2 Maggio 2010

Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani


Il Consiglio provinciale di Pordenone,

premesso

– che è in fase di approvazione il nuovo Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani;

– che il nuovo Piano regionale, nell’attuale versione, privilegia il cosiddetto “recupero energetico” dai rifiuti, anche attraverso la produzione del cosiddetto Cdr-q (“Combustibile da rifiuto di qualità”) da smaltire presso i cementifici, mentre trascura la gestione e promozione del recupero di materia attraverso la raccolta differenziata, asse portante del moderno governo dei rifiuti per economicità, efficacia ed efficienza, oltre che per il minore impatto sull’ambiente;

– che l’incenerimento dei rifiuti, oltre a risultare altamente inquinante e quindi insalubre (con gli effetti più gravi a danno dei bambini), è sempre meno sostenibile considerati i costi per la produzione del Cdr e, generalmente, per la combustione dello stesso a fronte della competitività economica del riciclaggio dei materiali, e considerato altresì che si distruggono materie prime e che l’eventuale energia recuperata rappresenta solo una piccola parte di quella spesa per produrle. Il tutto in un contesto mondiale di crescente carenza di materie prime e di energia, e di inevaso obbligo di riduzione delle emissioni di CO2;

– che in provincia di Pordenone la raccolta differenziata è ormai prossima alla percentuale dell’80% per i tre quarti della popolazione, compreso il Comune capoluogo, che in meno di un anno ha raggiunto il 76 per cento di raccolta differenziata, risultato accompagnato da un’importante riduzione dei costi (oltre 1.200.000 euro nel 2009);

– che ciò nonostante nella stessa provincia sono già stati autorizzati e sono in corso di realizzazione ben tre impianti per la produzione di Cdr e che è stata riconosciuta al Cementificio Zillo di Fanna l’esenzione dalla procedura di Via per la combustione di tale materiale inquinante, nonostante le richieste formalizzate all’unanimità da diversi consigli comunali in considerazione del principio di precauzione;

– che obiettivo comune di cittadini e amministratori deve essere quello di produrre sempre meno rifiuti e puntare al loro riciclaggio totale, preservando l’ambiente e la salute dei cittadini, e che a tale obiettivo deve essere rivolto anche il Piano Regionale per la gestione dei rifiuti;

– che a norma del D.Lgs. n. 152/2006 (“Codice dell’Ambiente”), art. 178: “la gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse”; “i rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente”; “la gestione dei rifiuti è effettuata conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di proporzionalità, di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti, nel rispetto dei principi dell’ordinamento nazionale e comunitario, con particolare riferimento al principio comunitario ‘chi inquina paga’. A tal fine, le gestione dei rifiuti è effettuata secondo criteri di efficacia, efficienza, economicità e trasparenza”;

– che lo stesso D.Lgs. n. 152/2006, art.179, recita che: “le misure dirette al recupero dei rifiuti mediante riutilizzo, riciclo o ogni altra azione diretta a ottenere da essi materia prima secondaria sono adottate con priorità rispetto all’uso dei rifiuti come fonte di energia”;

– che, per quanto sopra riportato, si ritiene che debba costituire un obiettivo comune limitare al massimo l’utilizzo delle discariche e il ricorso all’incenerimento dei rifiuti, sistemi che risultano poco efficienti, antieconomici e pericolosi per l’ambiente e la salute;

delibera

  1. di incentivare le iniziative volte alla riduzione dei rifiuti e al loro riciclo totale, privilegiando ipotesi alternative all’incenerimento, la diffusione sul territorio provinciale della raccolta differenziata spinta porta a porta e l’adozione della tariffa puntuale;
  2. di intervenire nei confronti della Regione affinché nei piani di gestione dei rifiuti vengano inserite adeguate linee guida volte a conseguire:
    1. la riduzione della produzione di rifiuti secondo obiettivi prefissati,
    2. il governo e lo sviluppo dei sistemi di raccolta differenziata nei prossimi anni, con obiettivi intermedi, scadenze, varianti, premi e sanzioni;
    3. uno standard unico regionale per la raccolta differenziata e la relativa tariffazione puntuale;
    4. la promozione e adeguata incentivazione di sistemi di trattamento dei rifiuti che privilegino il recupero di materia anziché di “energia”, se non come ultima opzione;
    5. un adeguamento degli impianti di trattamento dei rifiuti coerente con gli indirizzi enunciati.

