13 Novembre 2007

Legge Finanziaria. Le proposte presentate dal gruppo PD al Senato

La manovra alternativa è contenuta in un complesso emendamento al disegno di legge finanziaria, articolato in 9 punti:
1. Incremento delle detrazioni per i redditi da lavoro dipendente (1.0.1 – bis)
2. Detassazione del salario da contrattazione aziendale e di secondo livello (1.0.1 – ter)
3. Riconoscimento su base universalistica dei trattamenti di disoccupazione. Estensione dei trattamenti di cassa integrazioni guadagni ordinaria (1.0.1 –quater)
4. Pagamento dell’IVA per cassa (1.0.1 – quinquies)
5. Deducibilità interessi passivi (1.0.1 – sexies)
6. Riduzione trasferimenti in conto capitale alle imprese (1.0.1 – septies)
7. Rimborsi fiscali e pagamenti fornitori (1.0.1 – octies)
8. Detrazione fiscale a favore lavoratrici dipendenti, autonome e parasubordinate (1.0.1 – nonies)
9. Istituzione dell’Autorità per la trasparenza e la valutazione delle pubbliche amministrazioni e nuove norme in materia di retribuzioni dei dirigenti pubblici (1.0.1 – decies)
L’emendamento del PD prevede un aumento delle detrazioni IRPEF sui redditi da lavoro dipendente per le famiglie con reddito medio-basso e trasforma la detrazione in un assegno per coloro che, avendo redditi così bassi, non sono tenuti ad alcun pagamento IRPEF. Si tratta di una misura permanente, non una tantum, che incrementa il potere d’acquisto delle famiglie più deboli.
Abbiamo, inoltre, proposto un sistema universale di ammortizzatori sociali esteso a tutti i lavoratori, anche precari.
Altre proposte da noi avanzate riguardano i contributi alle imprese, che non devono più essere dati a pioggia e un impegno a che lo Stato rispetti nei propri pagamenti (a cittadini e imprese) gli stessi tempi (ristretti) a cui sono tenuti i cittadini e le imprese nei confronti dello Stato.
Nell’ambito della manovra di sostegno ai redditi (e quindi alla domanda interna) e di sviluppo degli investimenti pubblici il PD ha proposto vari emendamenti volti ad allargare i vincoli del patto di stabilità per gli enti locali. Questa opportunità deve essere offerta ai Comuni “virtuosi” (quelli che hanno rispettato il patto di stabilità); devono essere svincolate risorse proprie dei Comuni, quali gli utili derivanti da partecipazioni azionarie di società di gestione dei servizi pubblici locali o derivanti da gestioni dirette di servizi pubblici economici; risorse dell’Unione Europea che prevedono cofinanziamenti da parte degli enti locali. Devono essere sbloccate queste risorse per investimenti, in particolare per infrastrutture e per la sicurezza nell’edilizia scolastica; investimenti utili per la qualità della vita delle persone e capaci di sviluppare la produzione, i redditi, l’occupazione e la domanda interna.
Questi sono i contenuti di un emendamento da me proposto, insieme con altri del PD sull’allentamento dei vincoli del patto di stabilità.
Il Governo non ha accolto nessuna delle nostre proposte; ha introdotto un proprio emendamento che rinvia a un DPCM la determinazione di criteri e che prevede una normativa estremamente centralistica per eventuali autorizzazioni ai singoli Comuni per il superamento dei vincoli del patto per investimenti.
In primo piano