21 Novembre 2011

L’economia e le Pmi

Non abbiamo ricette astratte da calare sulla teste delle imprese, ma vogliamo costruire assieme a loro una strategia per la crescita, in modo che la loro dinamicità contribuisca al benessere di tutti. Cominciamo prendendo atto che il Friuli Venezia Giulia soffre la crisi più di altri territori perché subisce la combinazione degli effetti negativi della crisi del debito sommata ai problemi strutturali preesistenti. Per dirne uno, il sistema delle infrastrutture non è adeguato neanche alla piccola impresa, dato che abbiamo una media di strade dell’8% inferiore alla media nazionale, per di più non in rete con ferrovie e porti, e questo vale in particolare nelle aree distrettuali. Dobbiamo dare impulso all’esportazione, perché se il nostro export è buono, questo non basta: dall’interscambio commerciale occorre anche ottenere un surplus ampiamente positivo, evitare cioè che la buona esportazione sia “mangiata” da un’eccessiva importazione di beni e materie. Per favorire la ripresa, tutti i tagli dell’imposizione fiscale sono benvenuti, ma il taglio dell’Irap proposto dalla Giunta regionale rischia di produrre effetti modesti se è fuori da una logica di risultato e se non è accompagnato da interventi strutturali. Effetti modesti soprattutto per le piccole imprese le quali già subiscono in maniera più rilevante il costo della burocrazia e il costo del lavoro non avendo le protezioni delle grandi imprese. Bisogna anche intervenire sulla burocrazia, selezionare gli investimenti per sostenere la crescita delle imprese esistenti e la nascita di nuove imprese. Serve una politica industriale regionale, e dunque anche un piano energetico regionale per intervenire sull’efficienza energetica senza dimenticare l’indispensabile impegno a livello europeo sull’armonizzazione fiscale con i sistemi nazionali concorrenti (Austria e Slovenia).

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