31 Ottobre 2009

Il diritto alla salute è un bene universale

Molte malattie si definiscono infettive (peste, tubercolosi, influenza anche suina, ecc.) perché si trasmettono da malati a sani infettandoli: senza controlli la diffusione rischia di diventare una faccenda ben grave. In ogni caso, la diffusione di eventuali infezioni non bloccate in tempo ci costerà un bel po’ di denaro per tutti gli interventi sanitari del caso: crediamo che la prevenzione sia da preferire.

Il costo della struttura pordenonese convenzionata con la Caritas è per l’azienda sanitaria attorno ai 500 (cinquecento) euro al mese, poiché i medici sono tutti volontari tra i quali anche un medico extracomunitario. I medicinali vengono forniti dal “banco” che la Caritas ha organizzato con la raccolta annua dei medicinali offerti dai cittadini.
Per l’ambulatorio passavano circa 40 persone settimanalmente , ora non arrivano a dieci.
E’ solo una questione di soldi allora?

Ogni volta i leghisti strepitano e piangono sul “tolto” agli italiani e inscenano prese di posizione come queste. Sono come quel becchino che a forza di piangere ad ogni sepoltura, si è rovinato l’esistenza perdendo completamente il senso della realtà e della misura.

Inutile richiamare ad ogni piè sospinto le radici cristiane dell’Europa se ogni volta se ne negano i fondamenti. Il diritto alla salute è un bene universale che dev’essere il più possibile garantito alle persone indipendentemente dalla cultura, dalla religione e dalla provenienza almeno questo vale nei paesi civili.

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