11 Febbraio 2020

SviluppoImpresa è legge insufficiente

Shaurli: non dà alcun segnale su dove si vuole andare e come farlo / Liva: legge arriva tardi e non prevede semplificazioni taglia-costi

“E’ una Legge di manutenzione che non dà alcun segnale su dove si vuole andare e come farlo. Quante risorse mette a disposizione questa legge? Arriveranno prima del 2021? A queste domande, la legge della Giunta Fedriga non risponde, se non forse con un ‘poco e molto lentamente’. Condividiamo i tavoli di confronto, purché non servano ad analizzare l’ennesima crisi ma finalmente a prevenirne qualcuna. E poi a pensare, come fatto da altre Regioni, a serie politiche industriali, alla sostenibilità ambientale e in definitiva a un nuovo modello di sviluppo che traguardi la Regione del futuro. C’è molto lavoro da fare per rendere utile questo provvedimento e noi faremo le nostre proposte”. Lo afferma il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, a proposito della Legge SviluppoImpresa, che ha cominciato il suo iter nella Seconda commissione del Consiglio regionale.
Per il responsabile regionale Pd per l’Economia, Renzo Liva “a fronte del proliferare di continue e gravi crisi aziendali ed industriali che investono il settore manifatturiero e commerciale, è una legge che arriva in ritardo e per essere esecutiva richiede interventi la cui applicazione è rimandata a vari regolamenti, per i quali serviranno altri mesi. Inoltre non si dà priorità e mette tutto sullo stesso piano, dalle politiche industriali al microcredito, e non prevede alcuna norma di semplificazione che intervenga immediatamente a tagliare i costi nascosti della burocrazia: questo sarebbe il vero SemplificaFvg”.


L’esponente dem precisa inoltre che “manca qualunque riferimento alla logistica in una regione caratterizzata da questa vocazione”, mentre il tavolo permanente dedicato alle crisi “arriva dopo le richieste dei sindacati e del Pd, e già si presenta con un’impostazione burocratica. Deve essere – indica Liva – più simile a una task force capace di monitorare e anticipare le ricadute di fenomeni in atto, dai rapporti economici con la Cina, alla Brexit,  agli effetti del coronavirus sulle nostre imprese, ai dazi”.
“Questa è una risposta del tutto insufficiente per l’economia del Friuli Venezia Giulia dove – conclude Shaurli – recentemente ha cominciato a mostrare segni di rallentamento l’export, che è stato il traino economico di questi anni, mentre segnali di affaticamento arrivano anche dal lato della domanda interna e dei consumi”.

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