19 Novembre 2009

Il Presidente dell’Assemblea regionale del Pd

Ho 68 anni, sono coniugato e ho tre figli
Vivo a Trieste e sono pensionato INPS
Dopo gli studi superiori, ho lavorato nel ramo delle spedizioni e all’Ente Porto di Trieste.
A lungo ho militato nelle ACLI con responsabilità ai vari livelli territoriali e nazionali; nella stessa Associazione sono ancora componente il Consiglio Nazionale.
Per 6 anni mi sono occupato di emigrazione quale Presidente dell’ ERAPLE Friuli V. Giulia e di formazione professionale con l’ENAIP; dal 1996 al 2006 sono stato Responsabile Nazionale del Dipartimento Politiche Sociali delle ACLI.
Dal 1980 in poi e fino al pensionamento ho diretto a Trieste e in Regione il Patronato ACLI. Ho inoltre realizzato con il sistema cooperativo circa 300 alloggi assegnati ai soci; sono stato tra i fondatori di esperienze associative specifiche nel campo dell’assistenza ai minori e ai Familiari dei Tossicodipendenti, nell’ambito dell’utenza pubblica.
Iscritto al PdS prima e, in quanto segretario regionale dei Cristiano Sociali, ho fatto successivamente tutto il percorso costitutivo dei Democratici di Sinistra e del Partito Democratico, dei cui organi ho fatto parte.
Sono membro del Comitato Esecutivo Nazionale dei Cristiano Sociali: il movimento creato da Pierre Carniti ed Ermanno Gorrieri
Attualmente sono consigliere comunale al secondo mandato.
Intervento introduttivo di accettazione dell’incarico di Presidente dell’Assemblea del PD del Friuli Venezia Giulia – Palmanova 9 novembre 2009
Ringrazio tutti voi per la fiducia che avete espresso nei miei confronti chiamandomi a presiedere l’assemblea regionale del nostro partito e spero di poter contraccambiare questa fiducia interpretando al meglio la funzione corrispondente a questo ruolo.
Mi rendo conto, infatti, della responsabilità che tutti noi abbiamo nei confronti degli iscritti, dell’elettorato e dei cittadini della nostra regione, dopo quanto avvenuto in occasione delle elezioni primarie del 25 ottobre. So anche che la prima risposta da dare a quanti ci hanno votato sta nella dimostrazione pratica che l’unità richiesta è possibile da subito, e che l’alternativa alla maggioranza che guida la Regione ha il suo cardine di riferimento proprio nella proposta del Partito Democratico, basata sul confronto e sulla condivisione.
Agli iscritti abbiamo il dovere di rispondere innanzitutto facendoli vivere in un partito vero, con decisioni assunte in modo trasparente e attraverso un confronto che sappia considerare adeguatamente la ricchezza della pluralità di opinioni per poi sintetizzarle in una proposta unitaria. Credo che questo significhi valorizzare al massimo le sedi e i luoghi del dibattito interno, a partire dall’assemblea regionale.
Gli elettori che già nei prossimi anni dovranno misurarsi con importanti scadenze amministrative locali – fino a quelle regionali del 2013 – devono poter avvertire sin d’ora che il nostro progetto alternativo è tale nel metodo, nei contenuti, nei valori. Valori che riscontriamo nella storia di ciascuno, sia quella proveniente da lontano che quella più recente: si tratta di una scommessa che dobbiamo sapere di poter vincere assieme.
I cittadini devono accorgersi che l’aria è cambiata veramente, che il partito non è composto da individualità isolate, ma rappresenta il sentire comune ed è in stretta relazione con il territorio. Solo così il partito potrà aprirsi ed incontrare – innanzitutto attraverso i circoli – i cittadini della regione, le loro rappresentanze sociali, sindacali, culturali e politiche, dimostrando con i fatti di essere attento alle condizioni di vita delle donne e degli uomini del Friuli Venezia Giulia, e questo a partire dalle persone meno fortunati e prive di diritti individuali, familiari, collettivi.
