18 Agosto 2022

“Adesso c’è da lavorare”

L’INTERVISTA DEL SEGRETARIO SHAURLI AL “PICCOLO”

Tutti uniti fino alle elezioni politiche. I conti si faranno dopo, quando si capirà se nel Pd si farà o meno il congresso nazionale. Cristiano Shaurli, segretario regionale e candidato dei dem in Friuli Venezia Giulia, rivendica la qualità dei nomi messi in campo e ai mal di pancia risponde ribadendo la stima per l’escluso eccellente Francesco Russo e richiamando la necessità di remare uniti «per battere il destracentro».

Che bilancio dopo le liste?

«La squadra ci rende orgogliosi. In un momento difficile abbiamo rischiato di avere candidature da fuori, ma abbiamo difeso i candidati del territorio, riconfermando le due parlamentari uscenti ed esprimendo all’uninominale tre nomi femminili che rappresentano freschezza, capacità e radicamento sul territorio. Abbiamo dimostrato coraggio e rinnovamento, confermando l’attenzione alla minoranza slovena e alla vocazione internazionale della nostra Regione».

Ma ci sono pure i delusi…

«Ci sono state scelte difficili e dolorose, succede sempre ma con in più la riduzione dei parlamentari, tempi stretti e la giusta decisione del segretario Letta di evitare pluricandidature in posti eleggibili. Letta è stato il primo a sacrificare scelte di sua fiducia per rispetto dei territori. I destini individuali sono importanti e vanno rispettati, ma ora serve il supporto di tutti per affrontare queste elezioni fondamentali e difficili».

Il taglio degli eletti non lo avete voluto anche voi?

«Insieme alla legge elettorale sono scelte che non ho condiviso: errori che ora ci impediscono una più ampia rappresentanza del territorio».

Come ci si ricompatta ora?

«Le candidature sono del territorio e questo ci aiuta. Sento dire che ci siamo spostati a sinistra, ma non condivido. Non ci sono spostamenti di asse: il Pd e la coalizione sono l’unica vera alternativa al governo della destra e di Meloni. Basta nomi: lavoriamo assieme per presentare le nostre proposte».

Avete tentato candidature civiche: hanno cortesemente declinato l’invito a perdere?

«Le risposte sono state di forte adesione e preoccupazione per una deriva a destra del paese: nel mondo imprenditoriale, accademico e della società civile. Restano aperti contatti importanti. Chi ha una professione impegnativa ha difficoltà a decidere in una settimana di cambiare le propria vita».

Qualcuno nel Pd Fvg avanza l’ipotesi di un cambio del segretario regionale. Resta in carica o ci sarà il congresso?

«Fino al 25 settembre, e vale in primis per il segretario, c’è da tacere e lavorare. A livello nazionale e regionale dopo il voto faremo le analisi del caso».

Cosa ha portato al prevalere di Rojc su Russo?

«C’erano le due opzioni ed entrambe avrebbero meritato la posizione di capolista. C’è stata volontà di mantenere la storicità della rappresentanza della minoranza slovena e il riconoscimento di ciò che Rojc e il Pd hanno fatto in termini di rapporti internazionali e pacificazione del confine orientale. La scelta è stata compiuta dalla segreteria nazionale, coinvolgendo il livello regionale. Francesco è politico autorevole, capace di allargare il perimetro del Pd e lo ha dimostrato nella grande battaglia a Trieste. È una scelta pesantissima, anche sul piano umano».

Si dice che per Rojc si sia speso il presidente Mattarella.

«Sinceramente non lo so».

Con Shaurli candidato a Roma, si apre la strada per Iacop alle regionali?

«Pensiamo al 25 settembre. Quelle di Iacop, Russo, delle tante donne del Pd sono tutte ipotesi autorevoli».Con quali temi il Pd si proporrà come alternativa al centrodestra?«I temi sono chiari e identitari: lotta alle diseguaglianze con salario minimo e una mensilità in più per i lavoratori, politiche di welfare, attenzione alla scuola, un’Europa ancor più forte e risposta alle sfide ambientali su cui siamo in drammatico ritardo anche in questa Regione».

Si stava per dimettere da segretario dopo le amministrative e ora si ritrova possibile deputato: un bel salto?

«Le uniche candidature sicure sono i capolista. Le altre sono difficilissime, ma era giusto che segretario e vice si mettessero a disposizione».

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