12 Febbraio 2008

Roma ore 11

TEATRO CONTATTO 07/08 per ScenAperta
16 febbraio 2008, ore 21
Udine, Teatro Palamostre

ROMA ORE 11
di Elio Petri
diretto e interpretato da Anna Gualdo, Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti, Mariàngeles Torres

una produzione Artisti Riuniti / Mitipretese, in collaborazione con Teatro Eliseo
miglior spettacolo di innovazione Premio ETI – Gli Olimpici del Teatro 2007
spettacolo realizzato a Udine in collaborazione tra stagione Teatro Contatto e Rassegna Akrópolis 8 – Teatro Club
Al termine dello spettacolo la compagnia incontrerà il pubblico

Si parlerà di lavoro, di disoccupazione, di un’Italia del passato ma ancora per tanti versi specchio del presente a Contatto, la stagione di nuovo teatro del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG: l’occasione per farlo sarà offerta dallo spettacolo Roma ore 11 della compagnia Mitipretese, nuova tappa del programma Inˍcoscienti, e realizzato a Udine in collaborazione con Teatro Club per ScenAperta. Mitipretese è una nuova formazione costituita da quattro bravissime attrici italiane – Sandra Toffolatti, Manuela Mandracchia, Mariàngeles Torres e Anna Gualdo – che hanno appena intrapreso un percorso alternativo a quello delle produzioni stabili che tante volte le hanno viste protagoniste sotto la guida di tanti notissimi registi italiani, da Luca Ronconi, a Massimo Castri, Cesare Lievi e ad altri grandi nomi.
Roma ore 11 racconta una storia che prende inizio dalle colonne di un annuncio apparso molti anni fa sul Messaggero di Roma. “Signorina giovane intelligente volenterosissima attiva conoscenza dattilografia miti pretese per primo impiego cercasi. Presentarsi in via Savoia 31, interno 5, lunedì ore 10-11”. Questo trafiletto apparve nella pagina degli annunci economici, domenica 14 gennaio 1951. Quel lunedì mattina, a quella selezione, si presentarono oltre duecento ragazze. Il crollo di una scala sulla quale si erano accalcate in attesa di presentarsi, provocò il ferimento di settantasette ragazze e purtroppo anche la morte di una di loro. Da questo fatto di cronaca, Elio Petri, al tempo giovane giornalista alle prime armi, condusse un’approfondita inchiesta sul campo che servì poi al regista Giuseppe De Sanctis e a un gruppo di cineasti del neorealismo per la sceneggiatura di un film-verità sull’Italia degli anni Cinquanta.
Il fatto che duecento candidate si fossero presentate per un solo posto mal pagato era “un dito puntato sulla piaga della disoccupazione”. Petri condusse l’inchiesta in modo organico, capillare: ragazza per ragazza rintracciò le loro storie, le loro famiglie, gli ambienti, registrò le espressioni dei volti, sondò i sogni e le attese, decifrò le idee di giustizia ed ingiustizia, ricostruì l’immagine di quel mondo. Più di un’inchiesta, l’indagine di Petri divenne una denuncia delle miserie, della disperazione, delle prepotenze anche sessuali subite dalle ragazze, cosa che costò al film il boicottaggio e la censura.
Oggi, quel libro inchiesta capitato nelle mani delle quattro attrici di Mitipretese è diventato per loro l’occasione per mettersi alla prova su un soggetto che permettesse loro di affrontare ruoli al femminile diversi, più autentici, vivi e attuali rispetto a quelli di “madre-moglie-figlia-amante”. “La spinta iniziale che ci ha fatte incontrare – raccontano le attrici di Mitipretese – è stata la voglia condivisa di trovare un luogo e un tempo per “fare un teatro” che ci appartenesse di più. Dopo anni di vita di tournèe abbiamo sentito l’esigenza di fermarci, di cercare uno spazio protetto dove poterci fare domande senza cercare subito risposte. Ci siamo trovate per la prima volta a fare una regia, ad avere la responsabilità di cosa portare in scena e di come farlo. E tutto questo insieme: quattro attrici che si confrontano, che si parlano, che litigano, con la volontà di fare davvero un lavoro in comune, senza un “capo”. Tutte cose non facili. E mentre cercavamo testi teatrali che parlassero di un femminile diverso dai soliti ruoli ci siamo imbattute in “Roma ore 11”. Appassionandoci a quel mondo e a quelle storie, quasi per scoprire cosa fosse successo nel frattempo, come e quanto fossimo cambiati, ci è venuta la curiosità di tornare nei quartieri di Roma e di parlare con le ragazze che oggi hanno vent’anni: quali sono le loro aspettative sul lavoro, i loro sogni, le loro paure? Sorprendentemente le loro risposte non sono state così diverse e lontane da quelle delle ragazze di via Savoia. In quei giorni del ’51, tra l’altro, Roma era una città in stato d’assedio. Si aspettava l’arrivo di Eisenhower per cementare l’adesione italiana al Patto Atlantico che avrebbe anche significato l’ingresso in guerra contro la Corea. Le strade della città erano piene di polizia e manifestanti che inneggiavano alla pace. Ci ricorda qualcosa?”.

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