3 Settembre 2020

Recovery Fund: solo a chi partecipa a redistribuzione migranti

LAMORGESE: SANZIONI PER CHI NON RISPETTA ACCORDI

In una intervista al Foglio di oggi, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese spiega perché l’Europa deve valutare di dare finanziamenti economici, compreso il recovery fund, solo a chi mostra solidarietà sul tema dei migranti. La Commissione europea, entro il mese, scrive il Foglio, presenterà il suo patto sull’immigrazione e sull’asilo e questa sarà l’occasione per testare la reale volontà dell’Europa di trasformare la solidarietà oggi solo di alcuni Paesi in una misura strutturale e non su base volontaria.

Ministro: cosa si aspetta dalla Commissione? “Mi aspetto molto. Auspico fortemente che si riparta dall’accordo di Malta. Mi auguro che non vi sia alcun passo indietro e, anzi, si compia un passo in avanti. La grande novità di Malta, è bene ribadirlo, consiste nel fatto che il Paese che accetta la ricollocazione è chiamato poi ad occuparsi di tutta la procedura del riconoscimento della protezione internazionale ed, eventualmente, qualora non ci fossero i presupposti, anche del rimpatrio. E mi aspetto, dunque, che vi sia un sistema di ricollocazione non più su base volontaria ma su base obbligatoria”.

Obbligatoria, abbiamo sentito bene? “Obbligatoria. So che i Paesi del blocco Visegrad hanno una posizione molto diversa. Ma l’Unione europea è entrata in una stagione di grandi svolte. E mai come oggi è necessario dimostrare, a tutto campo, che la solidità del progetto europeo passa da una maggiore responsabilizzazione dei suoi partner. E le responsabilità non possono essere solo di natura economica“.

Il Foglio fa notare al ministro Lamorgese che il ministro per gli Affari europei della Francia, Clement Beaune, ha dichiarato recentemente che i governi dell’UE che minano alcuni i diritti fondamentali dovrebbero essere soggetti a sanzioni finanziarie tali da rendere piu’ difficile l’accesso a meccanismi come il Recovery Fund. “E io penso che sia un’idea da non sottovalutare. E ritengo che passare dall’approccio volontario all’approccio obbligatorio significhi anche questo: accettare che vi siano sanzioni per chi non rispetta gli accordi. Se vogliamo un’Europa integrata, dobbiamo partire da qui”.

(Fonte: Agenzia Dire)

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