24 Febbraio 2011

PRIMA CONFERENZA DELLE DEMOCRATICE il 18 e 19 febbraio 2011

Lavoro, riforma del Welfare, democrazia paritaria, rappresentazione delle donne italiane saranno i temi al centro delle proposte delle donne.


Rosy Bindi: Pd inizi a pensare a leader donna

Nel suo intervento che ha aperto il forum delle donne del Pd ha detto: «Ringrazio Vendola per la candidatura, ma io sono presidente dell’assemblea di un partito che ha una regola che condivido molto, e che vorrei fosse rispettata da tutti: il candidato è il segretario del partito, ma i democratici devono cominciare a pensare a una leader donna». Bindi: Bersani miglior candidato
Per Rosy Bindi «il candidato migliore sarà chi è più capace di tenere insieme la coalizione Si dà il caso – ha aggiunto tra gli applausi- che Bersani abbia anche tutte le qualità per guidare questo paese nell’oltre Berlusconi».


Livia Turco: lascio politica ‘diretta’ ai giovani

Livia Turco, in un intervento che è una sorta di addio e un invito a lasciare spazio alle giovani. «Vado ad occuparmi della fondazione Jotti – dice Turco emozionata – per me oggi è un passaggio di testimone. Ma voglio che una nuova generazione di donne diventi leader di questo partito, altrimenti mi sentirei una sconfitta». Essere leader, aggiunge Turco, «non significa apparire, non significa dire ‘io, io’, ma, come fa il nostro segretario, vivere come la gente ed essere generosi». Insomma,bisogna fare gioco di squadra.”.

Finocchiaro: donne avanguardia contro passività
«La narrazione delle donne nella storia italiana è quella delle ‘forze di complemento: forze di complemento nel risorgimento, forze di complemento nella resistenza, forze di complemento nella costruzione della Repubblica. Ma francamente quello che abbiamo visto in piazza domenica 13 febbraio ci dice che le donne sono le forze d’avanguardia di questo Paese, non le forze di complemento.

Paola Concia deputata afferma con forza:” Non c’è vera democrazia, se non c’è vera considerazione delle donne. Un paese è povero se rinuncia alla metà del suo potenziale, come è più povero il nostro Paese.”

Pezzopane: 6 aprile Berlusconi non venga da noi, vada dai giudici
«Il 6 aprile Berlusconi non venga da noi, vada dai giudici». A chiederlo è stata Stefania Pezzopane, ex presidente della provincia dell’Aquila e ora assessore nella giunta comunale, «Questo 6 aprile viene a L’Aquila e invoca il legittimo impedimento», ha sottolineato, «noi non sappiamo che fare quel giorno, vorremmo stare con il nostro dolore e con la nostra dignità, non chi potrebbe usare la tragedia per una cosa indecente come non presentarsi ai giudici».

Barbara Pollastrini ex ministro delle pari opportunità: dice così: “nessun uomo cederà mai se non ci sono regole che glielo impongono, ma soprattutto non cederà mai senza un conflitto.”

Alessandra Bocchetti femminista storica, aggiunge: ”Un posto preso da una donna sarà tolto ad un uomo, non vi impietosite, se riuscirete a toglierlo sarà anche per il suo bene.”

Silvia Costa:”Mentre in Francia se hai più figli sei più sostenuta, in Italia sei solo più povera.”

Sonia De Bernardo, che interviene a nome del comitato organizzatore del 13 febbraio-“Eravamo tante in piazza e non possiamo che ringraziarvi per questo.”

Marina Sereni dice: “Se le donne della società civile e quelle della politica, non creeranno un’alleanza quel movimento si esaurirà, e questo non possiamo permettercelo.”

Valentina Sanna, presidente del PD sardo 42 anni, non fa sconti e dice “ Caro segretario,siamo il vero potenziale del PD e siamo la tua forza contro l’indebolimento che viene dalle correnti “ e finisce dicendo “Vogliamo essere noi le leader”

Serena Bortone giornalista: porta la sua esperienza intervistando delle e dei ventenni che partecipando a un casting televisivo, dicono che il loro obiettivo è solo arrivare, comparire, essere senza una preparazione, una fatica, uno studio, ma solo utilizzando il proprio corpo, il viso, già omologati, plasmati, quasi fossero replicanti, in una competizione spregiudicata .E si chiede” chi ha deciso l’affermazione di questo modello e chi se ne giova? Un modello che nega qualsiasi forma di meritocrazia, a tutto vantaggio di un potere tutto maschile. Che proprio nel promuovere l’affermazione di corpi senza testa se ne garantisce il mantenimento.”

Cinzia Del Torre portavoce regionale conferenza donne democratiche del FVG afferma nella sua relazione” E’ diventato urgente quel progresso sociale per l’eliminazione delle discrepanze salariali tra uomini e donne, in Italia e del 21%. Andando oltre al concetto di Conciliazione, si giunga a quello di Condivisione, tra i generi, anche del lavoro di cura, per una reale parità di accesso delle donne al mondo del lavoro di carriera. Perché migliorare le condizioni di vita dell’universo femminile significa allargare i diritti di tutti. La politica non può più assistere ad episodi di violenza sulle donne. I centri violenza, che sono per lo più gestiti da associazioni, hanno sempre meno fondi. Il Governo Berlusconi e la Lega Nord, continuano ad affermare che la sicurezza è al primo posto, ma consentono che le Forze dell’ordine, i servizi sociali ed il sistema giudiziario, siano privati dei mezzi necessari. Teniamo conto che l’art.117 della Costituzione afferma”Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”. L’amministrazione di centro destra che governa il FVG non se ne sta preoccupando. Siamo convinte che l’Italia ripartirà dalle donne.

Roberta Agostini Portavoce donne PD esprime che “noi donne del PD siamo parte di questo grande movimento del 13 febbraio, Se non ora quando? siamo state sulle piazze, accanto alle altre donne, ne abbiamo rilanciato le parole d’ordine. Da una parte l’autonomia di quel movimento, è un valore civile: Dall’altra, il nostro ruolo comporta una responsabilità politica. Serve un piano nazionale. Credito d’imposta per l’assunzione di lavoratrici, e maternità “Universale.”La nostra parola chiave è democrazia paritaria. Questo è l’orizzonte che dobbiamo assumere, è il nostro obiettivo direi identitario, come ri-costruzione comune delle istituzioni democratiche, come condivisione del potere pubblico e delle responsabilità private e che presuppone una rivoluzione nella mentalità, nella cultura, nel modo in cui oggi il potere è distribuito nel nostro paese, nelle forme in cui oggi il lavoro è organizzato. Le proposte per una riforma elettorale che attui finalmente l’articolo 51 della costituzione ci sono e sono depositate in Parlamento; molte voci di studiose, costituzionaliste, associazioni hanno proposto regole per la parità che si possono applicare anche in presenza di sistemi elettorali diversi: dalla lista bloccata, al sistema con il collegio, fino alla doppia preferenza di genere per i sistemi regionali con la preferenza.

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