28 Giugno 2023

Migranti: patto Ue è farsa che diventa tragedia

INTERVENTO DI ROJC AL SENATO NELLA DISCUSSIONE SULLA RISOLUZIONE CONSIGLIO EUROPEO

Signora Presidente del Consiglio, Signor presidente del Senato

Onorevoli colleghi, membri del Governo,

il cosiddetto patto europeo sui migranti raggiunto l’8 giugno scorso si sta rivelando una farsa che diventa tragedia sulle pelle delle persone. Persone che più di prima saranno obbligate a rivolgersi ai trafficanti, non potendo chiedere ai governi di attraversare le frontiere legalmente e in sicurezza. 

Paradossalmente l’accordo – che lei signora Presidente del Consiglio ha difeso anche oggi – rafforza le responsabilità a carico dei Paesi di primo ingresso. È un accordo che non supera l’impianto e le stesse problematiche del Regolamento di Dublino perché non garantisce una diffusa solidarietà a livello europeo dei ricollocamenti.

Ancora una volta è stata  un’occasione mancata, è mancata una visione europea e nazionale delle politiche da perseguire sul versante immigrazione. Non ci siamo!  Dopo i tragici e ancora non chiariti fatti di Cutro, due settimane fa abbiamo assistito a un’altra tragedia terribile nel Mediterraneo. La Grecia, in piena campagna elettorale, si è girata dall’altra parte. E l’Italia cosa ha fatto? E l’Europa? La commissaria Johansson ha dichiarato che “questo naufragio è un segnale che la nostra politica migratoria non funziona bene al momento e la cambieremo”. Ecco: l’avete cambiata con il patto dell’8 giugno, ma in peggio. 

Il Partito democratico, facendosi anche portavoce di molte associazioni e di molti cittadini, chiede l’istituzione di corridoi umanitari che potrebbero garantire a chi arriva in Europa un viaggio senza rischi. E chi arriva lo fa con lo status di rifugiato, non più di richiedente asilo. E’ l’unica via di accesso legale per soggetti vulnerabili, come affermato dal vostro Ministero degli Esteri.

Signora Presidente Meloni, io vengo dal Friuli Venezia Giulia, dove gli ingressi aumentano in modo esponenziale attraverso il confine di Schengen, da quest’anno spostato al confine croato-bosniaco. I vostri metodi non funzionano nemmeno a rallentare i flussi, che pure è il vostro obiettivo dichiarato. Lo dice un sindaco di Fratelli d’Italia come quello di Pordenone: che ieri al Gazzettino ha dichiarato “Siamo tornati al 2016, tornano i bivacchi” e le attese sono per un’estate ancora più pesante. Ecco, noi ce lo ricordiamo bene come ci attaccavate in quel 2016. Ma la Rotta Balcanica è un fiume che s’ingrossa e il tempo della propaganda, quando si governa, finisce. Tocca a voi governare un fenomeno strutturale come le grandi migrazioni. Non ci state riuscendo.

Infine, proprio perché provengo da quella realtà di confine del nostro Paese dove abbiamo interesse specifico affinchè Europa e Italia assicurino stabilità nell’area balcanica, volevo ricordare a  lei e a quest’aula che i sei paesi dei Balcani occidentali ancora non UE sono al centro del processo di integrazione dell’area. Quei Paesi costituiscono diretto e strategico interesse dell’Italia e, come dichiarato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al GlobSec 2023 Bratislava Forum, bisogna “avvicinarli al Mercato unico dell’Ue, approfondire l’integrazione economica regionale, accelerare le riforme fondamentali e aumentare i fondi di pre-adesione”.

Noi pensiamo che una loro rapida e solida  adesione sia nell’interesse dell’Italia e dell’Europa al fine di produrre una maggiore sicurezza per l’intero continente, e al contempo limitare  l’attività della criminalità organizzata, le minacce terroristiche, e gli stessi fenomeni migratori. Pensiamo che vada ancora più intensificata, anche in coordinamento con i Paesi Ue dell’area, l’azione dell’Italia sui punti più caldi a rischio di crisi, a cominciare dal rapporto tra il Kosovo e la Serbia. Si deve favorire un compromesso e un accordo globale fino alla normalizzazione delle relazioni, dedicando uguale impegno politico ed economico alla Bosnia, di cui l’Italia è stata primario sponsor per l’adesione alla Ue. Infine, riteniamo che vada sostenuta e implementata la Strategia Europea per la Macroregione Adriatico e Ionica (EUSAIR) al cui interno l’Italia è co-coordinatore insieme alla Serbia e alla Repubblica della Macedonia del Nord del Pilastro 2 “Connecting the Region”, focalizzato sui trasporti e le reti energiche. Questo alla luce del ruolo cruciale che sta giocando il mare Adriatico in questo momento storico dal punto di vista logistico e geopolitico. Vorremo dunque che il governo italiano si impegnasse su queste questioni invece di inseguire obiettivi, rivelatisi perlopiù propagandistici.

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