9 Luglio 2010

Risoluzione in materia di acqua e servizi idrici integrati.

La politica dissennata di Berlusconi ha spinto più comitati promotori ad indire vari referendum che, con differente efficacia legislativa, si prefiggono di abrogare norme recenti e meno recenti che disciplinano la materia dei servizi idrici. Si tratta di una comprensibile reazione alla politica della Destra ma l’iniziativa non è sufficiente.

Il Partito Democratico della Provincia di Pordenone sostiene con forza la proposta di legge Nazionale attraverso la quale si può stabilire nell’ordinamento che l’acqua: è un bene essenziale dell’umanità; è un bene pubblico demaniale sia in superficie che nel sottosuolo; è un bene essenziale per la vita e lo sviluppo economico e che si possono disciplinare e promuovere moderne ed efficaci forme di gestione dei servizi.

Il Pd propone dunque una battaglia a in materia di acqua e lancia in tutto il Paese una petizione popolare a sostegno della sua iniziativa.

Il Pd della provincia di Prodenone, inoltre, è contrario al trasferimento delle funzioni degli AATO alle Provincie, un’idea caldeggiata soprattutto dalla Lega Nord la quale ha la conseguenza di espropriare i Comuni da ogni competenza relativa al Servizio Idrico Integrato. Sulla base di ciò e della proposta di legge elaborata dal partito nazionale, il Pd della provincia di Pordenone approva i seguenti punti a cui va ispirato il governo e la gestione della risorsa idrica.

– I –

Acqua bene pubblico

L’acqua, elemento essenziale ed indispensabile alla vita e allo sviluppo economico, è un bene pubblico e deve essere garantita a tutti nel rispetto dei vincoli ambientali e al massimo livello di qualità, secondo principi di equità e solidarietà e con criteri di sostenibilità per preservarne la qualità e disponibilità per le future generazioni.

L’uso dell’acqua per il consumo umano è prioritario rispetto agli altri usi che sono ammessi quando la risorsa è sufficiente e a condizione che non ledano la qualità dell’acqua per il consumo umano. Tutti gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio e al rinnovo delle risorse per non pregiudicare la qualità del patrimonio idrico, la vivibilità dell’ambiente, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici.

– II –

Forme di affidamento del S.I.I.

Il servizio idrico integrato è costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue, e deve essere gestito secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie. Esso deve essere dichiarato un servizio pubblico locale di interesse generale privo di rilevanza economica, organizzato sulla base degli ambiti territoriali ottimali definiti dalle Regioni in attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36. L’affidamento del servizio avviene secondo le discipline di settore e nel rispetto della normativa dell’Unione europea, a favore di:

  1. società a capitale interamente pubblico a condizione che l’ente o gli enti pubblici titolari del capitale sociale esercitino sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che la società realizzi la parte più importante della propria attività con l’ente o gli enti pubblici che la controllano (società in house);

  2. società a partecipazione mista pubblica e privata, a condizione che la selezione del socio avvenga mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di cui alla lettera c), le quali abbiano ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio, l’apporto al capitale sociale, l’attribuzione di specifici compiti operativi e un piano di gestione pluriennale del servizio, comprensivo di impegni monitorabili e sanzionabili in materia di investimenti, manutenzioni, evoluzione tariffaria e indici di qualità connessi alla gestione del servizio;

  3. società di capitali individuate attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento e proporzionalità.

– III –

Soggetti titolari del S.I.I.

A seguito della soppressione delle Autorità d’ambito per effetto della L. n. 42/2010, la Regione attribuisce con legge le funzioni già esercitate dalle Autorità, nel rispetto del principio di sussidiarietà in base al quale le funzioni amministrative vengono esercitate dall’Ente territoriale più vicino ai cittadini e cioè dai Comuni e nel rispetto dei seguenti ulteriori principi:

a) I Comuni, proprietari delle reti, degli impianti ed delle infrastrutture realizzati a fronte di ingenti investimenti e tramite altri finanziamenti pubblici, continuano ad essere i titolari del S.I.I. e continuano a svolgere le funzioni di organizzazione del servizio idrico integrato, di scelta della forma di gestione, di determinazione e modulazione delle tariffe all’utenza, di affidamento della gestione e relativo controllo;

b) I Comuni svolgono le funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del S.I.I. organizzandosi nella forma di cooperazione della Convenzione denominata “Assemblea dei Sindaci”, con un Presidente eletto dai componenti della stessa e senza diritto ad alcuna indennità.

L’Assemblea provinciale del Pd di Pordenone invita i circoli, gli iscritti e gli elettori ad un impegno diffuso a sostegno della proposta nazionale del Partito democratico in materia di acqua e servizi idrici integrati svolgendo tale attività in tutte le assemblee elettive e con la raccolta delle firme in calce alla petizione nazionale del Partito. Pordenone, 11 giugno 2011.





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