30 Marzo 2011

IL RUOLO DELLE DONNE NEL RISORGIMENTO

CRISTINA TRIVULZIO DI BELGIOIOSO, AD ESEMPIO, LOMBARDA “INTELLIGENTE, APPASSIONATA, INSOFFERENTE ALL’OPPRESSIONE STRANIERA, RISOLUTA A METTERE IN ATTO LA SUA FEDE PER SOVVERTIRE L’ORDINE DEL SUO TEMPO” COSI’ CE LA DIPINGONO LE FONTI…HA L’INCARICO DA MAZZINI, NEL CORSO DEGLI EVENTI CHE CARATTERIZZARONO LA REPUBBLICA ROMANA DEL 1849, DI DIRIGERE UN SERVIZIO DI AMBULANZE CIVILI E MILITARI IN UN COMITATO DI SOCCORSO. CRISTINA SI PREOCCUPA DI TROVARE I LOCALI DOVE RACCOGLIERE E CURARE I FERITI CON SOPRALLUOGHI TRA CHIESE E ECONVENTI, ARRIVANDO AD ORGANIZZARE UNA SERIE DI OSPEDALI MILITARI PER ASSISTERE I SOLDATI CON UN CORPO DI INFERMIERE VOLONTARIE. E’ INOLTRE ATTIVA E BRILLANTE NEL GIORNALISMO POLITICO E FINANZIA IL PROGETTO PER CREARE DEI GIORNALI-LA GAZZETTA ITALIANA E L’AUSONIO, IL CUI SCOPO E’ QUELLO DI RICHIAMARE L’ATTENZIONE DEGLI ITALIANI NON SOLO SUL PROBLEMA DELL’INDIPENDENZA NAZIONALE MA ANCHE SU QUELLO SOCIALE. CAVOUR LA DISPREZZA E IL METTERNICH LA TEME E VUOLE FARLA CATTURARE MA LEI NON SI ARRENDE, E PER EVITARE IL SEQUESTRO DA PARTE DELL’AUSTRIA DEL SUO PATRIMONIO, LO METTE A DISPOSIZIONE DELLA CAUSA PATRIOTTICA, GIA’ A PARTIRE DALL’IMPRESA DI CIRO MENOTTI NEI MOTI CARBONARI DEL 1830. FINIRA’ I SUOI GIORNI NELLA DIMORA DI LOCATE, SCRIVENDO PER EDUCARE GLI ITALIANI ALLO SPIRITO DI FRATELLANZA E PER L’AVVENIRE DELLA DONNA CHE VIVE EMARGINATA E OPPRESSA. MORIRA’ NEL 1871 E IL SILENZIO CADRA’ SUL SUO NOME . SOLO NEL VOVECENTO SI COMINCERA’ A SCRIVERE DI LEI.

E POI ANCORA ENRICHETTA CARACCIOLO, NATA A NAPOLI NEL 1821, QUINTA DI SETTE FEMMINE DI UNA FAMIGLIA CHE PER GENERAZIONI USAVA MONACARE TUTTE LE FIGLIE TRANNE LA PRIMOGENITA..SORTE CHE TOCCO’ ANCHE AD ENRICHETTA, AFFIDATA A SUA INSAPUTA, DOPO LA MORTE DEL PADRE, AL MONASTERO BENEDETTINO DI SAN GREGORIO ARMENO DI NAPOLI

CAGIONEVOLE DI SALUTE PRESENTO’ PIU’ VOLTE LE ISTANZE PER LO SCIOGLIMENTO DEI VOTI A PAPA PIO IX, OSTEGGIATA IN TUTTI I MODI DALL’ARCIVESCOVO DI NAPOLI CHE RIUSCI’ A SEQUESTRARLE OGGETTI E PREZIOSI CHE NON SARANNO PIU’ RITROVATI

NONOSTANTE CIO’, ANCHE DENTRO IL MONASTERO FU PROTAGONISTA DEI MOTI DEL 1848, PROCURANDOSI LA FAMA DI RIVOLUZIONARIA, SETTARIA, ERETICA, AGGREGATA ALLE SOCIETA’ SEGRETE E SCRIVENDO SENZA SOSTA ANCHE PER DENUNCIARE QUELLO STATO MONASTICO IMPOSTO A TANTE GIOVANI DONNE CHE LEI DEFINIVA “RESIDUO DI BARBARISMO”. PERSEGUITATA DALL’ARCIVESCOVO SFORZA, FU ARRESTATA E PORTATA IN CARCERE DOVE ADDIRITTURA TENTO’ IL SUICIDIO.

