1 Febbraio 2021

Governo: no alibi, giocare a carte scoperte

SERRACCHIANI: METTERE DA PARTE PRIORITA’ PERSONALI

Risolvere la crisi di governo è possibile, se tutti accettano di «mettere il bene degli italiani davanti a tutto». Debora Serracchiani, vice-presidente Pd, spiega che la discussione sul programma serve anche a togliere «alibi» a chiunque e aggiunge che anche Matteo Renzi deve capire che «non si può eccedere nel tatticismo». Giuseppe Conte è il «punto di equilibrio nella maggioranza», ribadisce, ma questo non significa dire “o lui o elezioni”, come ha fatto anche ieri Goffredo Bettini: «Zingaretti in direzione ha detto che noi non auspichiamo di andare alle elezioni e che in ogni caso non sono nella disponibilità del Pd, ma in quella del presidente della Repubblica», dice la Serracchiani.

Serracchiani, Fico ha convocato un secondo giro di incontri, sul “programma”. Vede più vicina la soluzione di questa crisi?

«Intanto credo sia opportuna una precisazione: tutto questo nasce da quello che è accaduto prima che la crisi si aprisse per decisione di Iv. Noi del Pd, da novembre, avevamo chiesto che la maggioranza si consolidasse e superasse un momento di criticità attraverso un forte patto di legislatura».

E siete più ottimisti rispetto a qualche giorno fa?

«Ci auguriamo di sì. Abbiamo detto fin dall’inizio che bisogna mettere il bene degli italiani davanti a tutto, ci auguriamo che tutti lo stiano facendo. Se si mettono da parte sentimenti e priorità personali ce la facciamo».

Per voi, M5s e Leu, avete detto: Conte premier. Il fatto che Renzi continui a tenere le carte coperte su questo non vi insospettisce?

«Credo non si debba dare alibi a nessuno. Il modo migliore è giocare a carte scoperte. Intanto c’è la chiarezza di tre partiti della maggioranza che individuano in Conte il punto di sintesi e equilibrio. Siccome Iv ha detto che il tema non erano i nomi ma i contenuti, allora lavoriamo sui contenuti. Finito questo lavoro ci auguriamo che anche Iv converga su quello che è un punto di sintesi della maggioranza».

Vi aspettate che lo faccia?

«Credo non si possa eccedere nel tatticismo. La crisi è stata aperta da Iv in maniera improvvida, nei tempi e nei modi. Oggi la crisi deve essere l’opportunità per mettere in campo un percorso che rafforzi la maggioranza. Non penso si possa andare avanti solo sulla base della tattica. Mi auguro che il presidente Renzi capisca che non si può fare».

E se così non fosse? Ieri Goffredo Bettini ha avvertito di nuovo: governo Conte o elezioni. È la linea del Pd? Non avevate detto che le elezioni sono da evitare?

«Indicare il pericolo di elezioni non significa volerle. In direzione il segretario ha detto con chiarezza che Conte è punto di sintesi e equilibrio e che si lavora per una maggioranza anche senza porre veti a Iv. Ma ha anche detto che noi non auspichiamo di andare alle elezioni, che in ogni caso non sono nella disponibilità del Pd ma in quella del presidente della Repubblica, se non ci fosse un’adeguata maggioranza parlamentare. Il Pd lavora per trovare la soluzione che dia un governo forte, solido».

Al tavolo con Fico cosa chiederete di inserire nel patto di legislatura?

«Abbiamo indicato sei punti fondamentali: il Recovery fund come mezzo per un nuovo modello di sviluppo del paese; le riforme del fisco e della giustizia, che sono essenziali; le riforme istituzionali, compresa una legge elettorale proporzionale; la riforma delle politiche attive del lavoro e, infine, le infrastrutture sociali: scuola, sanità, servizi… Questi sei punti per il Pd sono fondamentali».

Orlando, vice-segretario, al congresso della Sinistra italiana ha rilanciato l’idea di un rapporto stabile anche con M5s. È il momento di rendere strutturale questa alleanza?

«Un passo alla volta. Io credo francamente che dobbiamo prima di tutto superare una crisi che rischia di mettere in discussione tutto. Il nostro obiettivo deve essere concentrarci su questa crisi. In questo anno e mezzo abbiamo lavorato con M5s, ci sono state convergenze su alcuni temi e distanze su altri. Ora lavoriamo ad ulteriori convergenze per costruire un campo comune».

(Intervista rilasciata da Debora Serracchiani a Alessandro Di Matteo per il quotidiano La Stampa e le testate del Gruppo Gedi)

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