1 Dicembre 2023

“La dittatura di Trump è sempre più inevitabile” (Analisi)

L’ALLARME DELLO STORICO ROBERT KAGAN IN UN LUNGO ARTICOLO SUL WASHINGTON POST

Nella sintesi dell’agenzia Adnkronos, l’analisi dello storico Robert Kagan – “Trump dictatorship is increasingly inevitable” – pubblicata oggi dal Washington Post sui rischi dell’ascesa al potere di Donald Trump. Lo storico un tempo neocon già nel 2016 aveva lanciato allarme fascismo dopo la prima vittoria del tycoon.

“Smettiamola di esprimere desideri e fronteggiamo la nuda realtà: c’e’ un chiaro cammino verso la dittatura negli Stati Uniti e questo è ogni giorno più breve”.

E’ questo l’allarme che, in un lungo articolo sul Washington Post, lancia Robert Kagan, che faceva parte del gruppo di intellettuali neocon che appoggiarono la politica estera di George Bush, sull’inevitabilità della nuova ascesa alla Casa Bianca di Donald Trump, un’ascesa che ci farà “scivolare verso la dittatura, ancora sperando in qualche intervento che ci permetta di fuggire alle conseguenze della nostra codardia, della nostra compiacenza, della nostra volontaria ignoranza”.

Secondo lo storico e politologo, che già nel 2016 denunciò in modo lucido come la vittoria dell’allora tycoon avrebbe esposto l’America al rischio di fascismo, “in 13 settimane Trump si aggiudicherà la nomination repubblicana”, considerando il vantaggio enorme, e liquidando “come un mondo di illusioni” quello in cui lui ed altri repubblicani anti-Trump avevano sperato che qualche avversario, “forse Ron DeSantis, forse Nikki Haley” potesse fermarlo. E anche “le miriadi di incriminazioni” che Trump ha accumulato finiranno a giocare in suo favore: “Sarà nelle aule di tribunale che Trump mostrerà il suo potere senza pari all’interno del sistema politico americano” e “userà i processi per mostrare il suo potere”.

“Trump inizierà così la campagna per le elezioni del prossimo anno con un grande slancio, con crescente sostegno politico e finanziario, e un partito sempre più unito. Possiamo dire la stessa cosa di Biden?” scrive a questo punto Kagan ricordando tutti i problemi, non solo l’età ma anche “la fuga a due cifre della sua base elettorale tra giovani e afroamericani”. Ma a giocare in favore di Trump c’è un altro elemento decisivo: per quanto con un mandato presidenziale alle spalle, il tycoon gode del vantaggio che hanno solitamente gli sfidanti, “la mancanza di responsabilità”. “Biden si deve portare i problemi del mondo al collo come un albatro,”, aggiunge con un chiaro riferimento ad Ucraina e Medio Oriente, mentre Trump potrà facilmente rivendicare che quando lui era alla Casa Bianca non è successo nulla “no invasione dell’Ucraina, non attacco ad Israele, non ritiro disastroso dall’Afghanistan, no inflazione galoppante”.

E se vincerà le elezioni, Trump diventerà “immediatamente la persona più potente mai arrivata alla presidenza”, perché avrà “sfidato e mostrato impotente con la sua stessa elezione” il potere giudiziario, terzo elemento del bilanciamento dei poteri alla base della costituzione Usa. “Pensate al potere di un uomo che si fa eleggere presidente nonostante le incriminazioni, i processi e persino le condanne? Obbedirà alla Corte Suprema?”, si chiede Kagan, aggiungendo che in una situazione del genere potrebbe essere compromesso anche il ruolo di controllo del Congresso. “Ci sono buone possibilità che la presidenza di Trump si trasformi in una dittatura”, conclude Kagan, convinto che l’ex presidente tornerebbe alla Casa Bianca con una solo missione: “vendicarsi”. “Pensate alla rabbia che ha accumulato dentro di sé”, aggiunge facendo riferimento alle umiliazioni delle incriminazioni, dei processi, degli attacchi. E l’ex presidente non ha sta facendo assolutamente mistero della sua volontà di non fare prigionieri una volta tornato alla Casa Bianca, a cominciare dalla controversa dichiarazione con ci ha promesso di “sradicare comunisti, marxisti, fascisti, banditi dell’estrema destra che sono come parassiti del nostro Paese”, con un linguaggio che in molti hanno già paragonato a quello di Hitler e Mussolini.

Secondo Kagan, le ‘liste di proscrizione” di Trump saranno molto lunghe, e a queste si aggiungeranno anche quelle dei suoi funzionari che arriveranno nelle agenzie con l’intento di sgominare per “deep state”, la burocrazia anti-Trump, che è stato il loro nemico durante il primo mandato. “Oggi si respira un soffio di nuovo McCartismo nell’aria – aggiunge lo storico – i repubblicani Maga insistono nel dire che Biden stesso sia ‘un comunista’ che la sua elezione è stata “una presa di potere comunista” e la sua amministrazione ‘un regime comunista’. Così l’amministrazione Trump avrà molti modi per perseguire i suoi nemici, più o meno reali”. E si fa riferimento ad un possibile uso più spregiudicato di leggi sul terrorismo, fiscali e sulle attività di lobby: “e chi fermerà inchieste improprie contro i tanti nemici di Trump? il Congresso”, aggiunge Kagan che si immagina un Congresso a guida repubblicano “impegnato a condurre le sue inchieste”.

E per quanto riguarda i media, “in un regime in cui il governante ha dichiarato guerra ai media come ‘nemici di stato’ , la stampa si troverà sotto significativa e costante pressione” e scoprirà “che un presidente ostile sfrenato potrà rendere le loro vite spiacevole”, scrive ancora il politologo che anche non nutre molte speranze nella risposta del pubblico americano “ai primi segnali di persecuzioni politiche di regime”. Anche perché “la dittatura di Trump non sarà una tirannia comunista in cui quasi tutti sentivano l’oppressione, la maggioranza degli americani continuerà le loro vite, senza interessarsi, come fanno la maggioranza dei russi e degli ungheresi”, afferma riferendosi ai regimi autoritari di Vladimir Putin e Viktor Orban. Certo ci saranno “americani che scenderanno in piazza, ma allora cosa? Anche durante il suo primo mandato Trump e i suoi consiglieri hanno più volte discusso di invocare l’insurrection act”, per far intervenire i militari contro le proteste.

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