21 Agosto 2010

PAOLO MENIS: MINISTERO LONTANO E IMPREPARATO RISPETTO AL PROBLEMA DEL CARO LIBRI

Il costo dei testi scolastici continua a crescere (si parla in media del 5-6% in più rispetto allo scorso anno) e lo stesso fanno tutti gli accessori che compongono il corredo scolastico per una spesa prevista di circa 900 euro ad alunno. I “tetti di spesa” ormai esistono solo nelle carte del Ministero ma i dati confermano che, nei fatti, oltre la metà degli istituti li supera, a volte anche di 100 euro! Secondo una recente indagine nella nostra Regione la percentuale di scuole non in regola con i parametri ministeriali è del 55%. E quest’anno potrebbe essere anche peggio visto che, per effetto della recente riforma, con l’introduzione di nuove materie ed indirizzi per molti studenti sarà impossibile scambiarsi i testi usati; a far saltare i conti allo scientifico, ad esempio, è l’introduzione della fisica al primo anno. Nonostante gli annunci di facciata che garantivano che non ci sarebbero stati aumenti per effetto della riforma in realtà è stato lo stesso ministero a renderli possibili grazie ad una clausola secondo cui – proprio per venire incontro alle scuole alle prese con la modifica dei percorsi didattici, il MIUR ha previsto che le liste possano eccedere del 10 per cento il tetto, ma solo per «motivate ragioni didattiche». Ragioni che potrebbero trovare fondamento proprio nelle novità introdotte dai nuovi indirizzi, insomma un gatto che si morde la coda. L’inefficienza è tanto semplice quanto evidente: di fronte ad un problema reale come il caro libri, il Ministero continua a proporre una soluzione che si è rivelata assolutamente inadatta in più di metà dei casi ovvero il sistema dei tetti di spesa. Un Ministero che ha dato prova di fantasia in diverse occasioni (dalle nuove lavagne interattive ai voti elettronici) di fronte ai problemi veri non sa cosa inventarsi. In questi mesi si è proposto di regionalizzare praticamente tutto, dagli insegnanti agli scrutini, spesso più per propaganda che per convinzione e su questo la Gelmini si è dimostrata pronta al dibattito. Perché invece non apre un confronto serio sulla possibilità di regionalizzare il sistema dei controlli in questo settore devolvendoli agli enti locali in modo da rendere queste verifiche più efficaci e tempestive a tutto beneficio delle famiglie. Paolo Menis
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