2 Marzo 2009

Ricette anti-crisi, Bersani fa il pienone

«La nostra strada – ha detto Bersani – la troviamo se troviamo la strada per il Paese». E la strada passa attraverso il superamento della crisi. Pari opportunità, debito, dopo Veltroni, contatto con il mondo del lavoro, sono alcune delle domande rivolte dalle persone in sala. Tra queste anche il sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello, che ha posto due questioni chiare al Pd, due domande le cui risposte «sono fondamentali per noi peones, noi amministratori che siamo ogni giorno in trincea». La prima, divenuta ormai un chiodo fisso per Bolzonello, su come il Pd intenda affrontare la questione immigrazione e superare il meccanismo delle quote dimostratosi fallace. La seconda sulle infrastrutture: quali quelle prioritarie per questo paese? E nella ricetta anticrisi di Bersani e del Pd c’è anche una prima risposta a questi quesiti. «Servono risultati oggi non tra anni – ha detto –. Per questo tra le proposte su cui insistiamo da mesi c’è lo sblocco dei cantieri locali. Non ci servono le grandi opere oggi ci servono tutte quelle piccole opere che possono far ripartire l’edilizia e dare lavoro anche una fascia di manodopera – vedi gli immigrati – che oggi è in grave sofferenza. Rivedere il meccanismo delle quote oggi è difficile, pensiamo a creare occupazione intanto». Per consentire la ripresa dei cantieri bisogna «sbloccare il patto di stabilità che oggi blocca gli enti locali». Quanto alle grandi opere «i 16 miliardi che il Cipe ha appena deliberato sono soldi che in realtà non ci sono. Si inizieranno a vedere dopo il 2010 mentre a noi servono risposte ora». Risposte che per il Pd sono anche «l’assegno da settembre 2008 a fine 2009 per chi perde il lavoro e non gode di alcun ammortizzatore sociale», l’accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione e le garanzie pubbliche al credito per dare fiato alle imprese. Nel ricordare i provvedimenti negativi del governo – dalla vecchia gestione Berlusconi Tremonti con le cartolarizzazioni e la prosposta di introdurre i mutui subprime nel 2002 – Bersani è arrivato alla politica di oggi ritenendola del tutto insufficiente anche sotto il profilo sociale. Lo scenario da cui ripartire «è un’economia sociale di mercato a livello mondiale – secondo l’esponente del Pd – perché se sta bene un cinese allora stiamo bene anche noi. Oggi va assolutamente trovato un equilibrio tra economia e società». Accompagnato da Lodovico Sonego, Bruno Zvech e Francesca Papais (assenti molti volti noti del partito), Bersani prima dell’incontro ha cenato con gli esponenti delle categorie economiche della provincia. Martina Milia

Messaggero Veneto — 07 marzo 2009 pagina 02 sezione: PORDENONE

Bersani in Fvg: dal premier balletto di cifre

dall’inviato DOMENICO PECILE A Pordenone. Bersani è intervenuto a un convegno alla Fiera organizzato dal Pd e ha incontrato i rappresentanti degli industriali e delle categorie economiche L’accusa. Da settembre a oggi chi ha perso il lavoro e chi è precario non ha preso un euro; bisogna andare meno in tv e dare risposte concrete ai disoccupati A Torviscosa. La proposta dell’ex ministro: un tavolo nazionale per il futuro della Caffaro. Ma dovranno essere coinvolti anche gli enti locali interessati alla vicenda TORVISCOSA. Con la crisi non si scherza. E «non si raccontano barzellette». Perché «per dire che il 2009 sarà peggio del 2008 non ci vuole Nostradamus». Il responsabile nazionale dell’Area economica del Pd, Pierluigi Bersani, ieri a Torviscosa (dove ha incontrato gli operai della Caffaro e ad attenderlo c’erano i vertici regionali del partito) e a Pordenone per la crisi dell’Electrolux, ribatte a Berlusconi-Tremonti suggerendo le tre ricette del Pd per uscire dalla crisi. Prima: assegno a chi perde il posto di lavoro. Seconda: sostegno alle piccole e medie imprese soprattutto nei crediti della pubblica amministrazione. Terza: cantieri locali, dalla manutenzione delle scuole, alle rotonde ai sovrappassi. E il governo, invece? parole, null’altro aggiunge Bersani. Secondo cui sugli stanziamenti degli ammortizzatori sociali, ad esempio, si esercita in una sorta di balletto. «Il miliardo stanziato oggi (ieri per chi legge, ndr ) che si aggiunge ai quattro stanziati qualche giorno fa altro non sono che cifre già emerse con l’accordo con le Regioni. Di nuovo, di più non c’è nulla. Bisogna chiedere anticipazioni all’Inps – rimarca Bersani – per fare quello che si vuole fare. Da settembre a oggi chi ha perso il lavoro e chi è precario non ha preso un euro». Sì, insiste, bisogna andare meno in Tv e dare risposta concrete ai disoccupati. Berlusconi – dice l’ex ministro del Lavoro – scambia la causa con l’effetto o con la nostra proposta. «Dice cioè che sono gli assegni di disoccupazione a suggerire i licenziamenti e non questi ultimi a generare la nostra proposta. Si tratta di affermazioni per aggirare la questione». E per l’assegno di disoccupazione suggerito dal Pd – insiste – non serve varare la riforma delle pensioni. «Ogni qualvolta noi facciamo una proposta concreta, cioè di dare subito qualche euro in più ai disoccupati o ai precari che vengono espulsi dal ciclo produttivo – sottolinea – ci rispondono che serve la riforma delle pensioni. Noi parliamo di cose concrete e di cose da fare subito e loro ci rispondono con una riforma che potrà avvenire da qui a due anni». Bersani precisa che non è stato sempre così. «Quando si è tolta l’Ici sulla prima casa di Moratti, quando si è fatto Alitalia o si sono tolti gli interventi per la tracciabilità dei pagamenti – spiega – nessuno si è chiesto dove andare a prendere i soldi». Insomma, va benissimo la solidarietà tra la povera gente ma quando ci sarà anche la solidarietà tra chi ha di più e chi ha di meno? La sola solidarietà tra chi ha di meno è inaccettabile in un Paese che vuole restare unito, unito e assieme. Il Governo – prosegue – dovrebbe preoccuparsi di questo e creare un meccanismo di solidarietà tra le persone che hanno di più e quelle meno fortunate». Infine, per Bersani di euro spendibili immediatamente dagli stanziamenti del Cipe non ce n’è nemmeno uno. Insomma, «si varano interventi immediati sulle infrastrutture sapendo benissimo che la cassa del Cipe è ferma fino al 2010. Il fondo che è stato costituito oggi (ieri epr chi legge ndr) presso la presidenza del Consiglio dei ministri è stato di fatto creato con la sospensione di interventi di politica industriale, compreso il tema delle bonifiche e del risanamento ambientale».

Messaggero Veneto — 07 marzo 2009 pagina 02 sezione: ATTUALITÀ

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