31 Ottobre 2010

Menis (PD): non solo soldi ma idee nuove per l’università

Prima di tutto il nodo dell’internazionalizzazione. In un mondo della conoscenza ormai globalizzato cosa prevede la riforma perché l’Italia torni ad essere attrattiva da un punto di vista scientifico e per arginare la “fuga dei cervelli”? Assolutamente nulla. Oltre all’allineamento dei trattamenti economici con la media europea – prosegue Menis – servono alcune modifiche sostanziali nei criteri di valutazione che devono essere internazionalmente riconosciuti, va valutata la possibilità di introdurre una fiscalità di vantaggio per le Aziende che assumono personale con alta qualificazione e vanno studiati incentivi alla mobilità interna per i ricercatori. Sono questi solo alcuni dei temi che, in tale ambito, meriterebbero pagine di approfondimenti e invece vengono completamente ignorati dal Ministro.
Anche i rapporti tra Ateneo ed impresa meriterebbero ben più ampia riflessione. Esistono diversi percorsi e molti profili per quello che dovrebbe essere uno scambio di conoscenze e professionalità da cui far ripartire l’intero sistema economico. Invece vengono liquidati con la semplice previsione dell’ingresso dei privati nei consigli di amministrazione, come se l’unico scambio tra mondo imprenditoriale accademico sia che il primo aiuta il secondo nella gestione programmatoria e contabile. E il tema del tasferimento tecnologico e della conoscenza? Quali strumenti sono stati pensati per favorirlo? Altri punti interrogativi di una pseudoriforma la cui mancata copertura economica è solo una delle carenze.

Paolo Menis
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