7 Dicembre 2021

Lavoro: in Abs ritrovare dialogo azienda-sindacati

SHAURLI: SOFFERENZE IN MOLTE AZIENDE IMPONGONO MASSIMO IMPEGNO

“Gli scioperi alla Abs di Cargnacco sono il segno di un malessere che deve essere preso in considerazione, a cui si devono dare risposte e se serve anche con un contributo di mediazione della Regione. Fondamentale è ritrovare il filo del dialogo tra azienda e sindacati, perché una realtà come l’ABS è diventata riferimento internazionale non solo per l’impegno della proprietà ma anche per quello dei lavoratori”. Lo afferma il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, dopo la seconda giornata di sciopero alle Acciaierie Bertoli Safau S.p.A di Cargnacco (Udine).
Per il segretario Pd “le sofferenze in molte altre aziende della regione dall’Isontino al Pordenonese impongono una seria riflessione e il massimo impegno delle Istituzioni, nella difficile fase che sta attraversando il nostro tessuto produttivo, colpito come altri dalla crisi congiunturale dell’Oil & Gas peggiorata dalla carenza di materie prime. Si finisca di dire che va tutto bene – aggiunge Shaurli – come fa l’assessore Bini, non ci si accontenti di citare come un mantra l’aumento del Pil, certo positivo, per dichiarare incomprensibili o peggio fastidiosi, come pare accadere in questi giorni, scioperi, rivendicazioni e presidi a tutela dell’occupazione”.
“Non si dimentichi mai che in Italia ed in Regione ci sono ancora profonde diseguaglianze – spiega Shaurli – professionali, territoriali, generazionali e di genere. Nella ripresa che fortunatamente c’è, ci sono molte persone che dalla pandemia escono peggio e con molte incertezze in più. Servono certo investimenti e strumenti per le imprese, ma mai come oggi serve soprattutto il coraggio di scelte innovative: patti virtuosi per evitare delocalizzazioni sempre sulle spalle dei lavoratori e magari con soldi pubblici, investimenti per la formazione continua, scelte forti per una reale parità di genere e – conclude – per dare una prospettiva ai nostri giovani a partire da una seria discussione sul salario minimo garantito come nei più moderni Paesi europei”.

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