2 Dicembre 2006

Relazione di Debora Serracchiani all’assemblea cittadina di Udine

La verità è che siamo apparsi come un partito lontano dalla realtà. Non siamo stati capaci, ciascuno, di andare oltre il proprio elettorato. Mai una parola chiara, mai una linea netta e soprattutto mai una linea unica. E’ per questo motivo che i nostri elettori, per disperazione e per assenza di alternativa, hanno votato altri. Di Pietro, per esempio, a capo di un partito fai da te, personale e personalista, che nulla ha a che fare con il centro sinistra. E il problema non è stato solo quello di averlo scelto come alleato, ma quello di avergli fatto fare opposizione da solo su temi che ci devono appartenere per definizione, come il conflitto di interessi e la questione morale. L’ho già detto più volte, la differenza tra noi e l’Italia dei Valori, sta nel fatto che noi parliamo in tanti e sempre iniziando la frase con l’“io”; loro parlano più semplicemente ed utilizzando solo due modi di apertura “Berlusconi ha detto; l’IDV dice”. La differenza è enorme e si vede.
La diversità è la ricchezza del nostro partito, ma questo partito deve imparare a votare, deve imparare ad assumere decisioni, se necessario, anche solo a maggioranza e deve sempre, alla fine, arrivare alla sintesi della propria linea politica. Dobbiamo imparare a parlare unitariamente da PD.
E’ giusto il dissenso, è giusta la scelta di coscienza, ma la libertà di coscienza non deve essere il paravento dietro il quale nasconderci quando non riusciamo a creare la sintesi.
E dobbiamo smetterla di pensare che tutta la colpa sia dei giornali che fanno illazioni e che hanno come solo obiettivo quello di mettere in difficoltà il PD, perché ci mettiamo molto del nostro.
Alcuni esempi per tutti: su un argomento complesso come quello del testamento biologico è giusta la libertà di coscienza, ma quando c’è una posizione prevalente all’interno del PD, questa deve avere il giusto riconoscimento, perché altrimenti si finisce con il parlare solo della posizione di dissenso e non di tutte le altre, perché si finisce con il guardare a quell’astensione, ma non alla compattezza del resto del gruppo. Trovo, quindi, che sia un errore assoluto quello di aver indicato come capo gruppo alla commissione sanità del senato, chi non è portatore della posizione prevalente all’interno del PD. Non si può decidere di dialogare, e non intendo entrare in questa sede nel merito della decisione, con un partito di centro all’opposizione alla vigilia della presentazione di emendamenti al ddl Calabrò frutto di una “ulteriore mediazione”, come sono stati definiti, che hanno il plauso entusiasta del leader di quel partito e sperare che i giornali non facciano illazioni. Così come è intollerabile che il partito dia mandato all’allora vice segretario di chiudere la trattativa sullo sbarramento alle europee e che poi vi siano critiche sulla scelta il giorno dopo sul giornale, sull’assunto che non si hanno incarichi di partito e che, quindi, in quanto semplici iscritti al PD si possa liberamente esprimere il proprio pensiero.
La verità è che in questi pochi mesi di vita del PD si è avuta la netta impressione che l’appartenenza al nuovo partito fosse sentita più dalla base che dai gruppi dirigenti. Dobbiamo superare i protagonismi ed i personalismi ed avere una nostra linea politica, che non sia una linea politica ancorata al passato, ma nuova e rinnovata. E per farlo dobbiamo rinnovare il nostro modo di pensare ed il nostro modo di proporci all’elettorato. Abbiamo bisogno di una nuova generazione politica, che non è solo una questione anagrafica, ma di mentalità diversa, una mentalità che non sia ancorata alla difesa dell’identità, ma votata alla costruzione convinta del PD.
