22 Ottobre 2008

Codega, Pd: Dossier scuola

SALVA LA SCUOLA

SALVA L’ITALIA

DOSSIER SULL’EMERGENZA SCUOLA

( A CURA DI FRANCO CODEGA )

PREMESSA

Con il Decreto 112 di giugno convertito in Legge 6 agosto 2008,n.133 e la Legge 137 del 1 settembre il Governo Berlusconi ha introdotto tutta una serie di provvedimenti e di tagli che rappresentano un vero terremoto per il futuro prossimo della scuola. Quanto fatto è inaccettabile nel metodo e nel merito :

Nel metodo : non si può procedere ad interventi così massicci che riguardano la vita della scuola a colpi di maggioranza unilaterale , senza un coinvolgimento della gran parte della gente sulla cui testa la riforma dovrà calare.

Nel merito : in quanto i tagli , in parte necessari, non possono trasformarsi in vera e propria macelleria sociale che mettono a repentaglio la tenuta dell’intero sistema scolastico. Infatti i tagli previsti, per il triennio 2009/2011, sono di ben 7 miliardi e 832 milioni e di 130.000 posti negli organici del personale (87.000 docenti e 43.000 tecnici, bidelli, amministrativi).

Il Commento di Veltroni

“ La verità è che il Governo, in particolare il Ministro Tremonti e il Ministro Gelmini, considerano la scuola una riserva finanziaria ove tagliare in modo indiscriminato per tentare di far tornare i conti del bilancio dello Stato a danno del futuro dei nostri figli e dunque del futuro del Paese! La scuola passa da settore strategico a solo capitolo di spesa. Con conseguenze disastrose “

Sempre nei provvedimenti estivi si stabilisce che le scuole inferiori al numero di 500 alunni sono da considerare sottodimensionate e pertanto nella prospettiva di essere accorpate.

Il Decreto 7 ottobre 2008 n. 154, all’art. 3 , ad integrazione dell’art, 64 della Legge n.133, ordina che si proceda già entro il 30 novembre 2008 al Piano di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche in rispetto dei nuovi parametri. Si diffidano Regioni e Enti locali ad adottare entro 15 giorni tutti gli atti amministrativi in tal senso, pena la nomina di un commissario ad acta.

E’ da sottolineare la inaccettabilità del tono di tale Decreto : si trattano Regioni e Enti Locali come Uffici subalterni tenuti all’obbedienza assoluta , altro che Federalismo regionale !!

Di fatto ciò comporterà la chiusura degli istituti in tanti piccoli centri, nelle isole minori e nei comuni di montagna. Le conseguenze saranno un aumento dei costi per gli enti locali, un aumento degli alunni per scuola ,con facile previsione , un aumento dell’abbandono scolastico.

Questi tagli sono talmente insostenibili da mettere in discussione anche i livelli minimi di funzionamento delle scuole. Le conseguenze più gravi saranno:

• con il maestro unico i bambini delle scuole elementari dovranno tornare a case alle 12,30 (l’orario scolastico sarà infatti di 24 ore settimanali cioè 4 ore al giorno, senza più moduli pomeridiani e attività integrative);

• riduzione drastica del tempo pieno e del tempo prolungato nelle scuole dell’infanzia, elementari e medie;

• a rischio di chiusura , tra le 1000 e le 4000 scuole soprattutto nei piccoli comuni la riduzione degli insegnanti di sostegno per i bambini disabili;

• maggiori difficoltà per l’integrazione dei bambini migranti e dei bambini rom;

• l’aumento della dispersione scolastica già tra i livelli più alti d’Europa.

La manovra d’estate. Inoltre, opera tagli pesantissimi anche sui bilanci degli Enti Locali e ciò determinerà gravi ricadute sull’edilizia scolastica e sul diritto allo studio con prevedibili aumento delle tariffe di servizi fondamentali come le scuole dell’infanzia, le mense e il trasporto scolastico.

Il rischio di una forte dequalificazione dell’intero settore della scuola pubblica avrà come conseguenza il ricorso sempre più massiccio alla scuola privata, con tutti i costi relativi che porteranno le famiglie più abbienti alla possibilità di avere una scuola di qualità

SCHEDA DI SINTESI

REALTA’ ATTUALE DELLA SCUOLA

Ø Circa 8.000.000 Alunni (di cui 650.000 ca. alunni migranti (7%) – fonte // previsione MPI 2008/2009)

Ø Circa 42.000 Sedi scolastiche

Ø Circa 11.000 Scuole autonome

Ø Circa 900.000 Occupati (di cui 80% donne e 20%uomini)

700.000 insegnanti

168.000 personale ATA

10.000 dirigenti scolastici

Ø Spesa pubblica circa 52 miliardi di euro

Stato // 42 mld

Enti locali // 8 mld

Regioni 2 mld

TAGLI ALLA SCUOLA PER IL TRIENNIO 2009/2011

RISORSE FINANIZARIE

– 7, 832 MLD

TAGLIO ORGANICI PERSONALE

Insegnanti// – 87.245 (13%)

Personale Ata// – 42.500 (17%)

