Sugli OGM: le incoerenze della Lega Nord
L’odg in effetti, a somiglianza di quanto già votato da molte amministrazioni locali, riprendendo il principio di cautela espresse da molti osservatori scientifici e istituzionali, forniva un indirizzo culturale sugli OGM. Un indirizzo legato al sentimento e alle ragioni di attaccamento ai valori del territorio, della qualità e naturalità. Tutti valori che ben conosce la nostra gente, attaccata per storia in modo vitale alla terra.
In entrambe le occasioni, mentre l’ondivago PDL ha cercato di evitare la questione, la Lega Nord, con un’incoerenza che è necessario sottolineare, stante anche i proclami netti dell’allora ministro Zaia, ha fatto mancare il suo appoggio. Anzitutto con un disinteresse per il tema, viste le ripetute assenze in aula in primis del capogruppo Bortolotti; in secondo luogo scegliendo una vergognosa linea di astensione, per altro non appoggiata dal presidente del Consiglio Zambon; in terzo luogo accogliendo il rigetto tecnico dell’odg in sede di seconda presentazione.
Ancora una volta l’incoerenza tra proclami e fatti si dimostra una qualità della Lega Nord. Lo sappiano i cittadini, anzitutto quelli che hanno visto in questa forza politica un’opportunità di vero cambiamento della politica.