14 Dicembre 2020

Ristori: impegno straordinario per comunità nazionale

ROJC: MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE HANNO LAVORATO SU EMENDAMENTI

Signora Presidente, membri del Governo, onorevoli Senatori,

il percorso politico dei Decreti che ci accingiamo a discutere è stato complesso. Ma il Paese e il Parlamento hanno recepito la loro necessità e importanza, e ritengo dunque che giungere alla loro approvazione rappresenti un significativo punto di (ri)partenza per tutti noi.
Vorrei allora dire che dobbiamo trarre profitto da questa discussione: coglierla come l’occasione che abbiamo cercato per ricollegarci alle nostre comunità, essendo parte del rapporto armonico tra la polis e gli individui che la compongono. La fatica di questa composizione è l’obbligo che ci siamo assunti quando abbiamo accettato di rappresentare tutto il popolo, come singoli senatori e come assemblea.
La pandemia ha colpito e incrinato indistintamente il cosmo della civiltà, in particolare quella occidentale, suscitando il senso della nostra umana inadeguatezza, sovvertendo molti punti di riferimento che davamo per acquisiti. Ci si è sgretolato in mano il mito asettico del progresso scientifico infinito e invincibile, è caduto il velo dall’illusione di essere cloni del pericoloso modello di un Uebermensch futuribile. In un colpo solo, salute, ambiente, economia, protezione sociale, rapporti internazionali, sono apparsi un tutt’uno indissolubile. E di questo dobbiamo farci carico.

La pandemia ci ha fatto anche intendere, senza ombra di dubbio, quanto reale sia questa nuova forma di isonomia, l’uguaglianza di fronte al rischio che tutti i cittadini, indistintamente, corrono di essere travolti dal virus. Siamo anche stati messi di fronte a spaventevoli per quanto ipotetiche classificazioni di “gerarchie” legate all’età o a situazioni di salute correlate all’accesso alle cure.
Ora, l’appello del Presidente della Repubblica a ritrovare l’unità per costruire la risposta adeguata che il Paese ci chiede, è stato colto e raccolto per darci l’opportunità di mantenere una dignità che la Costituzione garantisce come fondamento imprescindibile. Sono stati e saranno ancora mesi lunghi e difficili: e questi Ristori rappresentano un impulso a rinnovare la fede comune sul valore che i Padri costituenti hanno inciso alle fondamenta: l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. E ora più che mai il lavoro e la dignità dei lavoratori dobbiamo tutelare e sostenere.
Trovare un linguaggio comune durante i lavori delle Commissioni congiunte Bilancio / Finanze e Tesoro, ridimensionare la mole delle migliaia di emendamenti su cui maggioranza e opposizione hanno lavorato, trovare la quadra su quanto il Governo potrà fare per la nostra comunità nazionale, è stato per tutti difficile e impegnativo. Ristorare rappresenta dunque un passaggio politico di alto valore democratico, ma soprattutto un segnale forte e inequivocabile che si vuole ripartire dai cittadini, dalle peculiari necessità di chi è stato in vario modo colpito.

Chi ha voluto speculare sulla possibilità di mettere in difficoltà il Governo, ha fatto un gioco spregiudicato in primo luogo verso i cittadini. Invece, mai come ora dobbiamo renderci conto che le risorse di questi decreti, messe a disposizione con i Ristori dal Governo e dalla volontà politica della maggioranza, rappresentano un impegno di portata straordinaria per l’intera comunità nazionale. Sono risorse indispensabili per tamponare i bisogni da una parte, ma soprattutto per porre le basi di un disegno nuovo e più complesso che verrà definito nei prossimi mesi con il Next Generation europeo e che dovrà necessariamente coinvolgere le Istituzioni tutte, il Parlamento, così come le Regioni e gli Enti locali, o le realtà specifiche, e permetterci di rifondare una prospettiva di futuro che la pandemia ha drammaticamente interrotto.

Molti sono stati i capitoli, molte le problematiche affrontate durante le audizioni e la discussione. Tra le varie e innumerevoli misure avviate, mi preme sottolineare l’attenzione particolare per due complessità che sono parte integrante della realtà italiana e che hanno estremo bisogno di essere sostenute.
Abbiamo sempre asserito quanto sia importante, in questo momento, non dimenticare i più deboli. Tra questi le più esposte sono persone con disabilità o malattie disabilitanti e le loro famiglie, che non devono in nessun modo essere lasciati soli.
Il Covid infatti ha ridotto le possibilità di aiuto e intervento alle famiglie, dunque si devono aumentare le risorse e il numero delle residenze socio-assistenziali, aumentare l’impegno per progetti individuali e moduli respiro, perché la disabilità è una condizione di vita, non uno stato temporale. La malattia degli operatori ha contribuito a ridurre i servizi delle residenze (anche quelle protette per gli anziani o i malati cronici). E non ci siamo dimenticati dei genitori anziani degli utenti delle Residenze socio-assistenziali che risultano fortemente a rischio di contagio e fortemente preoccupati per il futuro dei loro figli, oltre che per se stessi.


Il secondo punto riguarda la cultura a cui abbiamo cercato di dare massima attenzione. Ci sono categorie di lavoratori che stanno vivendo questa crisi pandemica in modo drammatico: c’è stato qualcuno che asseriva che ‘con la cultura non si mangia’, ma il nostro è un Paese che vive di cultura, che viene riconosciuto nel mondo anche per la cultura. I lavoratori dello spettacolo, tra cui attori, musicisti, i cosiddetti lavoratori ‘intermittenti’, ma anche studiosi, ricercatori nel campo umanistico, traduttori, sono categorie determinanti e di formazione altissima che non vengono considerati da molti come parte produttiva del Paese. Invece, come scrive Claudio Magris nel suo accorato appello sul Corriere della sera, sono professionisti appassionati e altamente qualificati che spesso vivono di contratti occasionali e precari con teatri e fondazioni, istituzioni, atenei, case editrici.
L’impegno che ci muove è di ritrovare la centralità di queste categorie per evitare il grave declino di un’eccellenza che ci identifica e qualifica nei confronti dell’Europa e del mondo intero.

Tatjana Rojc

                                                                 
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