23 Ottobre 2010

Istituzione delle unioni dei comuni montani

L’ordine del giorno esprime anzitutto grande preoccupazione, per la scarsa chiarezza sul fine dell’intervento legislativo, che non sembra in grado di migliorare l’offerta di servizi ai cittadini residenti nelle zone montane e pedemontane. Il proponente afferma con forza che è la Provincia a doversi porre al servizio dei comuni, anche assumendo maggiori responsabilità e ampliando il proprio campo d’azione ma solo se questo è utile al sostegno dei Comuni e offre garanzie di miglioramento dei loro servizi, in particolare con riferimento ai comuni di minori dimensioni. I Comuni, inoltre,devono potersi associare solo su base volontaria e mediante processi concertativi mantenendo salvo il loro ruolo di enti primo livello, che costituiscono presidio del territorio, soprattutto nelle località montane . Per questo è indispensabile che i Comuni possano mantenere una propria autonomia tanto di funzioni quanto di autorità decisionale, che può venire esercitata solo disponendo di specifiche risorse, indipendentemente dal modello organizzativo che verrà assunto. Inoltre i comuni di maggiori dimensioni dovranno assumere una responsabile solidarietà nei confronti di quelli più piccoli, in modo che la auspicata maggiore economicità ed efficienza derivante dalla aggregazione consenta insieme lo sviluppo di una proficua collaborazione. La Provincia dovrà assumere ruolo nel corso del processo in modo da garantire che i principi sopra esposti vengano realizzati a vantaggio dell’intera collettività e in una visione istituzionale complessiva, che tenga conto della montanità come situazione di svantaggio ma anche portatrice di identità e peculiarità.

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