5 Marzo 2012

L’intervento di Tarcisio Barbo su “Il Piccolo” del 04.03.2012

Quello che a molti è sfuggito è che nel suo preziosissimo intervento di Gorizia, Bersani ha detto e rimarcato con forza che di tutto questo percorso e in tutte e tre le fasi del suo svolgimento, egli,il segretario nazionale del partito offre la sua disponibilità di segretario nazionale ad esserne coinvolto. Uno stile in netta contrapposizione con le nomine dall’alto alle quali ci aveva abituato il Governo Berlusconi.
Un avvertimento e una richiesta rivolte certamente all’opinione pubblica e agli elettori; un segnale di straordinario valore per l’intera classe politica del partito a livello regionale che supera gli stessi limiti delle vecchie mozioni; una risposta a quanti, dentro e fuori il partito, pensavano o pensano a strane formule di geometrie variabili per questa Regione.
L’avversario è unico, la strategia deve essere unica, il risultato che si deve ottenere non è solo patrimonio di una determinata realtà territoriale, ma deve rispondere ad una visione condivisa e unitaria di tutto il partito.
Quanto al merito della questione politica,il nocciolo più importante del confronto in atto è certamente la questione della nostra specialità istituzionale. E nel momento in cui semplificazioni e riduzioni sono nelle mani di un Governo come quello del prof. Monti sostenuto anche in modo anomalo dal PD, la questione della specialità può essere difesa solo se a livello nazionale se ne comprende la valenza strategica e la sua utilità nazionale. Che il Governatore Tondo se ne sia dimenticato in questi anni confidando esclusivamente nel rassicurante approdo del Governo amico, è cosa nota. Che non se ne possa uscire senza la convinta condivisione di un qualsiasi Governo del futuro è invece cosa certa. Ecco perché è interesse di tutto il partito a livello regionale, senza distinzione alcuna, raccogliere la sfida che egli lanciato.
L’interesse nazionale della specialità del Friuli Venezia Giulia, perché possa passare senza danni il tunnel delle necessarie restrizioni anche istituzionali cui ci sta abituando il “Governo dei tecnici politici” deve dunque essere recepita e condivisa politicamente dall’intera comunità: a partire quindi dalla forza politica più significativa e rappresentativa della proposta alternativa al Governo della Regione e dello schieramento che fu di centro destra. Penso che sta tutta qui l’occasione offerta da Bersani che il PD del Friuli Venezia Giulia non può lasciarsi sfuggire. Non si tratta cioè di sostenere privilegi nei confronti delle altre regioni ordinarie, ma di darle rinnovata credibilità costituzionale in quanto la Regione, pur situata sempre ai confini della Patria, è collocata in un contesto europeo che ne recepisce la peculiarità storica, geografica, politica, sociale ed economica. Con le sue potenzialità infrastrutturali, economiche, culturali. Con la positiva esperienza di integrazione tra lingue, popoli, religioni, etnie, minoranze di straordinaria importanza per la stessa Europa. Che della partita si faccia carico anche la segreteria nazionale del PD a me pare un segnale di estrema rilevanza che va colta senza indugi e che supera abbondantemente gli angusti limiti di una pur giusta disputa interna legata ad una consultazione amministrativa periferica.

Tarcisio Barbo

Presidente Assemblea Regionale PD FVG

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