17 Settembre 2009

Il PD e le “sirene” del neocentrismo (di Arnaldo Scarabelli)

Anche per questo, non c’è nulla nel panorama politico che giustifichi i calcoli del Pd su alleanze risolutive, o anche solo liberatrici. Innanzi tutto, non ci sono segni di erosione del consenso elettorale del centrodestra. I rapporti di forza cambiano all’interno con il travaso di voti, al nord, dal Pdl alla Lega e dal Pdl ai movimenti meridionalistici al sud, ma la somma della coalizione di governo conferma per lo più i dati del 2008. Anche per questo il progetto neocentrista di Casini e/o altri rimane solo teorico E i capi dell’Udc ripetono a ogni occasione il disinteresse verso qualsiasi alleanza politica che li assimili al centrosinistra. Ipotizzare “piani esterni”, magari con la benedizione delle gerarchie ecclesiastiche, degli industriali e banchieri nemici di Tremonti, risulta semplicemente un teorema di fantapolitica. Nel Pd questi concetti dovrebbero essere più chiari. E certo occorre farsi trovare preparati in caso di collasso berlusconiano, per quanto ipotetico sia. Ma orientare il congresso Pd su simili ipotesi a breve, questo sarebbe il più crudele degli auto-inganni. Per non dire che arretrare dal manifesto del Lingotto, scritto da Veltroni nel giugno 2007 e dalla vocazione maggioritaria, per doversi affidare a Casini, Fini o Montezemolo, magari con la “benedizione esterna” di D’Alema e Rutelli, appare quanto meno avvilente. Nel nostro piccolo, con le elezioni comunali del 2009, a Remanzacco la bolla neocentrista ha iniziato a gonfiarsi. La lista civica che ha ottenuto la maggioranza non vuole sentire la parola sinistra ma nemmeno assimilarsi al centrosinistra. Quando a Remanzacco la bolla neocentrista si gonfierà di molto sicuramente esploderà. Per questo è bene che il Pd formi una nuova fresca classe dirigente preparata sul terreno politico e nell’azione riformista di governo. Il modello non potrà che essere quello Obamiano dei Democrats americani di gran lunga più convincente e coinvolgente del modello neocentrista, preda dei nostalgici e dei delfini della prima repubblica.
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