23 Novembre 2009

Acqua, il PD: fermate la privatizzazione

Immediata la replica del coordinatore Fontanini: restiamo contrari alla privatizzazione, quello di Roma probabilmente era un decreto blindato. Il Pd ha presentato una mozione per impegnare la Giunta regionale e il presidente Tondo «ad attivarsi perchè in caso di conversione del decreto in legge nazionale il bene acqua sia dichiarato privo di rilevanza economica e come tale possa essere sottratto alla disciplina di cui all’articolo 15 del decreto legge 9 settembre 2009» e di «attivare, con effetto immediato, un tavolo di confronto con il governo nazionale, per ottenere lo stralcio della gestione del servizio idrico dalla normativa nazionale avocando a sé la competenza in materia nel rispetto del principio di sussidiarietà». Dunque, per il Pd (che ieri ha convocato una conferenza stampa) il provvedimento, che dovrebbe scattare dal gennaio 2011, è «iniquo».
«L’acqua – afferma il capogruppo del Pd, Gianfranco Moretton – non è un bene cui dare soltanto rilevanza economica. Il servizio pubblico garantisce il contenimento dei costi delle tariffe e nel contempo la Regione potrebbe intervenire con una seria politica di investimento per mettere a norma la rete idrica eliminando le dispersioni e che oggi rappresentano sia uno spreco (in Italia è stimabile attorno al 37%) sia una fonte del caro-bolletta. Infine, il conferimento del servizio ai privati potrebbe dare vita a un ulteriore business».
La segretaria regionale del Pd, Debora Serracchiani ha annunciato una prossima iniziativa con i parlamentari del Fvg, affermando che va respinta la tesi governativa secondo cui il provvedimento sarebbe una scelta imposta dall’Europa. «Nulla di tutto questo – tuona – perché si tratta di scelte dei singoli governi e non di diktat di Strasburgo».
La vera battaglia – le fa eco il consigliere regionale Paolo Menis – è far capire che si tratta non di uno scontro ideologico, ma teologico, uno scontro tra chi vuole aprire al libero mercato dimenticando gli effetti nefasti del liberismo esasperato e che chi considera l’acqua come un patrimonio di tutti, un bene pubblico, un dritto che non può essere di proprietà di pochi». Senza contare, affonda Menis, «che le esperienze di privatizzazione dell’acqua sin qui attuate, sia a livello nazionale sia internazionale, hanno prodotto un notevole ed esagerato innalzamento delle tariffe anche fino al 300%, cosa che appare del tutto incongrua vista la natura di bene fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo che contraddistingue l’acqua, così come riconosciuta da diverse organizzazioni di rilievo internazionale». Il Pd attende segnali dalla Lega.
«E’ giusto che si sappia – dichiara il segretario provinciale di Udine, Cristiano Shaurli – che la Lega aveva tappezzato il Friuli di manifesti contro la privatizzazione. Che fine ha fatto quella battaglia»? La replica arriva dal coordinatore regioanle Fontanini: «Confermo che siamo contrari alla privatizzazione. Il voto di Roma? probabilmente era un decreto blindato». E intanto anche il Movimento politico la Destra contesta duramente la privatizzazione, «la cui proprietà e la relativa gestione devono essere garantite da un ente pubblico. Appaiono pertanto risibili – si legge in una nota – i trucchi che tendono a dividere la proprietà dalla gestione».
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