19 Ottobre 2009

Sfida a Bortolotti: «Il Comune non è una proprietà privata»

Ad Azzano Decimo il primo momento dell’iniziativa è stato costituito da un corteo, finalizzato al ricordo di Sanaa, la giovane marocchina assassinata lo scorso mese, partito dal parco della Dote e arrivato sino in piazza Libertà, sede degli interventi ufficiali. Dopo il saluto del segretario provinciale dei Giovani democratici, Francesco Baret, i primi a prendere la parola sono stati Tancredi Spinato ed Heidi Fethau. Il primo, emigrato in Belgio, ha ripercorso la storia sua e di tanti friulani trasferitisi per necessità lavorative nel Paese nordeuropeo, affermando che «tornare in Italia per me è stato come emigrare una seconda volta, dal momento che quello che vi ho trovato non mi piace per niente». La seconda, giovane albanese residente da molti anni ad Aviano, si è soffermata su come sia, a suo giudizio, «impensabile che per integrarsi una persona rinunci alle sue tradizioni e alla sua fede religiosa».
Successivamente, Mohamed Abbas Sufi, imprenditore originario della Somalia e collaboratore dell’università di Bologna, è stato protagonista di un intervento molto apprezzato, che ha spaziato dall’attualità nazionale alla situazione di Azzano Decimo. «Non servono leggi speciali anti-burqa – ha affermato – e, visto che ci troviamo in questo paese, al sindaco Bortolotti dico che il Comune non è una proprietà privata, bensì un bene e una risorsa di tutti. Mi piacerebbe vedere che genere di integrazione è stata portata avanti qui». Hanno concluso il pomeriggio gli interventi di Abdou Faye, responsabile regionale per l’immigrazione della Cgil, Nabila Khalil, mediatrice culturale, Franco Codega, consigliere regionale del Pd, Paolo Tomasin, sociologo, Giovanni Tonutti, presidente Oikos Fvg, e Marco Pasutto, responsabile regionale cooperazione internazionale dell’Anci giovani.
Massimo Pighin LUNEDÌ, 19 OTTOBRE 2009 Messaggero Veneto
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