(bidelli, tecnici, amministrativi)

ALCUNI ESEMPI CONCRETI

Scuola Elementare // Insegnanti 34,7% pari a –30.274

Scuola Superiore // Insegnanti 29, 5% pari a –25.737

REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

Scuole sottodimensionate

( e quindi a rischio di soppressione o

accorpamento ) : n. 104

Cattedre cancellate e quindi docenti tagliati entro il prossimo triennio ( secondo lo studio del quotidiano “ IL sole 24 ore “ del 30/6/08 ) :

PROVIN

CIA

SCUOLA

INFAN

ZIA

SCUOLA

PRIMA

RIA

SCUOLA

MEDIA

SCUOLA SUPERIO

RE

TOTALE

DOCEN

TI

PERSONALE

ATA

TRIESTE

14

85

48

71

218

140

GORIZIA

21

47

25

47

140

106

UDINE

69

210

128

176

583

399

PORDENONE

27

127

62

93

309

196

TOTALE FVG

131

269

264

387

1250

841

LA NOSTRA PROPOSTA

RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DIDATTICI ED EDUCATIVI DELLA SCUOLA SECONDARIA

Da troppi decenni la scuola secondaria superiore non ha visto una riforma di fondo , che rimodernasse obiettivi, contenuti e metodi dell’azione didattica.

Se vogliamo costruire una scuola nuova che davvero sappia mettere i giovani di oggi in grado di affrontare le sfide culturali della presente epoca è necessario in primo luogo mettere mano ad una profonda opera di rinnovamento., sul piano dei contenuti, delle metodologie, degli obiettivi didattici.

Le linee guida di riferimento peraltro sono state già espresse, e sono quelle indicate nella Raccomandazione del Parlamento Europeo del Consiglio Europeo del 18 dicembre 2006 , riprese dal Decreto 22 agosto 2007 e sono le diverse competenze di base che , sinteticamente , sono state raggruppate dal precedente Ministro Fioroni nei seguenti Assi culturali :

– L’Asse dei linguaggi

– L’asse matematico

– L’asse scientifico –tecnologico

– L’asse storico sociale

Si tratta peraltro di un lavoro lungo, che richiede un periodo di forte incubazione , di dibattito culturale con le famiglie e con il mondo della scuola, e di una massiccia azione di formazione dei docenti.

RIDEFINIZIONE DEI CURRICOLI VIGENTI

La disposizione, rivolta per la massima parte alla scuola secondaria superiore , viene incontro ad alcune esigenze reali cui i diversi governi , di qualunque segno , hanno cercato di rispondere negli ultimi anni :

– Vetustà dei programmi ministeriali, specie dei Licei, che ancora fanno riferimento alla Riforma Gentile di 85 anni orsono.

– Eccessiva frammentazione degli indirizzi di studio, specie nel settore tecnico professionale ( 932 indirizzi !).

– Necessità di ridurre i quadri orari soprattutto di alcuni indirizzi tecnici e professionali e di alcune sperimentazioni giunte talvolta a 40 ore settimanali mattutine.

Questo è un campo che può permettere davvero di fare significative economie , evitando la costituzione di miniclassi o la elefantiasi di discipline e quindi di docenti per ogni classe. Nello stesso tempo ci troviamo in un settore estremamente delicato perché ridisegna tutta l’impostazione del sistema scolastico italiano fin dalle sue strutture ordinamentali di base. E’ necessario pertanto che simile riforma passi attraverso un dibattito culturale e politico largamente partecipato per giungere a soluzioni condivise .

REVISIONE CRITERI DELLA FORMAZIONE DELLE CLASSI ( D.L. 133)

( Dal Libro Bianco )L’elevato numero di insegnanti per studente del sistema di istruzione italiano risulta spiegato da

– un maggior impegno orario in aula degli studenti:

– un minor impegno orario di insegnamento degli insegnanti:

– la modesta dimensione delle classi

Elevare il numero medio di alunni per classe , può essere inevitabile , ma non è condivisibile che ci si arrivi semplicemente attraverso l’innalzamento del numero massimo di alunni per classi ( come già di recente è avvenuto ). Altre debbono essere le strade :

– alzare per esempio il livello minimo di alunni per classe , evitando la formazione di miniclassi di 5-6 elementi come , oggi, talvolta succede.

– Ridurre la frammentazione degli indirizzi di studio , con la conseguente ma naturale costituzione di classi più consistenti sul piano numerico.

– Prevedere accorpamenti di gruppi di classi diverse per l’insegnamento della stessa disciplina, evitando così la creazione di minuscoli sottogruppi di classe con un unico insegnante di riferimento.

PROGRESSIVA RIDUZIONE DEGLI ORGANICI DEI DOCENTI E PERSONALE ATA

Facendo riferimento al Libro Bianco sulla scuola elaborato dal precedente Ministero Fioroni , risulta chiara la necessità di una riduzione del personale della scuola.

Tale riduzione deve però essere graduale , e va rapportata ai tempi e alle modalità di realizzazione di quel processo di modifica strutturale degli ordinamenti e dei curricoli della scuola superiore, alla riduzione dei quadri orari e al progressivo incremento del numero minimo di alunni per classe , di cui sopra già si parlava.