ANCHE LEI FU CORRISPONDENTE DI GIORNALI POLITICI ED ENTRO’ A FAR PARTE DI NUMEROSE ASSOCIAZIONI TRA CUI “LA SOCIETA’ ITALIANA PER L’EMANCIPAZIONE DELLE DONNE”. NEL 1866, IN OCCASIONE DELLA TERZA GUERRA D’INDIPENDENZA, PUBBLICO’ UN “PROCLAMA ALLA DONNA ITALIANA” IN CUI ESORTAVA LE DONNE A SOSTENERE LA CAUSA NAZONALE E L’ANNO DOPO, CON LA SOORELLA GIULIA, FECE PARTE , DEL COMITATAO FEMMINILE DI SOSTEGNO AL DISEGNO DI LEGGE PER I DIRITTI FEMMINILI DI SALVATORE MORELLI-ALLORA DEPUTATO DEL PRIMO GOVERNO DEL REGNO D’ITALIA

NONOSTANTE LA SUA NOTORIETA’, NON EBBE NESSUN RICONOSCIMENTO UFFICIALE…NE’ DA GARIBALDI, NONOSTANTE AVESSE CONTRIBUITO A PREPARARE IL SUO INGRESSO A NAPOLI, NE’ DA FRANCESCO DE SANCTIS CHE, DOPO AVERLE PROMESSO UN INCARICO, LA DIMENTICO’

MIGLIOR SORTE TOCCO’ ALLA POETESSA GIANNINA MILLI, NATA A TERAMO NEL 1825, EDUCATRICE E PATRIOTA, ALLA QUALE DE SANCTIS, PROCLAMATA L’UNITA’ D’ITALIA, DESTINO’ UNA PENSIONE, “IN TESTIMONIO DI ONORE- EGLI DISSE- PERCHE’ E’ GIUSTA COSA CHE UN LIBERO GOVERNO APPREZZI LA VIRTU’ QUALE ESSA SIA E LA REMUNERI, PERCHE’ NON SOLO CON LE ARMI, MA CON LA SAPIENZA E CON L’ESRCIZIO DI OGNO VIRTU’ CITTADINA, SI ONORA, SI ASSETTA E SI FA GRANDE E RISPETTATO UN POPOLO” GIANNINA MILLI, INFATTI, TRA I SUOI COMPONIMENTI SCRIVEVA CANTI PATRIOTTICI, IN CUI ESALTAVA GLORIE E SPERANZE DEL RISORGIMENTO, CREANDO, NELLE CITTA’ IN CUI SI RECAVA, VERE E PROPRIE ACCADEMIE TENUTE NON SOLO NEI SALOTTI PRIVATI MA ANCHE IN TEATRI CITTADINI GREMITI DA UN PUBBLICO DI ESTRAZIONE POPOLARE. A FIRENZE L’ISTITUZIONE MILLI, FINANANZIATA DAL TESTAMENTO DI GIANNINA, AVREBBE PREMIATO, DOPO LA SUA MORTE, FANCIULLE MERITEVOLI E BISOGNOSE.

ED ORA , PASSANDO IN FRIULI, CON ORGOGLIO RICORDIAMO DUE ILLUSTRI ESPONENTI DEL PATRIOTTISMO NELLA NOSTRA REGIONE: ADELAIDE RISTORI, ATTRICE TRAGICA DI CIVIDALE, NATA NEL 1822 E MORTA A ROMA NEL 1906 CHE DAL PALCOSCENICO LANCIAVA SLOGAN A FAVORE DELL’ITALIA E DI VITTORIO EMANUELE II E CHE ANCHE DOPO IL RITIRO DALLE SCENE—DIVENTO’ FAMOSA A PARIGI, A LONDRA E PERSINO NEGLI STATI UNITI—PASSO’ IL RESTO DELLA SUA VITA OCCUPANDOSI DI ASSISTENZA AI BISOGNOSI. ALLA SUA MEMORIA E’ INTITOLATO IL TEATRO DI CIVIDALE NONCHE’ UNA VIA DI ROMA NEL QUARTIERE DEI PARIOLI, PRESSO L’ULTIMA ABITAZIONE IN CUI VISSE PRIMA DELLA MORTE.

