle beghe, degli insulti, un bagaglio molto datato. Siamo una forza del futuro, vogliamo portare speranza, serenità e una grande stagione di cambiamento». Veltroni snocciola il programma: dalla semplificazione burocratica al compenso minimo legale, dalla riforma fiscale alla banda larga in tutte le case degli italiani. Ma prima bisogna vincere. E lui ci crede: «Gli indecisi crescono. Sono passati dal 26 al 36% e sono tutti elettori di centrodestra. Per questo, dall’altra parte, c’è nervosismo. Se ognuno dei milioni di cittadini delle primarie convincesse cinque amici, beh, sarebbe fatta». Il candidato premier, davanti al ministro Cesare Damiano e ai vertici del Pd regionale, polemizza sul caso Ciarrapico: «Era stato detto il contrario: il primo caso di una promessa elettorale non mantenuta prima del voto».
A Pordenone, davanti ai circa 3mila presenti nel palasport, Veltroni ha espresso in serata la proposta del Pd di un «compenso minimo legale per i giovani, una delle migliori politiche per lo sviluppo della famiglia. Nessuno deve lavorare con meno di 1000-1100 euro di stipendio al mese. A meno di non voler ritornare al sistema di sfruttamento dell’uomo su un altro uomo».
Marco Ballico

Il Teatro Giovanni da Udine pieno di gente

Una foto del Teatro Giovanni da Udine

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