6 Ottobre 2023

Pd Fvg: Conti, prepararsi a sfide 2024

LENARDUZZI: QUESTA E’ LA MIA COMUNITA’ / DIALOGO E SINERGIA TERRITORIALE PER “SISTEMA REGIONE”

“Dobbiamo fare un’opposizione forte, dentro e fuori le istituzioni. Un’opposizione senza sconti in Consiglio regionale ma soprattutto un’opposizione senza sconti in tutta la regione, tenendo conto delle prospettive economiche e occupazionali dei cittadini. Le contraddizioni e le inadempienze del centrodestra sono evidenti, e noi dobbiamo farle emergere. Dobbiamo costruire da subito le condizioni per ragionare insieme anche delle sfide amministrative del 2024, per l’elezione di quei 112 nuovi sindaci, prepararci alla battaglia delle Elezioni europee nella consapevolezza che tra Progressisti e Conservatori si gioca la sopravvivenza dell’idea di Europa, e infine metterci nella prospettiva delle elezioni comunali a Pordenone e Trieste”. Lo ha detto stasera a Staranzano (Gorizia) la segretaria del Pd Fvg Caterina Conti, nell’assemblea che ha inaugurato il nuovo corso del partito dopo il congresso. Presenti in platea le parlamentari Debora Serracchiani e Tatjana Rojc, il capogruppo consiliare Diego Moretti con una folta delegazione di consiglieri regionali tra cui Russo, Cosolini, Pozzo, Celotti, i segretari provinciali neoeletti Maria Luisa Paglia, Fausto Tomasello, Sara Vito, Luca Braidotti. Tra gli ospiti i consiglieri regionali Furio Honsell (Open Fvg), Rosaria Capozzi (M5S), Serena Pellegrino (AVS), messaggi da Massimo Moretuzzo e da vertici sindacali regionali.

Proclamata formalmente l’elezione della nuova segretaria, il presidente della Commissione regionale congressuale Salvatore Spitaleri ha commemorato la figura del presidente Giorgio Napolitano cui, ha detto, “dobbiamo essere grati per l’abbattimento del nostro muro o  meglio dei nostri muri, quello esterno che divideva un confine, spesso doloroso, che è diventato profumo d’Europa che fortemente vogliamo, e quello interno che, intriso di sangue, divideva ancora larga parte della comunità regionale”.

Su indicazione della segretaria, è seguita l’elezione per acclamazione del presidente dell’assemblea Franco Lenarduzzi, il quale ha rivolto un saluto ai membri dell’organo e agli ospiti. “Questa è la mia comunità di valori – ha ricordato – seppur nella diversità di provenienza, è la comunità che ho provato a costruire e che ha guidato molte scelte della mia vita”. Rivendicando, nel suo ruolo di amministratore, “di essere stato uno dei sindaci, tra i pochi, forse il più determinato a prendere posizioni politiche contro la destra”, Lenarduzzi ha precisato che “non ci sono componenti, mozioni, o persone che hanno perso il congresso”, sottolineando che “al Pd compete tracciare una linea nuova che sappia dare un nuovo orizzonte alla politica di questa regione”. Ribadendo la convinzione che “sapremo lavorare insieme”, il neo presidente ha sostenuto “la serenità di un percorso che deve essere a vantaggio del Pd, senza mai calare la soglia degli obiettivi”.

Ha quindi preso la parola Caterina Conti, che ha iniziato con i ringraziamenti, in primo luogo allo stesso Lenarduzzi “per il congresso che abbiamo fatto insieme e per il lavoro costruttivo che faremo nel prossimo lungo periodo”, alla Commissione congressuale e ai segretari precedenti.

“Sta a noi rappresentare l’alternativa alla destra – ha detto la nuova segretaria – ed essere portatori di una proposta elettoralmente credibile perché prospetta un miglioramento che riguarda la vita delle persone e delle comunità. Così si può declinare nei fatti il valore della lotta per una società equa e giusta”, spiegando che “il lavoro deve essere la nostra preoccupazione costante” e che “vogliamo essere vicini al nostro elettorato classico e anche riallacciare il dialogo con il lavoro autonomo e le tante forme di nuovo precariato e lavori atipici che interessano in particolare i giovani”.

Toccati i temi della salute “a forte rischio privatizzazione”, della denatalità e dell’immigrazione, Conti ha posto “il grande tema della manifattura, degli insediamenti industriali del Pordenonese, del Friuli e dell’area triestina” denunciando che “manca totalmente una strategia di sviluppo regionale e una seria interlocuzione con Roma sugli insediamenti strategici”, citando l’elettrodomestico, l’automotive, l’indotto di Wartsilä” e soffermandosi sull’“l’industria friulana che resiste ma rallenta”.

Dal ricordo della tragedia del Vajont e delle disastrose grandinate recenti, Conti ha tratto spunto per evocare una “nuova cultura diffusa della sostenibilità” approfondendo il tema ambientale, “centrale nella nostra azione politica, ma in modo non ideologico, tenendo ferme le questioni dello sviluppo del territorio e guardando alle prospettive di crescita economica della regione”.

Accusando la Giunta Fedriga di aver “messo in competizione i territori favorendo alcuni Comuni a discapito di altri”, Conti ha indicato la necessità di “perseguire una strategia di lungo termine che favorisca lo sviluppo dell’intero territorio regionale”. Esplicito il riferimento all’appuntamento GO!2025 che “rischia di essere una delle tante kermesse che non lascia niente sul territorio”, con l’Isontino “per il resto dimenticato dall’amministrazione regionale”.

Di qui la proposta di lavoro al Pd regionale che “ha il compito di proporre un’idea di sviluppo armonico del FVG, che è composto da identità diverse, storicamente e culturalmente ma che solo insieme possono giocare il proprio ruolo nazionale ed internazionale, esercitando l’autonomia regionale”.

“Dobbiamo dare una risposta – ha scandito – anche agli interrogativi che vengono posti dal Friuli, confidando in primo luogo nelle forze e nell’orgoglio del Friuli stesso, senza cui non saremo mai ‘sistema regione’. Senza dialogo e sinergia territoriale continueremo nella pratica del policentrismo, che oggi garantisce pochi e indebolisce tutti gli altri”.

Nella parte dedicata al partito Conti ha annunciato che “la Segreteria regionale lavorerà in stretto raccordo con le Federazioni provinciali, spesso grandi e oberate di lavoro” e ha chiesto di “rafforzare il ruolo dei circoli”, per costruire “un partito strutturato, inclusivo, che ha nelle sue fonti fondative la bellezza del pluralismo”. “Un partito non di una piccola élite ma di popolo”, – ha concluso fra gli applausi.

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