6 Ottobre 2008

Maniago: “Ospedale un coro a due voci”

«Ormai il tema dell’ospedale civile di Pordenone si è trasformato in un coro a due voci: da una parte il presidente Tondo e dall’altra il sindaco Bolzonello. Cosa ne pensa la giunta di un Comune capo mandamento come Maniago?». Le dichiarazioni sono di Fabrizio Milanese, coordinatore del circolo del Pd di Maniago e Vajont. La situazione, già precaria, di un ospedale come quello presente nella città delle coltellerie potrebbe essere aggravata dal futuro incerto del santa Maria degli Angeli. «Se Spilimbergo ha, comunque, un altro riferimento come San Daniele, e la parte bassa della provincia si può rivolgere agli ospedali del Veneto o dell’area udinese, il territorio maniaghese resta tagliato fuori – ha specificato Milanese – Mi faccio carico di esternare la forte preoccupazione registrata nell’ultima seduta del direttivo di circolo di Maniago-Vajont di cui sono rappresentante: forte preoccupazione che mi hanno espresso anche molti concittadini». Le scelte sul futuro dell’ospedale di Pordenone non sono un tema che possa riguardare esclusivamente l’amministrazione della città sul Noncello, essendo la struttura a servizio dell’intero territorio provinciale. Da quanto dichiarato dal rappresentante del Pd, i comuni della Provincia, in special modo quelli della fascia pedemontana (maniaghese e spilimberghese), oltre ad aver visto negli anni un progressivo, quanto inevitabile “alleggerimento” di quelli che erano i loro ospedali di riferimento, si trovano inesorabilmente a gravitare sulla struttura ospedaliera pordenonese e, a differenza degli utenti della zona bassa pordenonese, non si trovano in condizioni di poter optare per soluzioni alternative di alcun tipo. «La scelta di ricorrere alla costruzione di un nuovo ospedale – ha dichiarato Milanese – di per sè bloccherebbe tutti gli investimenti per l’adeguamento e l’ammodernamento dell’attuale, profilando di fatto una situazione di “congelamento” che porterebbe a usufruire di una struttura in progressivo “disarmo” per un tempo indeterminato (o determinabile in non meno di 10, 15 anni) con tutte le ripercussioni che si avrebbero sulla qualità dei servizi erogati». Milanese ha constatato che in questo quadro «preoccupa il silenzio dell’amministrazione Belgrado, ed è forte il desiderio di conoscere quale sia la posizione in merito e quali atti si intendano intraprendere». In sostanza, i maniaghesi, che hanno già sperimentato sulla propria pelle i tagli e le riduzioni dei servizi sanitari, hanno il diritto di sapere se e quale opinione l’amministrazione ha in merito oppure se «questo preoccupante silenzio serve solamente ad assecondare in modo acritico i disegni della giunta Tondo». Sull’argomento il gruppo consiliare del Pd presenterà un ordine del giorno. (l.v.)
Messaggero Venedo- Pordenone
5 ottobre 2008
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