29 Maggio 2013

Introduzione di Tarcisio Barbo all’assemblea regionale del 24 maggio 2013

Un saluto a tutti voi, in particolare a coloro che per funzione e ruolo oggi entrano a far parte della nostra assemblea regionale. Colgo l’occasione per salutare anche il nuovo segretario provinciale del partito di Trieste, Štefan Čok. Un saluto del tutto sincero e affettuoso alla nostra Presidente della Regione, Debora Serracchiani, che grazie alla sua tenacia e al lavoro svolto da tutti i partiti della coalizione che l’hanno sostenuta, a partire dal nostro, ci ha consentito di vincere le elezioni (cosa che all’ultima assemblea per molti di noi non era affatto scontata) e di risultare il primo partito in Regione. Lei e la Giunta si sono insediati ed il Consiglio Regionale ha come presidente il nostro Franco Iacop: dobbiamo essere pienamente soddisfatti del risultato conseguito sul piano elettorale dalla candidata Presidente, dai partiti che l’hanno sostenuta e dal Partito Democratico, senza incorrere in fugaci esternazioni sull’entità dei numeri o sul peso avuto dai singoli soggetti, che non servono. Non servono soprattutto in questo momento che ci carica di responsabilità impensabili solo fino a poco tempo fa e consegnateci da una vittoria elettorale e da un risultato che il clima nazionale dentro e fuori il partito certamente non ha favorito. Un grazie particolare sento di doverlo anche a nome vostro a Debora, nel momento in cui per le note incompatibilità statutarie lascia l’incarico di segretaria del partito, proprio per il lavoro e la passione che hanno contrassegnato la sua presenza al vertice regionale del PD in questi 5 anni. Sono stati anni faticosi nel corso dei quali sul piano interno ci siamo dotati dello Statuto, del regolamento assembleare, abbiamo puntato sulla valorizzazione del ruolo delle specificità e dei circoli, con la sola preoccupazione di rafforzare l’unitarietà e la forza del partito. Abbiamo accompagnato questo percorso non senza distinguo (qualche volta anche inopportuni), ma in Debora abbiamo sempre riconosciuto l’assoluta autorevolezza e l’impegno profuso senza alcun risparmio da parte sua, perpetrati nell’interesse del partito e della sua spinta innovatrice. Un laboratorio utile non solo per l’affermazione elettorale, ma per la stessa esperienza futura del partito: penso al lavoro svolto dai forum oltre che a quello dei giovani e delle donne e a quello legislativo e amministrativo. È un ringraziamento che non dimentico di estendere a quanti non fanno più parte della nostra assemblea in quanto decaduti per ragioni diverse: da Baiutti a Brussa, da Della Mea a Lupieri, da Menis (che peraltro ha conseguito una brillante affermazione quale Sindaco del suo Comune) alla Menosso (brava Vice Presidente del Consiglio) a Pupulin, a Tesini (già Presidente del Consiglio) fino a Bruno Zvech, al quale rivolgo un particolare saluto ricordando il suo delicato e impegnativo ruolo sotto il profilo amministrativo e di partito. Su alcuni, come sapete, pendono rilievi posti dalla magistratura ai quali giustamente risponderanno personalmente: ciò non significa che si debbano dimenticare l’impegno e il contributo dati al partito nell’esercizio del ruolo avuto in questi anni. Saluto e ringrazio anche quanti nelle nostre amministrazioni comunali hanno superato la delicata fase elettorale avendo ottenuto la conferma o il meritato sostegno da parte dei cittadini elettori. Si chiude quindi, con questa assemblea, una difficilissima fase politica per il partito, contrassegnata da una parte dalla elezione del Parlamento – pur con i problemi che tale elezione ha comportato fino alla anomala formazione del Governo Letta – e dall’altra parte dalla significativa vittoria conseguita nella nostra Regione. Un risultato elettorale, quello che abbiamo ottenuto, i cui dati dovranno essere oggetto di un attento esame da parte di tutti i livelli del partito (anche rispetto alla spaccatura del centrodestra e alla mancata presenza nella competizione elettorale della Sinistra di Rifondazione), perché aldilà dei risultati positivi dei quali dobbiamo sentirci responsabilmente orgogliosi, il vero problema che abbiamo di fronte è determinato dal preoccupante distacco dei tanti cittadini che non ci hanno rinnovato la loro fiducia, dal preoccupante numero di coloro che non sono andati a votare o da quanti hanno fatto scelte elettorali diverse sotto l’onda emotiva della gravissima situazione economica, della situazione politica nazionale e delle maggioranze per molti cittadini discutibili che si sono create. L’elezione di Guglielmo Epifani a segretario nazionale del partito, oltre a far emergere una vicinanza al mondo dei lavoratori che forse avevamo troppo frettolosamente perso di vista, apre di fatto la stagione congressuale nel cui appuntamento saremo coinvolti anche in questa Regione e che inizia fin dall’elezione del nuovo segretario regionale che uscirà da questa assemblea. Per quanto ci riguarda, ci rendiamo perfettamente conto della necessità di garantire da subito una guida ai rispettivi territori, per offrire una risposta convincente e condivisa ai tanti interrogativi che la situazione generale del partito ha posto anche e soprattutto con il percorso che ha portato alla rielezione di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica e con la formazione del Governo Letta-Alfano (in netta controtendenza con l’impostazione programmatica del partito e delle sue alleanze) e che hanno finito per creare incomprensioni, tensioni ed anche uscite vistose dal partito, dovute essenzialmente alla disinformazione e, più in particolare, al mancato coinvolgimento nelle scelte operate. Promuovere un’azione riformatrice dello Stato e della politica in questa situazione, infatti, non sarà certamente cosa facile; ma noi partiamo da una situazione territoriale che può facilitare questo percorso di riavvicinamento dei cittadini alla politica e al nostro partito. Situazione che ci vede vincenti elettoralmente, credibili in termini di classe dirigente, convincenti quanto a programmi di Governo e ad alleanze programmatiche. Sulle nostre spalle, e solo sulle nostre, grava il compito non facile di imboccare le due strade principali che abbiamo davanti: quella del sostegno puntuale, quotidiano, strategico alla Giunta Serracchiani (ri-modulando un nuovo e stretto rapporto tra amministratori e partito ed evitando deleterie tensioni ed esternazioni personali) e quella della riproposta di un impegno del e nel Partito Democratico che sia convintamente riformatore e progressista e che si collochi nel contesto della stagione congressuale. Siamo infatti di fronte all’inedita responsabilità di governare la Regione e tante amministrazioni locali, la cui gestione deve rappresentare un’occasione da cogliere e da valorizzare sia nel metodo, quanto a partecipazione e coinvolgimento, che nel merito dei programma elettorale di Debora e del partito. L’appuntamento del 9 giugno prossimo ad Aquileia per festeggiare la vittoria del centro sinistra con Debora Serracchiani Presidente è un’opportunità da cogliere per iniziare a rilanciare un’idea della politica e del partito nelle quali abbiamo creduto e che ci accingiamo a perseguire con generosità, serietà e competenza al servizio dei cittadini, a partire da quelli che sono più in difficoltà. Con il Governo Serracchiani siamo nelle condizioni effettive di dare risposte di lavoro e di sviluppo improntate alla concretezza e alla indispensabile tempestività, richieste dalla drammatica situazione economica e sociale che si registra da ormai troppo tempo nel Paese e nella Regione.
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