ED INFINE CATERINA PERCOTO, NATA NEL 1812 A SAN LORENZO DI SOLESCHIANO—COMUNE DI MANZANO— FIGLIA DEL CONTE ANTONIO PERCOTO E DELLA SIGNORA TERESA ZAINA, DONNA, COME DICONO LE FONTI, DI ACUTA INTELLIGENZA E DI GENEROSO SENSO DI RETTITUDINE , PIENA DI PATRIOTTICHE, DOMESTICHE E TRADIZIONALI VIRTU’. I CRITICI LA CONSIDERANO UN’ ANIMA DELUSA E RIBELLE, AVVERSA ANCHE LEI AGLI EDUCANDATI RELIGIOSI, ALL’EDUCAZIONE MONACALE DELLE DONNE.

QUANDO IL PADRE MORI’, CATERINA AVEVA ALLORA 9 ANNI, LA FAMIGLIA SI TRASFERI’ A UDINE E LEI FU DESTINATA AL COLLEGIO DI SANTA CHIARA, OGGI “UCCELLIS”. AVVEZZA ALLE CAREZZE SOPRATTUTTO DEL PADRE, UNICA FEMMINA DI ALTRI 5 FRATELLI MASCHI, E ALLA VITA LIBERA DELLA CAMPAGNA, MAL SI ADATTO’ AGLI ORARI E ALLA DISCIPLINA DEL COLLEGIO… E QUANDO ANNI DOPO, A CAUSA DI DISAVVENTURE FAMIGLIARI, DOVETTE TRONCARE GLI STUDI E LASCIARE LA CITTA’ PER TORNARE A SOLESCHIANO, CAPI’ CHE DOVEVA CONTENERE O FORSE ACCANTONARE LE TANTE ASPIRAZIONI, PER DEDICARSI ALL’AZIENDA DI FAMIGLIA E ALL’EDUCAZIONE DEI FRATELLI MINORI. ELLA SI FIRMAVA “CONTESSA CATERINA PERCOTO” MA NELLA SUA RUSTICA DIMORA FACEVA VITA COMUNE CON I CONTADINI, ALLEVANDO ANIMALI DA CORTILE E BACHI DA SETA ANDANDO ALLE SAGRE E AL MERCATO E IMITANDO PERSINO IL LINGUAGGIO DELLA GENTE…AL SUO FIANCO UN PRETE, DON PIETRO COMELLI, GIA’ FATTORE DEI CONTI PERCOTO E PIEVANO DEL LUOGO, CHE SI RIVELO’ BEN PRESTO AMICO SINCERO, GUIDA SPIRITULE E FONDAMENTALE MOTORE DELLA SUA NOTORIETA’: NEL 1839, IL PRETE INVIO’ AL PERIODICO “LA FAVILLA “ DI TRIESTE, DIRETTO DA FRANCESCO DALL’ONGARO IL PRIMO SCRITTO DELLA PERCOTO :UN COMMENTO ALLA TRADUZIONE DI KLOPSTOCK, POETA TEDESCO A CATETRINA CONGENIALE, NEL QUALE NE CRITICAVA LA TRADUZIONE APPROSSIMATIVA DI ANDREA MAFFEI. DA LI’ LA REPLICA DEL TRADUTTORE E POI UN ALTRO ARTICOLO DELLA PERCOTO CHE INTANTO SI FA CONOSCERE ED APPREZZARE DA DALL’ONGARO CHE LA INVITA A COLLABORARE AL GIORNALE, ADDENTRANDOLA ANCHE NEL MONDO LETTERARIO ITALIANO: NIENTE DI PIU’ INAUDITO NELLA FRIULI DI QUEL TEMPO: UNA DONNA, E PROPRIO UNA DONNA, ESPRESSIONE DI UNA TRANQUILLA REGIONE ANCORA LEGATA ALLE VECCHIE TRADIZIONI, CHE SI DISTINGUE COME LETTERATA, INTELLETTUALE E SCRITTRICE… ED ERA, QUELLO DELLA PERCOTO, ANCHE UN ATTO DI AUDACIA E DI SFIDA CONTRO LE OPINIONI EGLI INEVITABILI COMMENTI CHE LE MUOVEVANO IN PARTICOLARE PROPRIO QUEL MONDO DELL’ARISTOCRAZIA DAL QUALE PROVENIVA E CHE NON NUTRIVA CERTO SIMPATIA PER LE NUOVE IDEE RISORGIMENTALI…IDEE CHE CATERINA SPOSO’ PRESTO, PROPRIO ANCHE ALL’INTERNO DEL GIORNALE IN CUI SCRIVEVA E CHE SOSTENEVA LA ITALIANITA’ DI TRIESTE E DELLA REGIONE CIRCOSTANTE E INFORMAVA I SUOI LETTORI SUGLI AVVENIMENTI LETTERARI E ARTISTICI DI QUELLA E DELLE ALTRE PRINCIPALI CITTA’ ITALIANE, IGNORANDO OSTENTATAMENTE OGNI ATTIVITA’ CULTURALE AUSTRIACA: IRREDENTISTA FU A BUON TITOLO DERFINITA E QUANDO NEL 1848 ANCHE I TERRITORI DA LEI ABITATI PAGARONO LO SCOTTO DI QUEGLI AVVENIMENTI, SCRISSE QUEI RACCONTI, LA COLTRICE NUZIALE, LA DONNA DI OSOPPO E LA RESURREZIONE DI MARCO CRAGLIEVICH, IN CUI LA SCRITTRICE MANIFESTO’ APERTA AVVERSIONE CONTRO L’ESERCITO AUSTRIACO… SARANNO PROPRIO TALI RACCONTI , PUBBLICATI ALCUNI ANNI DOPO DA LE MONNIER, A DIFFONDERE RAPIDAMENTE LA POPOLARITA’ DI CATERINA NEI CIRCOLI PATRIOTTICI ITALIANI !!! DI LI’ UNA LUNGA SERIE DI ALTRE NOVELLE E ALTRI RACCONTI, E POI DIVERSI VIAGGI, A TORINO, A MILANO, DOVE CONOBBE DI PERSONA IL NIEVO, IL TOMMASEO, IL CATTANEO. COERENTEMENTE AL SUO VISSUTO, NEL 1868 RIFIUTO’ LA NOMINA A DIRETTRICE DELL’EDUCANDATO DI SANTA CHIARA E NEL 1871 IL MINISTRO CESARE CORRENTI LA NOMINO’ ISPETTRICE DEGLI EDUCANDATI VENETI. MORI’ NELLA SUA SOLESCHIANO NEL 1887.

