14 Gennaio 2010

Intervento di Annamaria Menosso all’inaugurazione della mostra su Tina Modotti (New York 23/09/2009)

Si dice che Tina parlava in friulano, cantava in friulano, diceva a tutti di essere di Udine ed era orgogliosa di essere friulana.
E dunque naturale l’innescarsi di questo forte legame con chi questa Regione istituzionalmente rappresenta.
Ed’ è stato proprio il Consiglio Regionale a finanziare nel 2006 il restauro della tomba di Tina a Città del Mexico nel Pantheon dei Dolores rendendo leggibile la poesia a lei dedicata da Pablo Neruda scolpita sulla sua pietra tombale e sistemando il tumulo che si trovava nell’abbandono più totale.
Ma abbiamo contribuito anche a realizzare e divulgare in DVD uno dei film di cui Tina è stata protagonista quel “The Tiger’s Coat” girato a Hollywood nel 1920, oltre che a sostenere diversi momenti espositivi di fotografie di Tina e su Tina. Non dimentichiamo infatti che Tina è stata compagna, tra l’altro, di Edward Weston uno dei capostipiti della storia della fotografia americana.
Alla poliedricità artistica di Tina Modotti hanno contribuito non poco le importanti amicizie, ho già detto di Weston, ma come non ricordare Diego Rivera, Frida Calo, Siqueiros, Orozco e Hannes Meyer architetto direttore del Bauhaus con il quale aveva trascorso la serata prima di morire in un anonimo taxi a Città del Mexico il 6 gennaio 1942.
Pian piano anche la città di Udine , città che le ha dato i natali, sta riconoscendo i meriti di questa sua illustre concittadina, dedicandole alcuni spazi museali che dovrebbero raccogliere parte della sua storia e delle sue opere.
Nel primo Convegno Internazionale di Studi tenutosi presso l’Università di Udine dal titolo “Tina Modotti, una vita nella storia” si è iniziato ad inserire la vita di Tina, la sua attività di artista nel complesso degli avvenimenti che la videro testimone e partecipe di un trentennio cruciale nella storia del nostro secolo.
Era necessario ricostruire il contesto storico, politico e culturale tra i due continenti nei quali essa divise e consumò la sua esistenza.
Da donna che da sempre si è misurata nell’agone politico voglio concludere questo mio intervento ricordando l’impegno politico di Tina.
Una storia politica che ufficialmente inizia nel 1927 quando si iscrisse al Partito Comunista Messicano, che prosegue con la profonda amicizia con Julio Antonio Mella rivoluzionario cubano esule in Mexico e ancora prosegue in Germania, in Unione Sovietica e in Spagna durante la guerra civile sempre impegnandosi nel soccorso rosso nell’ambito sanitario e come fotografa-reporter.
La fotografia nelle sue mani si è trasformata in un arma rivoluzionaria, diventa uno straordinario mezzo di diffusione culturale, ma per lei sono solo “oneste fotografie”.
Una Donna con la “D” maiuscola, una donna che ha sempre amato la libertà e che si è sempre impegnata affinché questa trionfasse.
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