2 Aprile 2015

Scuola: giusto ripensare a ritmi scolastici, ma con equilibrio

“La proposta del ministro Poletti di ripensare l’organizzazione delle vacanze scolastiche nel contenuto è apprezzabile, perché pone la questione di rivedere i ritmi scolastici, avendo come obiettivo quello di adattarli meglio ai ritmi di vita delle famiglie e di una società fortemente cambiata negli anni”. Lo afferma la segretaria regionale del Pd Fvg Antonella Grim. Secondo Grim “è ovvio che  l’apertura di un fronte di discussione così delicato va coordinata dal ministero dell’Istruzione, e sicuramente ogni proposta va sempre preceduta dall’imprescindibile priorità ai contenuti didattici, e da analisi dei costi e dei benefici. In questo la dichiarazione del ministro Poletti può non essere stata del tutto appropriata, ma – continua – è un invito chiaro a iniziare questi ragionamenti. Trovo condivisibile e necessario un approccio nuovo all’organizzazione e ai ritmi scolastici in generale, ovviamente nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica”. “E’ vero – osserva Grim – che già molti istituti organizzano attività didattiche nei periodi estivi in modo autonomo, ma credo anche sia giusto che, a livello ministeriale, si ambisca ad avere un quadro di regole generali il più possibile uniformi, nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica, per definire la situazione. In molti Paesi europei – continua – già da tempo le interruzioni dell’attività didattica si distribuiscono in modo più equilibrato nel corso dell’intero anno. Ciò che è prassi in altri Paesi non è necessariamente migliore, ma credo sia materia su cui iniziare una seria valutazione”. “La scuola – evidenzia Grim – come ogni altro settore della società, va ripensata in modo serio e coraggioso in una fase di profondi cambiamenti. Dobbiamo chiederci, attraverso un ragionamento plurale che coinvolga insegnanti, studenti e famiglie, se l’attuale organizzazione dei tempi scolastici sia veramente utile a ragazzi e famiglie, o se sia semplicemente frutto di un’abitudine consolidata, ma forse non più aderente ai bisogni di vita delle persone”.
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