6 Marzo 2022

“Ucraini piagnoni”: dalla Lega parole pericolose

LIVA REPLICA ALL’ESPONENTE LEGHISTA ELIGIO GRIZZO: DA INCOSCIENTI RIAPRIRE QUESTIONE CONFINI

“Conosco Grizzo da troppi anni per non sapere che è una persona per bene, che ci mette la faccia. Che crede onestamente in quello che dice anche quando, come nel caso del conflitto russo contro l’Ucraina, profondamente erroneo e, peggio ancora, molto pericoloso”. Lo dichiara Renzo Liva, della segreteria regionale del Pd Fvg, replicando agli argomenti dell’esponente della Lega Eligio Grizzo, a proposito della definizione di “piagnoni” attribuita agli ucraini che avrebbero “preferito l’Europa alla trattativa”. 

“Usare il termine ‘piagnone’ verso un popolo che combatte eroicamente contro un gigante che lo sovrasta – spiega Liva – è già di per sé grave ma sono i ragionamenti che supportano tale giudizio che trasformano l’aggettivo, da un’espressione infelice e calunniosa, in un attacco all’Europa, alle democrazie Occidentali e che si configurerebbe, per un militare, in una sorta di collusione con un  Paese straniero peraltro in guerra”.”Grizzo critica la decisione dell’Ucraina di difendersi invece che di arrendersi e considera l’avvicinamento dell’Ucraina all’Europa la prova di ‘una società senza valori’.  Dunque l’Europa, l’Occidente per Grizzo sono senza valori o, perlomeno, guardare ad essi significa aver perso i propri valori che, con ogni evidenza per un accenno alla ‘cultura russa’ a cui l’Ucraina apparterebbe, non possono essere che quelli della profonda anima Russa. Zarista e ultraconservatrice e spiritualista ortodossa. Insomma l’ispirazione sono quei santoni putiniani che hanno tanto frequentato in questi anni la Lega di Salvini e Savoini. E facciamo finta di non ricordarci che lo spiritualismo si lega spesso stranamente a montagne di soldi non facilmente rintracciabili”.

“Ma non è finita – rimarca il dirigente dem – Grizzo apre il vaso di Pandora dei confini. Delle appartenenze linguistiche, culturali e storiche per cui è ovvio che il Donbass è Russo e legittima la sua pretesa. A parte la considerazione davanti agli occhi di tutti che già, senza l’intromissione di nessuno, Putin si era ripreso la Cecenia e recentemente la Crimea e che se le sue mire si fossero fermate al Donbass l’Occidente avrebbe, forse, pigramente protestato e debolissimamente reagito. Il problema è che riaprire queste questioni – ammonisce Liva – soprattutto qui, nei confini orientali affacciati nell’’Adriatico amarissimo’  di cui parla Raul Pupo in un suo recentissimo e libro, è semplicemente da incoscienti o  da irresponsabili. Concludendo, alla persona confermo stima e amicizia, alle sue opinioni proprio no, anzi, profonda indignazione”.

Foto: Oleg Doroshenko

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