31 MILA FIRME CONTRO L’ACQUA PRIVATIZZATA
Uno straordinario sussulto di democrazia partecipativi che dal basso, in modo trasversale e al di fuori delle logiche di partito ha impegnato sul territorio regionale centinaia di donne e uomini di tutte le età, esperienze e culture, che si sono sentiti spontaneamente uniti in questa campagna a favore dell’acqua pubblica».
Con queste parole Marco lob del comitato promotore referendum “L’acqua non si vende” del Friuli Venezia Giulia ha aperto il 15 luglio al Parco di Sant’Osvaldo di Udine la giornata conclusiva della campagna referendaria del Friuli Venezia Giulia, a cui hanno partecipato tutti i referenti provinciali del comitato, il sindaco di UdineFurio Honsell, il segretario regionale dell’Anpi Fvg Luciano Rapotez, il consigliere regionale Paolo Menis e numerosi sostenitori che in questi tre mesi hanno animato la campagna referendaria in regione.
Un successo di partecipazione confermato dai risultati delle firme raccolte a sostegno dei tre quesiti referendari promossi dal Comitato italiano: con le sue 31.31 6firme certificate raccolte (un numero che pare non avere precedenti in Friuli Venezia Giulia) pari al 153% dell’obiettivo prefissato (20.000 firme), il Friuli Venezia Giulia si colloca al secondo posto tra le regioni italiane come risultato raggiunto, subito dopo IaToscana(in pole position con il suo risultato del 160%). Lunedì 19 luglio, gli scatoloni con oltre un milione di firme certificate raccolte in tutta Italia sono state ufficialmente consegnati alla Corte di Cassazione a Roma.
Il “fiume in piena” delle firme raccolte ha continuato a scorrere ininterrottamente verso la capitale, alimentato dalle centinaia di comitati e associazioni che si sono mobilitati anche autonomamente sul territorio in questa campagna referendaria.
Tra le quattro province della nostra regione, Udine si colloca in testa con quasi 20.000 firme raccolte (19.505), seguita da Pordenone con 5.096 firme, Gorizia (3.516 firme) e Trieste (3.199 firme).
Oltre al numero di firme di cittadini che hanno sostenuto con la loro firma la causa dell’acqua pubblica, impressionante anche il numero di iniziative realizzate in questi due mesi e mezzo di campagna elettorale sul territorio: pur nella difficoltà di quantificare esattamente il numero di eventi che si sono moltiplicati da subito, il comitato regionale stima che siano stati allestiti quasi 300 banchetti in ogni angolo della regione, dalle piazze dei capoluoghi a quelle dei più diversi paesi di provincia, che siano stati realizzati quasi un centinaio di incontri ed eventi pubblici sull’acqua nei più diversi contesti (dalle parrocchie alle sale comunali, dagli spettacoli teatrali ai concerti, dalle manifestazioni sportive ai concerti, ecc) e che una sessantina di amministrazioni comunali della nostra regione abbiano formalmente deliberato ordini del giorno, delibere, mozioni a sostegno dell’acqua pubblica e contro il processo di privatizzazione forzata introdotta dal governo con il Decreto Ronchi.
«Un risultato che è solo l’inizio di quella che, dopo i passaggi di approvazione dei quesiti da parte della corte di Cassazione e la Corte Costituzionale, sarà la campagna referendaria vera e propria hanno commentato i referenti del Comitato Promotore FVG che ci vedrà impegnati ancora più capillarmente per convincere tutti i nostri concittadini ad andare a votare. Chiederemo inoltre anche alla regione e al presidente Tondo di tenere in considerazione la richiesta di questi 31.000 cittadini del Friuli Venezia Giulia di mantenere l’acqua pubblica, riappropriandosi di una propria competenza. dal momento che il decreto Ronchi ha di fatto “scavalcato” il potere della nostra amministrazione regionale che invece dovrebbe legiferare in materia di gestione delle risorse idriche».