L’Assemblea costituente di sabato ha eletto il nuovo segretario nazionale. Continuare a discutere se sia stata la scelta migliore o se si doveva avere il coraggio di fare qualcosa di diverso, non ci porterà da nessuna parte. Dario Franceschini ha un compito difficile, perché non è un volto nuovo ed avrà bisogno di dare credibilità nuova al partito in vista dei prossimi impegni elettorali ormai alle porte. Ha lanciato idee nuove, ha bisogno di poter lavorare liberamente e noi, che ancora crediamo nel progetto del PD, abbiamo il dovere di dargli fiducia. Mi auguro che la fiducia sia ben riposta e che veramente si agisca con lo scopo di costruire il PD, anche se questo vorrà dire avere il coraggio di lasciare a casa qualcuno. Abbiamo il dovere di crederci, abbiamo il dovere di esserci, abbiamo il dovere di essere l’opposizione, perché dall’altra parte c’è il vuoto e non possiamo lasciare questo paese nella mani della destra. Abbiamo il dovere di proporre l’alternativa al paese con progetti chiari.
Mentre noi eravamo presi dai nostri infiniti problemi, abbiamo lasciato che passassero gli attacchi alle istituzioni ed ai valori costituzionali. Noi non ci possiamo riconoscere in un paese che crede che la sicurezza possa essere messa nelle mani di dilettanti politicizzati che si divertono a fare gli sceriffi; noi non ci possiamo riconoscere in un paese che pensa che gli immigrati siano i criminali; noi non possiamo riconoscerci in un paese che non investe nella scuola, nell’università e nella ricerca; noi non ci possiamo riconoscere in un paese che pensa di integrare ghettizzando; noi non ci possiamo riconoscere in un paese che pensa di superare la crisi economica solo prendendola più allegramente; noi non ci possiamo riconoscere in un paese che considera fannulloni i propri lavoratori e che non fa nulla per aiutare i lavoratori precari; noi non ci possiamo riconoscere in un paese che ritiene normale che il presidente del consiglio non si dimetta dopo la condanna del proprio avvocato per un reato che lo vede coinvolto nella stessa misura e noi non ci possiamo riconoscere in un paese che crea lo strumento dello sciopero virtuale per minare il diritto costituzionale allo sciopero.
E non ci riconosceremo in un partito che non capisca quanto sia importante tornare a parlare agli italiani per dire quello che, con una sola voce, pensa.
A Udine, in questi mesi, abbiamo avuto un atteggiamento diverso, maturo e unitario.
Questa segreteria, nata non senza difficoltà come certamente ricorderete, è una segreteria unita che pensa solo a lavorare per la costruzione dell’identità democratica. Desidero sottolineare a voi tutti come in questi, che si sono rivelati momenti estremamente difficili, abbia dimostrato grande compattezza ed unità anche il nostro gruppo consigliare.
Non era affatto scontato che, di fronte a questioni così complesse che hanno avuto anche una risonanza mediatica nazionale, il gruppo mantenesse quella unità che lo ha contraddistinto e che ha impedito agli altri di metterci in difficoltà e di mettere in difficoltà l’amministrazione. Sono convinta che la città lo abbia capito e che ci abbia apprezzato.
La linea del silenzio non è stata, come qualcuno ha pensato, il paravento per coprire le divisioni, ma il frutto della condivisione del rispetto verso la persona e la sua famiglia. Contrariamente a quello che si è letto sui giornali, il gruppo non si è mai diviso e mai ha tolto fiducia al proprio Sindaco. Avremmo gradito che il silenzio fosse stato seguito anche ad altri livelli, ma ciò non è stato e ne prendiamo atto.
Dobbiamo lavorare ancora molto. E’ necessario che il Sindaco capisca che solo dalla condivisione delle idee e dalla partecipazione nella loro attuazione nasce la forza di questa amministrazione. Da parte nostra abbiamo il dovere di continuare sulla strada dell’unitarietà, perché solo se si rafforza il PD, si rafforza questa amministrazione.