Tutto ciò per sottolineare, se ce ne fosse ancora bisogno, che gli impegni che abbiamo di fronte richiedono un supplemento non indifferente di lavoro, rispettoso dei ruoli istituzionali e politici di cui ciascuno è portatore, ma comunemente teso a portare avanti lo stesso progetto, a stare fra la gente per difenderne i diritti di cittadinanza attiva, molti dei quali sono stati calpestati dall’attuale maggioranza di centro destra. Ancora, lo sforzo comune dev’essere diretto a far emergere quello spirito riformista ed innovativo di cui abbiamo bisogno e che i cittadini vogliono veder concretizzato.
Non spetta certamente a me indicare i percorsi, le tappe, gli obiettivi politici del partito: anzi, starò molto attento a rispettare il ruolo che lo statuto mi affida. Voglio, però, ringraziare la nostra Segretaria e quanti in questi giorni hanno lavorato, anche con sacrifici personali, per rendere possibile questa convergenza sul mio nome.
Assicuro a Debora una leale e fattiva collaborazione nello spirito di quel vivere unitario che proprio due giorni fa ha ratificato a Roma l’elezione del Segretario Nazionale Pierluigi Bersani e quella di Rosy Bindi alla Presidenza del Partito: a loro va da parte nostra l’augurio di buon lavoro, all’inizio di un percorso che dobbiamo saper percorrere insieme.
Sarei fuori dal mondo se facessi finta di pensare che il livello convincente e definitivo di unitarietà e di progettualità comune – che abbiamo promesso ai nostri corregionali – possa essere raggiunto semplicemente con l’atto che si compie questa sera e che pur segna l’inizio del lavoro di costruzione del nuovo PD. Posso dire che, per quanto mi riguarda, interpreterò quest’incarico in un’ottica di unità.
La segretaria può contare su tutta la mia collaborazione per quella parte della responsabilità che mi spetta, e sono certo che anche lei avrà un atteggiamento di analoga spinta al portare avanti uniti un progetto comune. In questo senso, Debora può essere certa che nella costruzione e nella realizzazione del progetto non ci saranno da parte mia sospetti, dietrologie o riserve di sorta, ma interpreterò il mio ruolo nell’interesse esclusivo del partito. A voi chiedo l’indispensabile collaborazione per delineare l’identità del partito, che va costruita con convinta partecipazione democratica a partire dalla sua irrinunciabile laicità.
La mia partecipazione alla vita di partito non è di lunghissima data: la mia formazione e la mia esperienza, infatti, arrivano da quel terzo settore e dal cristianesimo sociale che hanno dato linfa anche nella nostra regione alla sinistra sociale e politica. Molti di voi possono vantare tanti più anni di militanza, con storie altrettanto esaltanti per chi le ha vissute nei rispettivi partiti di provenienza; altri ancora, tutti presenti con pari titolo in questa assemblea, si sono avvicinati alla politica del nostro partito perché credono nel nuovo progetto politico e per dare un segnale di novità e di cambiamento, anche generazionale.
Il risultato cui abbiamo il dovere di aspirare sta nella capacità di dimostrare che il pensiero avviato da Romano Prodi – e sul quale tutti noi abbiamo scommesso – sa rivestirsi di rinnovata attualità, e può diventare sprone per nuovi traguardi di democrazia, pace e libertà.
Oggi siamo partecipi e solidali con quanti nella nostra regione hanno perso il lavoro, vivono un’intollerabile situazione di precarietà, sono messi ai margini della vita sociale, solo perché immigrati da Paesi lontani, diversi per religione o per condizioni di vita. Non possiamo dimenticarli nel momento in cui ci ripromettiamo di operare diversamente da quanti oggi, qui da noi, hanno permesso che ciò accadesse e non si preoccupano di trovare una soluzione.
Grazie ancora e buon lavoro a tutti.
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