22 Marzo 2021

Aquileia: Fondazione ancora senza presidente

TORRENTI: FEDRIGA DUPLICA UFFICI E VA CONTRO STATUTO

“E’ buona cosa che finalmente il PresidenteFedriga parli di rilancio di Aquileia, dopo aver da mesi lasciato laFondazione Aquileia senza presidente a seguito della rinunciadell’ambasciatore Zanardi Landi, che ne aveva rilanciato ilprestigio internazionale. Meno bene rallegrarsi di aver creato unufficio unico di committenza totalmente inutile, in quanto i soggettiche lo costituiscono sono gli stessi soggetti costituenti dellaFondazione, e che in più cozza con lo Statuto della stessa Fondazione, che prevede proprio nelle attività istituzionali ilcompito di conservare il patrimonio conferito in gestione, garantendola manutenzione, anche straordinaria, il restauro del patrimonio ecc. (art.7 comma b). Non sappiamo se sia l’esito di incompetenza o lavolontà di delegittimare ulteriormente la Fondazione, ma resta unerrore grave, del quale si pagheranno le conseguenze”. Lo afferma Gianni Torrenti, già assessore regionale alla Cultura ed esponente dem, commentando le dichiarazioni del presidente della Regione Massimiliano Fedriga in occasione della presentazione dell’accordodi collaborazione tra Regione e Ministero della Cultura per il rilancio di Aquileia e dell’Ufficio unico per la città romana epatriarcale.

“Si vorrebbe capire quale sia la dinamica che porta a trascurare l’indicazione di un Presidente di prestigio dacondividere col Ministro e – continua Torrenti – la scelta di non costituire un comitato scientifico che in questa fase di investimenti risulta particolarmente importante, ma piuttosto a costituire un nuovo soggetto parallelo”.

“I contributi ministeriali di molti milioni di euro (i 13 milioni citati dal comunicato ufficiale della Regione che ne ‘dimentica’ l’origine) concordati ai tempi del governo Gentiloni e giunta Serracchiani – evidenzia Torrenti – prevedevano un rafforzamento del personale della Fondazione, che pur avendo dato ottima prova di capacità di spesa negli anni scorsi, portando alla realizzazione della grande domus di Tito Macro, e ancor prima del restauro del palazzo episcopale e molto altro, risulta inadeguato alle potenzialità ed ai finanziamenti ottenuti. Ma tale rafforzamento – conclude – è esplicitamente previsto dall’art. 24 dello Statuto condiviso daRegione e Ministero”.

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