13 Febbraio 2013

Terza corsia? Una partita supercomplicata

Anche per il presidente di Autovie Venete, nominato da Tondo, la partita finanziaria per la terza corsia è “supercomplicata”. Ecco il “fare” di Tondo. I dubbi di Terpin sulla terza corsia Il presidente della concessionaria scettico sulla sostenibilità finanziaria. «La partita finanziaria per la terza corsia? È supercomplicata». Dice proprio così Emilio Terpin, il presidente di Autovie Venete. Ed è la prima volta, dettagli tecnici a parte, che interviene sul bando bis per il mega-prestito necessario all’allargamento della A4 Trieste-Venezia. Condizioni troppo restrittive? Un piano di rientro eccessivamente oneroso? Pare che, al momento, non si parli di tassi di interesse.’, ‘Così almeno assicura Terpin. Segnale che i problemi arrivano perfino prima delle cifre. Al punto che, in tempo di elezioni regionali, se ne riparlerà probabilmente solo a urne aperte. La proposta delle banche, si sa, è arrivata. Ma dal comunicato della concessionaria dello scorso 1 febbraio nulla è più emerso rispetto alle condizioni poste dal pool di otto banche – Deutsche Bank, Mediobanca, Mps, Natixis, Unicredit, che già avevano risposto al primo bando di due anni fa, e ancora Imi, Centrobanca e Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, le new entry dell’ultima gara – che ha manifestato interesse a un’operazione da complessivi 2, 3 miliardi di euro che coinvolge anche Cassa depositi e prestiti e Bei. «Abbiamo aggiunto un altro determinante tassello nella composizione del piano che ci sta conducendo verso il finanziamento – commentava il presidente di Autovie –. Questa risposta da parte del pool di banche giunge a ulteriore conferma della validità del nostro progetto, che continua ad essere valutato positivamente nonostante il momento di forte tensione che i mercati finanziari stanno attraversando». Una tensione che, evidentemente, non aiuta. Al punto che, dopo una decina di giorni di silenzio, Terpin conferma che le voci molto preoccupate sulla fattibilità dell’accordo non sono dettate solo da pessimismo. «È una faccenda realmente complicata, supercomplicata, non ci possiamo sorprendere», afferma l’avvocato triestino. Si tratta di un tasso eccessivo sul prestito del denaro? Di cifre che oltrepassano un “fisiologico” 6%? «Non siamo ancora arrivati alle percentuali», si limita ad aggiungere Terpin lasciando intravedere questioni preliminari che ostacolano il percorso. Il previsto consiglio di amministrazione di ieri in Autovie è saltato. Nessun retroscena, il maltempo ha complicato gli spostamenti. Si sarebbe dovuto parlare proprio delle complicazioni, che non sorprendono ma vengano senz’altro ribadite, di una partita che il presidente non dimentica di definire «di grande entità», senza dimenticare «il particolare contesto economico in cui stiamo operando». Nessuno ne parla, tanto meno Terpin. Il riserbo è d’obbligo e il presidente non si è mai esposto prima del tempo. Ma non è difficile immaginare che i paletti fissati dal pool creditizio siano gli stessi di due anni fa. E quindi, in particolare, il pegno sulle azioni della concessionaria, il divieto di distribuire dividendi a fine esercizio per tutti gli anni necessari al rientro del debito, un possibile disimpegno di Autovie nell’eventuale gara per la concessione in scadenza nel 2017. Rilievi che sono pure entrati nella relazione della Protezione civile che ha fatto le pulci, l’estate scorsa, alla gestione commissariale. Un quadro così complesso porterà la vicenda a ridosso delle elezioni e, per opportunità, verrà gestita nella fase conclusiva solo dopo il voto. Anche perché, rispetto alle posizioni assunte nei primi quattro anni della legislatura, Renzo Tondo ha cambiato rotta fissando in un nuovo accordo con Silvio Berlusconi – «una rinnovata intesa per il Friuli Venezia Giulia, che integra il patto del 2008», così viene definita sul sito del Pdl regionale – in cui le infrastrutture, terza corsia e altro, «sono esigenze primarie per la Regione e per la competitività del Paese» al punto che «si chiede allo Stato di sostenere questo sforzo». Quello che tecnicamente si chiama «dialogo competitivo» sul documento presentato dalle banche, sotto esame ora negli uffici di Autovie e di Friulia, è destinato dunque a durare ancora un paio di mesi. A quel punto, giunta Tondo o Serracchiani che sia, qualcuno dovrà decidere. (Il Piccolo, Marco Ballico)
In primo piano