SE NON ORA QUANDO? A siena IL 9 E 10 LUGLIO 2011
La regista Francesca Comencini e Fabrizia Giuliani, docente dell’università “La Sapienza”di Roma, hanno invece illustrato un’interessante relazione dal titolo: “Corpo, maternità, lavoro e rappresentazione” . Entrambe hanno parlato a proposito del primo raduno come un’esperienza fisica fatta di presenza materiale e consolidata da decine di migliaia di mail; donne di ogni condizione anche da lontano hanno così condiviso l’importanza di autodeterminarsi in un paese che a volte le umilia e le getta nel dimenticatoio.
Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale ISTAT che ha illustato dei dati riguardanti il lavoro delle donne in Italia. Il 50% delle donne è disoccupata e al Sud solo 1/3 delle donne lavora. La disoccupazione femminile è molto più alta di quella maschile e di fronte a un titolo di studio paritario le donne sono quelle che guadagnano di meno. Il 72% dei lavori fatti in casa spetta alle donne che giornalmente lavorano 9 ore al giorno, una in più rispetta agli uomini. Ben 800.000 donne sono costrette a lasciare il loro impiego dopo una gravidanza e solo 4 su 10 di loro rientra al lavoro dopo aver portato alla luce un bambino.
L’età giusta per avere dei bambini è tra 20 e 30 anni ma vista la situazione lavorativa delle donne dice Sabbadini essa aumenterà ancora di più e non ci dobbiamo stupire quando le percentuali di nascita in Italia sono basse e continuano a scendere. La maternità è un diritto e la paternità obbligatoria.
La politica c’era, almeno una parte, : la presidentessa del “Pd” Rosy Bindi, tra l’altro vera e propria “padrona di casa” essendo originaria della provincia senese, che ha ricordato il ruolo di una politica che deve necessariamente dare ascolto a questi movimenti ed ai contenuti che essi esprimono; Susanna Camusso, segretario della “Cgil”, ha rimarcato invece il valore dell’etica pubblica e della cittadinanza come via d’uscita a questa crisi di principi che si registra in Italia.Livia Turco, ribatte, che le giovani devono essere consapevoli, di avere un patrimonio da tramandare, le madri alle figlie, per un progetto nuovo, e che questo movimento”Se non ora quando” è un movimento autonomo e trasversale. Importante anche il contributo di una donna Giulia Bongiorno, esponente del partito “finiano” di “Fli”, che ha invitato le donne a scavalcare ideologie di destra o sinistra e a prediligere quegli schieramenti che si dimostrino sensibili alla situazione femminile.
E’ intervenuta come rappresentante di Udine Pia Tamburlini, che ha posto l’accento sull’importanza che devono avere per una identità di un movimento, di una nazione, la Storia e la memoria. Un nuovo modello culturale da proporre,logiche di vita contro le guerre, per concretizzare la pace per i nostri figli e nipoti.
In conclusione una ragazzina di Siena, ha portato la sua testimonianza, di quanto quelle della sua generazione siano cresciute in una società individualista, Di quanto il progetto di “se non ora quando” sia stato per lei la sintesi di un percorso interiore, di scambi con altre donne, sperimentando una politica di vita di genere finalizzata al cambiamento della condizione di tutte le donne.
La regista Cristina Comencini, grande anima del movimento, non ha potuto fare le conclusione causa un malore . Al suo posto è salita sul palco la storica Serena Sapegno ed è lei che sul Prato di Sant’Agostino di Siena, ancora più gremito di sabato, ha tirato le conclusioni. Appunto: un movimento dove il comitato nazionale, anima forte dal 13 febbraio, si pone come coordinatore per lasciare totale spazio ai 120 comitati che in questi mesi si sono formati nelle diverse città. “C’è molto desiderio di unirsi oltre le differenze. C’è bisogno di rete ma anche di apertura, perché tutte abbiamo bisogno di tutte, mentre cercano di metterci le une contro le altre. Devono esserci reti locali su problemi specifici, reti che si connettano tra loro e con noi nelle forme che liberamente sceglieranno. Una rete stabile, aperta, inclusiva. Ma servono anche incontri fisici, di corpi. Qui non nasce un partito. La nostra ambizione è un paese per donne, e per tutti. Vogliamo parlare anche ai partiti, tutti. Non siamo nemiche dei partiti”. (Serena Sapegno e Titti Di Salvo “Qui non nasce un movimento – ha sentenziato la Sapegno – ma si rilancia un movimento, la cui parola d’ordine è organizzazione territoriale. In un’Italia così divisa, qui a Siena le donne hanno dimostrato di essere un punto di unificazione e da qui parte una nuova forza per cambiare il Paese. Dobbiamo essere inclusive, non abbiamo bisogno di escludere nessuna. Si difende e mette barriere chi è debole, e noi siamo fortissime. Dobbiamo compilare un’agenda delle donne, un’agenda di lavoro che cambierà tutto il Paese”).
il movimento avrà un comitato nazionale che avrà un ruolo di coordinatore per lasciare totale spazio ai 120 comitati che in questi mesi si sono formati nelle diverse città. La rete avrà ampi margini di manovra e soprattutto di trasversalità, sarà aperta a tutte le forze politiche che vorranno sposare le battaglie in difesa della dignità delle donne, sia di centrodestra che di centrosinistra. Il prossimo appuntamento sarà in autunno.