E DUNQUE E’ A QUESTE DONNE DEL RISORGIMENTO ITALIANO E ALLE TANTE ,TANTISSIME ALTRE , DI OGNI CETO ED ESTRAZIONE SOCIALE CHE VA IL NOSTRO SENTITO OMAGGIO, DONNE CHE IN SILENZIO , FUORI DAI RIFLETTORI E SENZA NESSUNA MENZIONE, MA INTELLIGENTI, FORTI, CAPARBIE ED EROICHE, HANNO CONSEGNATO ALLA STORIA UN PATRIMONIO DI VALORI CIVILI E MORALI, PROTAGONISTE INSIEME AGLI UOMINI, DI UN PERCORSO LUNGO E SOFFERTO VERSO L’UNITA’ D’ITALIA. E LO HANNO FATTO SEGNANDO ANCHE QUEL CAMMINO VERSO L’EMANCIPAZIONE FEMMINILE, CHE SIGNIFICA LIBERTA’ E DIGNITA’ DELLA DONNA , UNA DIGNITA’ CHE SI ACQUISISCE ATTRAVERSO LA LIBERTA’ DA PREGIUDIZI E CONVENZIONI E CHE PROMUOVE IL RISPETTO, PREROGATIVA ESSENZIALE PERCHE’ UNA SOCIETA’ POSSA , A BUON TITOLO , DEFINIRSI CIVILE.

Prof.ssa ANNAMARIA POGGIOLI INSEGNANTE DI STORIA E FILOSOFIA c/o Liceo scientifico-Maniago e relatrice dell’intervento a Montereale all’UNIVERSITA’della TERZA ETA’ assieme al gruppo di donne di Budoia, che hanno partecipato all’evento.
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