19 aprile 2010

Giorgio Zanin – Partito Democratico Angelo Masotti Cristofoli – Libertà Civica

Il Consiglio provinciale di Pordenone,

premesso

– che è in fase di approvazione il nuovo Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani;

– che il nuovo Piano regionale, nell’attuale versione, privilegia il cosiddetto “recupero energetico” dai rifiuti, anche attraverso la produzione del cosiddetto Cdr-q (“Combustibile da rifiuto di qualità”) da smaltire presso i cementifici, mentre trascura la gestione e promozione del recupero di materia attraverso la raccolta differenziata, asse portante del moderno governo dei rifiuti per economicità, efficacia ed efficienza, oltre che per il minore impatto sull’ambiente;

– che l’incenerimento dei rifiuti, oltre a risultare altamente inquinante e quindi insalubre (con gli effetti più gravi a danno dei bambini), è sempre meno sostenibile considerati i costi per la produzione del Cdr e, generalmente, per la combustione dello stesso a fronte della competitività economica del riciclaggio dei materiali, e considerato altresì che si distruggono materie prime e che l’eventuale energia recuperata rappresenta solo una piccola parte di quella spesa per produrle. Il tutto in un contesto mondiale di crescente carenza di materie prime e di energia, e di inevaso obbligo di riduzione delle emissioni di CO2;

– che in provincia di Pordenone la raccolta differenziata è ormai prossima alla percentuale dell’80% per i tre quarti della popolazione, compreso il Comune capoluogo, che in meno di un anno ha raggiunto il 76 per cento di raccolta differenziata, risultato accompagnato da un’importante riduzione dei costi (oltre 1.200.000 euro nel 2009);

– che ciò nonostante nella stessa provincia sono già stati autorizzati e sono in corso di realizzazione ben tre impianti per la produzione di Cdr e che è stata riconosciuta al Cementificio Zillo di Fanna l’esenzione dalla procedura di Via per la combustione di tale materiale inquinante, nonostante le richieste formalizzate all’unanimità da diversi consigli comunali in considerazione del principio di precauzione;

– che obiettivo comune di cittadini e amministratori deve essere quello di produrre sempre meno rifiuti e puntare al loro riciclaggio totale, preservando l’ambiente e la salute dei cittadini, e che a tale obiettivo deve essere rivolto anche il Piano Regionale per la gestione dei rifiuti;

– che a norma del D.Lgs. n. 152/2006 (“Codice dell’Ambiente”), art. 178: “la gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse”; “i rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente”; “la gestione dei rifiuti è effettuata conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di proporzionalità, di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell’utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti, nel rispetto dei principi dell’ordinamento nazionale e comunitario, con particolare riferimento al principio comunitario ‘chi inquina paga’. A tal fine, le gestione dei rifiuti è effettuata secondo criteri di efficacia, efficienza, economicità e trasparenza”;

– che lo stesso D.Lgs. n. 152/2006, art.179, recita che: “le misure dirette al recupero dei rifiuti mediante riutilizzo, riciclo o ogni altra azione diretta a ottenere da essi materia prima secondaria sono adottate con priorità rispetto all’uso dei rifiuti come fonte di energia”;

– che, per quanto sopra riportato, si ritiene che debba costituire un obiettivo comune limitare al massimo l’utilizzo delle discariche e il ricorso all’incenerimento dei rifiuti, sistemi che risultano poco efficienti, antieconomici e pericolosi per l’ambiente e la salute;

delibera

  1. di incentivare le iniziative volte alla riduzione dei rifiuti e al loro riciclo totale, privilegiando ipotesi alternative all’incenerimento, la diffusione sul territorio provinciale della raccolta differenziata spinta porta a porta e l’adozione della tariffa puntuale;
  2. di intervenire nei confronti della Regione affinché nei piani di gestione dei rifiuti vengano inserite adeguate linee guida volte a conseguire:
    1. la riduzione della produzione di rifiuti secondo obiettivi prefissati,
    2. il governo e lo sviluppo dei sistemi di raccolta differenziata nei prossimi anni, con obiettivi intermedi, scadenze, varianti, premi e sanzioni;
    3. uno standard unico regionale per la raccolta differenziata e la relativa tariffazione puntuale;
    4. la promozione e adeguata incentivazione di sistemi di trattamento dei rifiuti che privilegino il recupero di materia anziché di “energia”, se non come ultima opzione;
    5. un adeguamento degli impianti di trattamento dei rifiuti coerente con gli indirizzi enunciati.

19 aprile 2010

Giorgio Zanin – Partito Democratico Angelo Masotti Cristofoli – Libertà Civica

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