26 Agosto 2010

La Lega innesca conflitti sociali…ma ci servono?

Un Piano dell’Immigrazione dovrebbe cercare di attuare tutte le iniziative per l’inserimento dei migranti nel tessuto economico, sociale e culturale della nostra societa’. Per stabilire se i risultati siano positivi, dovremmo valutare quante persone sono state inserite o meglio re-inserite nel mondo del lavoro, in una situazione di grave crisi economica.

I risultati del primo anno di attivita’ non sono stati pari all’entusiasmo con il quale il vicepresidente Grizzo li sta sbandierando.

L’efficacia delle attivita’ di sportello informativo non e’ stata in linea alle aspettative, per la difficolta’ di formare compiutamente i facilitatori, selezionati dall’Associazione Amici dell’Africa.

D’altra parte non poteva essere che cosi’, dato che la furia ideologica di rompere con tutto quello che era stato fatto in passato, dalla Giunta Illy e da tante amministrazioni comunali, ha azzerato tutte le competenze e le esperienze che si erano create nel territorio.

Gli stessi lavori socialmente utili, che hanno coinvolto 295 persone si sono conclusi con solo19 persone che hanno trovato nuovo lavoro. Le condizioni sono difficili, lo capiamo, ma non e’ certo il caso di sbandierare le virtu’ miracolistiche di questo piano.

Ora la furia ideologica di Grizzo sta producendo una assurda inversione dei ruoli, con l’ente provincia che, invece di occuparsi di creare nei migranti fiducia nelle istituzioni, vuole assumere il ruolo del poliziotto, mentre la questura e prefettura richiamano l’assessore al rispetto delle procedure stabilite dalla stessa legge Bossi-Fini.

Penso che il rispetto delle regole da parte degli immigrati sia una condizione necessaria e sulla quale non dobbiamo mediare. Ma la “facilitazione” del loro inserimento nella nostra societa’ e’ un fenomeno molto complesso che va gestito con pazienza, rispetto delle loro difficolta’, e comprensione delle loro culture, ma soprattutto investendo molto nella formazione professionale: solo cosi’ possiamo avere futuri cittadini e non braccia temporanee, che diventano clandestini perche’ perdono il lavoro o vengono fatti lavorare in nero.

Per chi , come la Lega, ha nel suo patrimonio genetico “politico” l’idea che gli immigrati siano un pericolo e un corpo estraneo nella nostra societa’, questo e’ difficile da capire. E quanto piu’ chi amministra non sa gestire queste situazioni, tanto piu’ la nostra sicurezza viene messa in rischio da potenziali conflitti sociali.

Michele Padovese

Consigliere Provinciale Partito Democratico

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