26 Novembre 2009

Intervento in aula di Annamaria Menosso sul crocifisso

Se vogliamo identificare la croce con un simbolo essa è il simbolo della sofferenza umana, ed è stata il simbolo della negazione della libertà. Ricordiamo la croce dei Crociati e quella croce ricorda devastazioni, soprusi Gli ebrei hanno crocifisso Gesù per intolleranza e la croce veniva usata per punire, la croce era anche il metodo che i romani usavano per punire gli schiavi che si ribellavano e la croce è legata nella storia del’antica Roma a quei 20.000 schiavi crocifissi da Spartaco lungo la strada da Roma a Napoli per punizione e per monito.
Mettere un crocifisso non può essere solo il segno di una cultura, di quale cultura, ma è tanto di più e una croce si può capire solo se è accompagnata da uno stile di vita che il credente si da.
La croce non va appesa ma portata e vanno aiutati gli altri a portarla.
Che senso e che valore può avere solo appendere un crocifisso se non facciamo seguire la nostra vita da azioni concrete, aiutare a portare la croce significa guardarsi attorno e aiutare gli immigrati, le donne soggette a violenza, i bambini sfruttati e indifesi, gli anziani abbandonati, il diverso maltrattato, gli esclusi
L’essere cristiano è quando uno porta la croce non appesa al collo solo per ostentazione ma quando gli serve per chiedersi quanto con la sua vita,e quanto la sua vita è conforme ai principi di Cristo.
Il Cristiano è dunque colui che porta la croce e aiuta gli altri a portarla, mettere un talismano senza accompagnarlo colle azioni quotidiane diventa falso, diventa una falsità e una bestemmia.
E allora guardiamoci in faccia, ma quello che approviamo in questa aula, quando discriminiamo, quando mettiamo per legge che le persone non sono tutte uguali, che non tutti devono avere la possibilità di fare una vita dignitosa, è rispettoso di quei principi e valori di cui il cristianesimo è intriso, siamo conseguenti alle parole del Vangelo in cui si dice “ciò che avrete fatto al più piccolo lo avrete fatto a me”. E allora non perdiamo in futili discussioni enfatizzando e storpiando valori che hanno bisogno di azioni, di fatti, di sentimenti, di amore, quell’amore che il cristiano dovrebbe saper esprimere con la sua vita e le sue azioni di ogni giorno, in qualunque posto e in qualunque ruolo sia chiamato a operare, il resto è solo presa in giro e strumentalità inaccettabile.

Annamaria Menosso
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