Abbiamo un compito gravoso, perché Udine è sotto la lente di ingrandimento: tutti ci guardano come all’unica grande roccaforte di centro sinistra rimasta dopo lo tsumani del 2008. Ci dispiace che il consigliere Torretta abbia lasciato il nostro gruppo, ma credo che le motivazioni per cui l’ha fatto si commentino da sole. Il PD di Udine non è un luogo dove qualcuno si possa sentire ospite, ma è il luogo dove umilmente lavoriamo alla costruzione del nuovo partito ed alla realizzazione del programma elettorale che ha convinto gli udinesi e che ci ha reso il partito di maggioranza relativa. Lo dobbiamo a chi ci ha eletto ed invito ogni nostro consigliere a non dimenticare mai che la fiducia che ci è stata data, anche grazie al simbolo del nostro partito, richiede in cambio lavoro, impegno e responsabilità. Da parte di questa segreteria ci sarà tutto l’appoggio necessario e verranno, se dovute, le critiche costruttive che servono a farci crescere. Naturalmente anche questa segreteria è pronta a farsi carico dell’impegno ed è pronta a ricevere tutti i contributi, anche critici, che saranno ritenuti utili. Siamo tutti qui per imparare e nessuno ha il diritto di ritenersi più competente di altri o più utile a sé stesso prima che agli altri.
Trovo giusto che a quattro mesi dall’elezione, e di fronte ai cambiamenti di questi giorni, vi presenti il lavoro che è stato fatto da questa segreteria, anche grazie alla preziosa collaborazione della Presidente di questo partito che ringrazio e che ho avuto modo di apprezzare. Permettetemi una battuta: può darsi che questo partito per la sua costituzione abbia dovuto scendere a dei compromessi e che questo abbia creato dei malumori, ma lavorando fianco a fianco, posso assicurarvi che le differenze si superano e servono solo ad accrescere. Spero che lo stesso avvenga a tutti i livelli ed in tutti i gruppi dirigenti. Se questo non sarà, vorrà dire che non abbiamo dirigenti che meritano questo partito.
In questi mesi abbiamo, dunque, fatto diverse assemblee cittadine, anche in presenza del Sindaco e degli assessori. Abbiamo messo in campo diverse iniziative per il tesseramento in tutti i circoli della città ed abbiamo organizzato degli incontri di grande rilievo come quello con i consiglieri regionali, quello in difesa della costituzione e quello sul testamento biologico che ha avuto grande successo. E’ già organizzato a marzo un incontro sui temi della sicurezza e del razzismo in sala aiace e nei primi giorni di aprile metteremo in campo l’iniziativa su etica e politica che abbiamo rinviato.
Riteniamo che proprio perché l’unico riferimento importante di centro-sinistra, questa città si debba far carico di dialogare con i comuni contermini per la ricerca di azioni comuni su temi quali l’ambiente, la mobilità ed il lavoro. E’ per questo che abbiamo promosso un incontro con i segretari PD dei comuni a noi vicini per ricercare temi comuni e per sottolineare che siamo a disposizione di tutti per collaborare alle prossime campagne elettorali.
Dobbiamo impegnarci a tornare a parlare agli udinesi ed a recuperare quelli che, a causa dei problemi nazionali, ci hanno lasciato o che ci guardano con maggiore diffidenza, perché quelli che abbiamo perso sono quelli che guardavano a noi con interesse civile e politico e che devono superare, come noi, le delusioni di quest’ultimo periodo.
Ci impegneremo, inoltre, nella ricerca del dialogo costruttivo con quelle forze che siedono nei banchi dell’opposizione, ma che sono a noi vicine per storia e valori e che in quei banchi non si riconoscono. Ci impegneremo inoltre nel recuperare ed avvicinare a noi quelle esperienze che hanno fatto la storia di questa città e delle quali non possiamo fare a meno.
Dobbiamo rafforzare la maggioranza che siede a Palazzo d’Aronco, che è una maggioranza giovane, composita e che è stata e sarà al centro degli attacchi della destra, che ha tutto l’interesse ad indebolire l’unica amministrazione non allineata.
A quasi un anno dalla sconfitta elettorale chiediamo, inoltre, la predisposizione di un programma che ci consenta di lavorare per riconquistare la regione e che alla definizione di questo programma possano partecipare tutti i circoli. Così come crediamo che i circoli dovrebbero essere coinvolti nelle indicazioni delle candidature alle prossime elezioni europee.
Bisogna ridare parola e fiducia alla base del partito.
Il lavoro che si aspetta sarà difficile ed abbiamo il dovere di essere ottimisti.
Grazie.
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