21 Febbraio 2010

La scuola tagliata

I tagli di 8 miliardi di euro e 87.341 docenti e 44.500 ATA in tre anni, previsto dal decreto legge del 25 giugno 2008, n. 112 e convertito in legge 133 del 6 agosto 2008, sono tagli insostenibili, che hanno gettato la scuola pubblica nel caos.
Dallo scorso anno, per un anno intero, centinaia di migliaia di genitori e di insegnanti si sono battuti nelle piazze perché il Governo riflettesse e ritirasse una miope politica di tagli pesantissimi sul bene più prezioso per il futuro di una società: la scuola e l’educazione.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il tanto sbandierato maestro unico è stato scelto solo dal 3% delle famiglie italiane, le classi sono affollate oltre le norme di sicurezza, fino a 7 insegnanti coprono spezzoni di orario di una stessa classe, c’è un’effettiva limitazione della continuità didattica, mancano insegnanti di inglese, di sostegno e per l’insegnamento dell’ora alternativa alla religione, è stata realizzata la chiusura di interi plessi scolastici in piccole e già disagiate comunità locali, sempre maggiori limitazioni al lavoro di gruppo, ai laboratori, al recupero e alle uscite didattiche.

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