15 Ottobre 2008

Intervento del capo gruppo del pd, Moretton, per la visita del Ministro Fitto

Signor Ministro, la sua presenza qui, oggi, vuole avere un significato ben preciso per noi: quello di tentare un dialogo che faciliti il percorso e la condivisione di un federalismo fiscale che torni utile alla nostra Regione, al nostro territorio e, soprattutto, ai nostri concittadini. Lei ben sa che la nostra è una Regione a statuto speciale e ritengo imprescindibile partire da questa realtà per considerare il nuovo federalismo che meglio può adattarsi al Friuli Venezia Giulia. Mi pare chiaro ed evidente che lo scopo di questo disegno di legge sia quello di riconoscere e attribuire alle regioni e ai rispettivi enti locali quelle risorse che consentano a questi soggetti di progredire ed amministrarsi secondo le proprie peculiarità e bisogni. Pur trattandosi di una norma che coinvolge l’intero Paese, l’Italia, ritengo che proprio la complessa diversità geofisica del territorio nazionale debba determinare una molteplicità di scelte. Ed è proprio in questo contesto che il federalismo per il Friuli Venezia Giulia va considerato in relazione della realtà che questa nostra regione ha saputo, nel tempo, concretizzare proprio in funzione di quei bisogni e di quelle prospettive che la sua posizione geopolitica le consentiva e obbligava a perseguire. Come Le è certamente noto, sono state avviate procedure con regioni e stati confinanti per prospettare e promuovere percorsi comuni finalizzati allo sviluppo economico, culturale e sociale, in una sinergia volta a realizzare l’Euroregione. Ed è evidente che questo percorso non può fermarsi, né tanto meno arretrare! Va invece rafforzato e potenziato per poter dialogare direttamente con gli altri stati europei in merito a ragioni di confronto e tutela del nostro territorio. E mi riferisco, in particolare, ad interscambi ed infrastrutture. Inutile dire che l’essere già Regione a statuto speciale, in qualche modo, ha già fatto sì che siano stati avviati inevitabilmente accordi e protocolli di intesa con gli stati confinanti. Ora una maggiore autonomia fiscale della regione e degli enti locali consentirebbe un rafforzamento di questo processo con notevoli vantaggi per le rispettive realtà territoriali. Voler porre un limite, una condizione o una specifica direttiva – come si intende o si legge con il federalismo di vantaggio – vorrebbe significare un notevole svilimento del risultato. Anche perché, pur appartenendo ad una unica, seppur limitata, realtà regionale, le nostre province molto si differenziano fra loro. Credo pertanto che prima di arrivare ad una approvazione definitiva di questo disegno di legge sarebbe necessario valutare quali siano per ogni regione le reali aspettative circa il risultato del federalismo fiscale. Ogni regione infatti si aspetta e pensa di poter acquisire per merito dei suoi effetti maggiore autonomia economica ma soprattutto la possibilità di attuare delle scelte. Il Friuli Venezia Giulia non può rinunciare alla sua specialità e alla sua autonomia, deve invece acquisire dal nuovo federalismo fiscale maggiori risorse per riuscire a dare poi un’equa ridistribuzione delle stesse al territorio. Tutto ciò è possibile se manterremo la nostra autonomia e potremo utilizzare tali risorse liberi da vincoli e limitazioni. Non possiamo dimenticare e non chiedere con determinazione la conquista ottenuta dal centrosinistra nella passata legislatura che oggi rischia di venir vanificata . L’errore sarebbe gravissimo perché quella era la strada per giungere al vero federalismo fiscale. Il Presidente Tondo aveva prima promesso, poi aveva temporeggiato, ed ora sembra rassegnato a voler rinunciare ad una compartecipazione libera da ogni vincolo. Con tali presupposti è difficile credere ad un federalismo che migliori la realtà della nostra regione che sembra non avere più nemmeno la garanzia di mantenere ciò che con fatica, nel tempo, avevamo conquistato. Oggi Lei è qui, e, scendendo nelle specifiche realtà, e meglio ancora, nella specifica realtà della nostra Regione, da Lei vorremmo essere rassicurati circa le cose che potremmo ottenere e le cose che invece rischiamo di perdere, considerato che questa maggioranza di centrodestra ci propina ogni giorno qualcosa di nuovo ma, per ora, niente di concreto. Ecco perché per evitare che ognuno possa dare una diversa interpretazione personale alla fiscalità di vantaggio, vorrei fosse proprio Lei, Signor Ministro, a definirla affinché non possano esserci malintesi sia di opinione che di azione. In più, vorremmo ancora che Lei potesse convincerci che l’azione del governo nazionale vuole muoversi nella direttiva di un vero federalismo regionale, ad ampio raggio, e non, invece, in quella di un federalismo riduttivo che rischierebbe solo di compromettere il potenziale sviluppo che dovrebbe essere appannaggio esclusivo di ogni regione. Noi vorremmo trovare un percorso che ci unisca in questo obiettivo, perché perseguiamo il bene delle nostre comunità, ma certamente per muoverci in questa direzione bisogna saper dialogare e confrontarsi, magari riconoscendo e mantenendo ciò che di buono già esiste senza contrapporsi unicamente perché i risultati sono stati ottenuti dalle forze che nella precedente legislatura governavano. Infine vorrei che Lei ci togliesse definitivamente almeno il dubbio, se le regioni a statuto speciale manterranno la loro specialità o se questo vostro ddl tende ad annullarle. Qualcuno dei ministri che l’ha preceduta qui in regione si è contraddetto proprio su questo argomento. Mi auguro che quella opinione, soprattutto quella di chi voleva cancellare la specialità, possa essere considerata una valutazione soggettiva perché, signor Ministro, Lei converrà, che il Friuli Venezia Giulia, proprio per la sua posizione geopolitica, e non solo, non può essere considerata proprio una regione come tutte le altre.
Trieste, 14 ottobre 2008
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