Personale ATA : è inaccettabile una riduzione di tal fatta. Già ora il 30 % del personale è precario , ossia composta da personale supplente che cambia sede di anno in anno. Già oggi le segreterie scolastiche un lavoro sempre più complesso sul piano tecnico e burocratico e con grande fatica riescono a far fronte ai compiti richiesti. Una ulteriore e massiccia riduzione , potrebbe portare al collasso l’intero sistema. sono oberate di

I motivi di sicurezza inoltre , soprattutto nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, rendono improponibile una contrazione dei collaboratori scolastici che, come è noto, sono addetti anche a compiti di sorveglianza.

MANTENIMENTO DELLE CLASSI A MODULO E DEL TEMPO PIENO

Esprimiamo infatti la nostra decisa contrarietà al ritorno al maestro unico, atto che consideriamo profondamente sbagliato nel metodo e nel merito.

Nel metodo in quanto ogni profonda trasformazione del sistema scolastico di base non può non avvenire se non all’interno di un processo di elaborazione di larga partecipazione, non frutto di un Decreto legge estivo..

Nel merito

– si va a distruggere proprio quel reparto della scuola italiana che sta egregiamente funzionando come testimoniato da tutte le valutazioni internazionali .

Nel contesto culturale odierno la diversificazione dei saperi e la specializzazione degli insegnamenti viene garantita nella nostra scuola primaria proprio dai moduli e dalla pluralità dei docenti di riferimento per i singoli alunni , dal tempo prolungato e il tempo pieno che garantisce sia un arricchimento culturale per gli alunni sia un ampliamento del servizio a favore delle famiglie .

La reintroduzione del maestro unico è un totale ritorno al passato.

– Sparisce la attività di compresenza ( circa 6 ore alla settimana ) che , rivolta anche a gruppi distinti all’interno della classe, permette oggi una pratica di individualizzazione dell’insegnamento di grande efficacia didattica.

– Il tempo scuola sarà necessariamente ridotto. Un unico insegnante infatti con 24 ore di insegnamento alla settimana ( le ore normali termineranno in genere alle 12.30 ) , per quanto possa aumentare volontariamente la sua offerta, non riuscirà mai a coprire il monte di 40 ore settimanali ora in usa nelle scuole a Tempo pieno.

RILANCIO DEL RUOLO EDUCATIVO

La reintroduzione del voto in condotta da parte del Ministro Gelmini non è una misura di per sé negativa , nella misura in cui contribuisce a ridefinire le regole e i limiti del comportamento all’interno di una comunità. Ma guai affidare solo a tale intervento la riuscita di una azione educativa che al contrario deve caratterizzarsi in positivo per ben altri elementi :

– La presenza di insegnanti autorevoli che sappiano porsi quali momento di guida e di riferimento certo per i giovani la cui personalità è in costruzione. A tale scopo conviene puntare su una azione di formazione dei docenti affinché oltre alle competenze disciplinari sappiano esercitare anche le competenze relazionali ed educative necessarie.

– L’ampliamento della proposta educativa anche extracurricolare , al fine di creare nella scuola un ambiente formativo a tutto campo , con una proposta di iniziative che in positivo sappiano coinvolgere e stimolare i giovani studenti.

– La creazione di un rapporto costante e continuativo con le famiglie per costruire assieme i percorsi più adatti per una crescita educativa del ragazzo. L’interlocuzioni sistematica inoltre con tutta una rete di istituzioni ( servizi sociali, azienda sanitaria, servizi di consulenza regionali, etc. ) che sappiano accompagnare le situazioni più a rischio di devianza.

ATTIVAZIONE DI UN SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE SCUOLE

Troppo spesso le scuole sono autoreferenziali e non sono abituate a misurare la produttività del loro lavoro didattico. E’ necessario introdurre sistemi di valutazione del profitto degli studenti , con prove strutturate uguali per ordine di scuola su tutto il territorio nazionale, al fine di verificare gli apprendimenti e le competenze degli studenti. Tale strumento di valutazione si affiancherà ai metodi tradizionali di valutazione che spesso sono meno oggettivi, ma rispondono maggiormente alle finalità educative e di crescita culturale dei giovani.

INVESTIMENTI FINANZIARI NEL SISTEMA SCOLASTICO

Non è poi accettabile quanto si afferma al comma 9 dell’art. 64 , per il quale , una “ quota parte ( si parla del 30 % ) delle economie di spesa è …..destinata ad incrementare le risorse contrattuali “,.

Noi crediamo che la scuola sia un investimento per il futuro del Paese , e le eventuali economie fatte con il sacrificio di tutti gli operatori scolastici debbano restare per intero alla scuola al fine di :

– Aumentare gli stipendi a tutto il personale della scuola;

– Aumentare gli investimenti sul rinnovamento delle strutture immobili delle scuole;

– Aumentare il finanziamento della autonomia scolastica e delle proposte didattiche educative;

– Rammodernare le strutture, i laboratori, l’insieme delle attrezzature didattiche.

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