Senza guida
La realtà è che il sistema sanitario regionale è senza governo, affidato a una specie di autogestione degli affari correnti che non può protrarsi troppo a lungo, pena il suo deterioramento. La giunta Illy ha lasciato un sistema efficiente, con un provvidenziale avanzo di cassa e buone pratiche come quella del pagamento delle fatture entro novanta giorni, ben prima che il tema divenisse di moda.
Ma alla politica spetta guardare al futuro, e deve farlo con analisi serie, con simulazioni, monitoraggi, pensando a fare più alleanze possibili, prendendo tempestivamente le decisioni che servono. Invece, sono tre anni e mezzo senza che la giunta non prende provvedimenti capaci di incidere, se escludiamo blitz notturni come la cancellazione dell’Agenzia Regionale della Sanità, o il taglio della partecipazione degli enti locali dai processi decisionali in politica sociosanitaria. Per tacere dell’astratta sparata sull’azienda unica.
Al contrario, latitano decisioni e atti importanti che dovevano essere già compiuti, come testimonia lo stallo del nuovo ospedale di Pordenone, del quale non abbiamo ancora il progetto esecutivo, o la mancata individuazione del responsabile dei trapianti all’interno del Centro Regionale Trapianti, o del primario di chirurgia a Gorizia. Sono esempi fatti a caso tra molti possibili.
Da quando ha la delega alla sanità, il provvedimento più importante che Tondo ha portato in giunta è stato un modesto accordo con i medici di medicina generale, raggiunto dopo due anni di trattative. Poco, troppo poco, per chi aveva esordito lanciando la sfida della grande riforma della sanità regionale.