10 Marzo 2024

Conti: Regione senza strategia di rinascita

INTERVISTA DELLA SEGRETERIA CATERINA CONTI AL MESSAGGERO VENETO

Eletta meno di sei mesi fa alla guida del Partito democratico regionale, Caterina Conti, giovane nell’aspetto e nell’animo, ha in testa un progetto di sviluppo che va in direzione ostinata e contraria rispetto alla via segnata dalla giunta Fedriga. E se alla prima domanda sulla capacità del campo largo di imporsi in Abruzzo glissa, non lo fa quando affronta il tema dello sviluppo del Friuli Venezia Giulia che, a suo avviso, sconta lo sfaldamento del manifatturiero. «Il problema – spiega – è come questa regione si immagina tra 10 anni e come si possano tenere insieme la sfida demografica e dei servizi con una regione che ha ingenti risorse e che tuttavia non ha una strategia per la rinascita del territorio». E se per sviluppo Conti intende le conoscenze legate al lavoro e alla modernità è chiaro che il modello non può trascurare l’antico saper fare rilanciandolo in chiave 4.0.

La vocazione

«Ogni territorio ha una sua vocazione, ma bisogna tenere una regia complessiva. Non basta il porto di Trieste, il Friuli ha un grande bisogno di riappropriarsi di una vocazione» spiega Conti, pensando ai tanti giovani laureati «costretti  ad andare all’estero perché qui non hanno prospettive e il sostegno della politica». Rallentare questa fuga si può, continua Conti, «aumentando i salari». La segretaria regionale del Pd lo definisce la politica stipendiale «un possibile inizio» in un contesto in cui le istituzioni stanno giocando ruoli di rimessa su situazioni di crisi». Conti si chiede infatti: Quante crisi abbiamo visto finire su uno sfarinamento di cassa integrazione, di aggregazioni di produzioni industriale che non sono state sostituite da altra manifattura? Questo fatto – sostiene – ha provocato l’impoverimento dell’industria friulana che sconta il mancato trasferimento della conoscenza».

Welfare e sanità

Allo stesso modo Conti boccia le politiche di welfare basate «su bonus resi possibili dalle capacità finanziarie della Regione. I bonus non danno garanzie alle famiglie e il patto sociale anche per la sanità sta venendo meno per favorire il sistema privato». La segretaria del Pd ricorda che «le altre Regioni hanno migliorato i dati pre Covid noi no». Conti cita i punti nascita chiusi, i medici gettonisti e le liste d’attesa che continuano ad allungarsi». Anche su questo tema la segretaria  pianta un paletto: «La Regione dovrebbe ammettere che la situazione attuale è peggiore di quella che ha trovato sei anni fa, che non può essere l’assessore Riccardi a guidare la ricostruzione della sanità e che le persone vanno scelte per merito». A questo punto la domanda non può che essere: «Se non è Riccardi a guidare la riorganizzazione della sanità chi dovrebbe essere?». Conti non fa nomi e detta le condizioni per una possibile collaborazione: «Siamo disponibili a non fare della sanità un campo di contrapposizione politica, di bandiera, alcuni suggerimenti e segnali li abbiamo già mandati. Serve il riconoscimento della gravità della situazione, per ora invece siamo alla smentita». Conti si sente rappresentante del «grido dei cittadini, ma spetta a chi guida la Regione trovare una strada».

Le partecipate

Altrettanta attenzione va posta per salvaguardare le Partecipate, dove il Pd ha nominato manager di tutto rispetto. «Bisogna selezionare sulla base delle capacità non delle appartenenze» risponde la segretaria regionale del Pd, ricordando che il sistema delle Partecipate si è sfaldato da tempo. «Ci sono criticità oggettive che favoriscono l’indebolimento della Regione anche in termini di autorevolezza ai tavoli nazionali. Vorremmo un presidente che faccia meno rappresentanza per risultare più autorevole con il Governo» insiste Conti nel ricordare che il Pd ha chiesto il tavolo Electrolux più di un anno fa. Altrettanto critici i collegamenti infrastrutturali, non ultimo quello con l’Austria. «Rischiamo di diventare una Regione, con vocazione internazionale, chiusa su se stessa». Questo il monito lanciato da Conti bocciando le politiche del centrodestra anche su immigrazione e istruzione e ricordando che anche “sullo psicologo scolastico – segnala infine – la Regione è ferma». —

Conversazione con Giacomina Pellizzari per il Messaggero Veneto del 10 marzo 2024. Titolo: La segretaria del Pd: “Regione senza strategia di rinascita industriale e sanitaria”

In primo piano